LETTERA
APERTA AGLI AVVOCATI DI TARANTO
Il
19 giugno si aprirà il processo Ilva che, per le sue dimensioni (50
imputati + 3 società), per le violazioni che coprono quasi il 50% di
tutto il codice penale, per la vasta tipologia dei reati che mostrano
un mondo di illegalità diffusa vissuto per decenni a Taranto – con
la sua drammatica storia di morti, inquinamento, danni alle persone,
difficilmente trasformabile in un processo - si prepara ad essere il
più grande processo che ci sia mai stato nel nostro paese e
riguardante la più grande fabbrica nel nostro paese, tra l'altro una
fabbrica ancora in attività. Per questo il processo Ilva avrà
rilevanza nazionale e anche internazionale.
Per
questo processo la Rete Nazionale per la sicurezza e la salute sui
luoghi di lavoro e territori si sta operando per la costituzione di
parte civile in forma associata di operai Ilva, ditte appalto, operai
cimiteriali e aziende vicine area Ilva, cittadini dei Tamburi.
PER
QUESTA COSTITUZIONE FACCIAMO APPELLO AGLI AVVOCATI A FARE INSIEME
QUESTA IMPORTANTE BATTAGLIA LEGALE.
Vogliamo
prendere a riferimento per le modalità di costituzione di parte
civile il processo Eternit, il cui avvocato, principale
rappresentante delle parti civili (operai, familiari di operai
deceduti), Avv. Sergio Bonetto di Torino, si è già messo a
disposizione per il processo Ilva.
Una
similitudine tra questi due processi è data anche dalla
contestazione del reato: di pericolo generale e non di danno caso per
caso. Paradossalmente gli imputati vorrebbero invece che si
analizzasse caso per caso per allungare i tempi del processo. Noi
vogliamo che il processo accolga le parti civili anche di lavoratori
e abitanti che non si sono ancora ammalati o che non si ammaleranno
mai. Lo Stato dice: “nessuno deve mettere a rischio la vita e la
salute degli altri”; quindi non deve essere punito solo chi provoca
malattia e morte, ma anche chi mette a rischio. Questo principio è
stato affermato per la prima volta nel processo Eternit ed è ora
un'opportunità enorme per Taranto per affrontare il processo Ilva.
Non si tratta solo di una questione di risarcimento ma del fatto che
il rischio non ci sia più. Nel processo Ilva quindi, attraverso la
presenza di lavoratori, cittadini, vogliamo affermare insieme un
principio di risarcimento e di giustizia.
CHIEDIAMO
agli avvocati di contribuire a portare un pezzo di verità
processuale, affinchè ci si avvicini alla verità storica il più
possibile.
Noi
vogliamo la costituzione
in forma associata delle parti civili.
Se arrivano centinaia di avvocati, ognuno per rappresentare alcune
parti civili, si rischia di affossare il processo e fare il gioco
della difesa degli imputati. Invece la costituzione in forma
associata deve permettere di incidere anche sulle modalità di
gestione di questo processo.
C'è
una assoluta necessità di garantire una forte presenza fisica alle
udienze (anche qui l'esempio Eternit è importante, ad ogni udienza
erano vi erano150/200 persone, e queste presenze hanno pesato
sull'andamento processuale), perchè non si deleghi questo processo
alla sola azione della magistratura, e perchè serva anche da
contrasto all'azione dello Stato che, come si è visto nell'ultima
sentenza della Cassazione, può mettere in discussione gli stessi
verdetti dei giudici di Taranto.
La
costituzione di parte civile in forma associata significa mettere non
un passo ma centinaia di pesanti passi uniti in questa battaglia.
L'organizzazione
di parte civile è di massa e gratuita;
stabiliremo solo una quota associativa per lavoratori e cittadini.
Vogliamo
costituire a Taranto un
collegio di avvocati, con la presenza periodica dell'Avv. Bonetto di
Torino. A cui la Rete darà tutto il suo sostegno attivo, anche in
termini di esperti.
Facciamo
quindi appello agli avvocati, ai giovani avvocati di dare la propria
disponibilità a far parte di questo collegio, ma soprattutto ad
abbracciare questa importante battaglia legale/civile/ideale.
Per
coloro che vogliano dare tale disponibilità, avere maggiori
informazioni, diamo i seguenti riferimenti, pregando di mettersi in
contatto entro metà aprile:
Rete
Nazionale per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro e
territori – nodo di Taranto
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