Dall'incontro fatto il 4 aprile al Righi dei medici dell'Isde: "...con sei discariche, tre inceneritori, un cementificio, un numero imprecisato di discariche abusive, più quelle all'interno dell'Ilva, Taranto è il paradigma delle cattive pratiche nella gestione dei rifiuti. Perchè ciò significa smaltire qui oltre il 70 per cento dei rifiuti speciali non pericolosi ed il 100 per cento dei rifiuti speciali pericolosi prodotti in Puglia. Tutto ciò ha prodotto e produce ingenti danni alla salute della popolazione...
Una montagna enorme di rifiuti ed un panorama preoccupante di patologie generate da ciò che ruota intorno allo smaltimento dei rifiuti stessi...
Il paradigma Taranto si scontra ulteriormente con un altro dato:
la raccolta differenziata a Taranto è al 12 per cento, la più bassa di tutta la Puglia. Eppure direttive e normative indicavano il raggiungimento del 65 per cento di raccolta differenziata entro il 2012. "Ora - dice Di Ciaula presidente regionale dell'Isde - si pensa di spostare al 2020 tale obiettivo".
Ma perchè la raccolta va male? "E' una balla la teoria secondo cui i cittadini non sarebbero sufficientemente responsabili. La realtà è che la situazione impiantistica è sostanzialmente ferma e sono pochissimi gli impianti di compostaggio... Nella provincia di Taranto ci sono, secondo i dati della Camera di Commercio, 13 milioni di metri cubi di rifiuti speciali...".
La dottoressa Antonio D'Oria, medico pediatra di Lizzano che vive a ridosso della discarica Vergine, nel 2009 uscendo dal suo studio dopo aver visitato tanti bambini affetti da patologie all'apparato respiratorio, decise che non si poteva sopportare più quell'odore acre e nauseabondo che ammorbava pesantemente l'aria...".
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