Eni, pronto il rapporto Spesal sulla fiammata
Sono stazionarie le condizioni del ferito più grave, un operaio dell’indotto che è ricoverato all’ospedale Perrino di Brindisi per ustioni sul 40% del corpo.
E’ già pronto il rapporto dello Spesal sull’incidente avvenuto, venerdì sera, nella raffineria Eni e che ha causato tre feriti.
Anche l’azienda ha incaricato un pool di esperti che ne accerterà le cause. Intanto sono stazionarie le condizioni del ferito più grave, un quarantunenne di Oria che è ricoverato nel centro grandi ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi.
La fiammata che lo ha investito insieme ai suoi due colleghi, gli ha provocato ustioni di primo, secondo e terzo grado sul 40% della superficie corporea.
Più lievi le ustioni degli altri due operai medicati dall’infermeria dello stabilimento e dimessi subito. Guariranno in pochi giorni. I tre operai stavano lavorando nell’area “Iso 4” nei pressi di una pensilina di carico della rete che trasporta benzina e gasolio quando per cause in corso di accertamento è avvenuto l’innesco che ha provocato uno scoppio con la fiammata che ha preso in pieno il 41enne.
I funzionari dello Spesal della Asl che si occupano della prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavori hanno effettuato un accurato sopralluogo per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.
E’ del novembre scorso, invece, la firma in Prefettura tra Eni, Ilva e ministeri del Lavoro e dell’Ambiente, di un protocollo operativo di sicurezza per prevenire gli incidenti sul lavoro.
Tra i punti chiave dell’accordo, c’è la comunicazione tra i lavoratori riguardo alle buone pratiche per la prevenzione infortuni e l’informazione ai cittadini sugli incidenti che avvengono, per evitare il verificarsi di allarmi sociali. Sull’incidente di venerdì nello stabilimento Eni è intervenuto il presidente del consiglio comunale Piero Bitetti.
“Viene da chiedersi se siano sufficienti le misure di sicurezza adottate e se gli appalti siano affidati a prezzi congrui per garantire professionalità e il rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro- dice- interrogativi che meritano risposte, specialmente perché riguardano un colosso, l’Eni Spa, presente sul nostro territorio da molto tempo e che poco ha dato allo stesso in termini di sviluppo socio-economico. E ancora mi chiedo a che punto sia il progetto della centrale elettrica. Credo non sia più ulteriormente rinviabile la sostituzione della centrale esistente, obsoleta, inquinante perché alimentata con olio combustibile, insufficiente a garantire la potenza elettrica tale da rendere autonomi gli impianti, con una centrale di nuova generazione, meno inquinante perché alimentata con gas naturale, ma soprattutto sicura per i lavoratori dello stabilimento Eni e per la città”.
Ora si è in attesa di conoscere le conclusioni a cui sono giunti gli ispettori della Azienda sanitaria locale che fanno parte del servizio per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Anche l’azienda ha incaricato un pool di esperti che ne accerterà le cause. Intanto sono stazionarie le condizioni del ferito più grave, un quarantunenne di Oria che è ricoverato nel centro grandi ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi.
La fiammata che lo ha investito insieme ai suoi due colleghi, gli ha provocato ustioni di primo, secondo e terzo grado sul 40% della superficie corporea.
Più lievi le ustioni degli altri due operai medicati dall’infermeria dello stabilimento e dimessi subito. Guariranno in pochi giorni. I tre operai stavano lavorando nell’area “Iso 4” nei pressi di una pensilina di carico della rete che trasporta benzina e gasolio quando per cause in corso di accertamento è avvenuto l’innesco che ha provocato uno scoppio con la fiammata che ha preso in pieno il 41enne.
I funzionari dello Spesal della Asl che si occupano della prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavori hanno effettuato un accurato sopralluogo per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.
E’ del novembre scorso, invece, la firma in Prefettura tra Eni, Ilva e ministeri del Lavoro e dell’Ambiente, di un protocollo operativo di sicurezza per prevenire gli incidenti sul lavoro.
Tra i punti chiave dell’accordo, c’è la comunicazione tra i lavoratori riguardo alle buone pratiche per la prevenzione infortuni e l’informazione ai cittadini sugli incidenti che avvengono, per evitare il verificarsi di allarmi sociali. Sull’incidente di venerdì nello stabilimento Eni è intervenuto il presidente del consiglio comunale Piero Bitetti.
“Viene da chiedersi se siano sufficienti le misure di sicurezza adottate e se gli appalti siano affidati a prezzi congrui per garantire professionalità e il rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro- dice- interrogativi che meritano risposte, specialmente perché riguardano un colosso, l’Eni Spa, presente sul nostro territorio da molto tempo e che poco ha dato allo stesso in termini di sviluppo socio-economico. E ancora mi chiedo a che punto sia il progetto della centrale elettrica. Credo non sia più ulteriormente rinviabile la sostituzione della centrale esistente, obsoleta, inquinante perché alimentata con olio combustibile, insufficiente a garantire la potenza elettrica tale da rendere autonomi gli impianti, con una centrale di nuova generazione, meno inquinante perché alimentata con gas naturale, ma soprattutto sicura per i lavoratori dello stabilimento Eni e per la città”.
Ora si è in attesa di conoscere le conclusioni a cui sono giunti gli ispettori della Azienda sanitaria locale che fanno parte del servizio per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
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