La questione Ilva-Arcelor/Mittal è una questione nazionale e verrà portata a tutte le realtà-associazioni-sindacati che da tempo sono impegnati su questo terreno; a Milano ci faremo carico per una campagna per il rilancio/adesione alla Rete Nazionale per la Salute e Sicurezza che a partire dal 2007/8 riuscì a mettere insieme tante realtà a livello nazionale e a costruire una serie di iniziative nazionali a partire dalla manifestazione a Torino ad un anno dalla strage della Thyssen o quella del 18 aprile 2009 proprio qui a Taranto. La Rete seppe anche costruire una presenza costante ai processi, rappresentando una spina nel fianco e di denuncia a processi come quello della Thyssen o dell'Eureco, portando dentro e fuori le aule dei tribunali la rabbia-sete di giustizia di operai/familiari, tanto da “attirarsi” le attenzioni della digos che veniva a dirci di togliere striscioni e locandine perché “questi influenzavano il giudizio dei giudici” ottenendo per risposta “noi questo facciamo e vogliamo”.
Ma oggi sono qui per dire quali sono le situazione che attualmente seguiamo: la prima questione è la questione amianto.
Due sono gli aspetti: 1) quella dei processi, dove il tribunale di Milano è “all’avanguardia” per rappresentare il "tribunale delle assoluzioni e dell’impunità per i padroni assassini" (non certo una situazione diversa dal resto d’Italia), con l’affermarsi di tesi antiscientifiche, come nel caso di uno dei processi Pirelli, in cui il giudice nelle motivazioni assolutorie ha affermato che “i lavoratori hanno
contratto il mesotelioma pleurico non perché esposti alle fibre d’amianto, ma perché fumavano troppo”; affermazioni che in un altro sistema vedrebbe il licenziamento e l'incriminazione dello stesso giudice; o il processo per amianto alla Scala, dove si inventano rinvii pretestuosi per arrivare alla prescrizione, e dove sul banco degli imputati non ci dovrebbero stare soltanto i dirigenti ma anche gli ultimi 7 sindaci della città.
2) Milano e la Lombardia tutta, sono la regione con la più alta presenza d’amianto, quasi un terzo di quello nazionale, non smaltito. Che, per altro, non solo non è stato smaltito ma è stato in parte esportato al sud, e per lo più interrato nella grande area industriale della Milano che fù costruendoci sopra enormi centri commerciali-sale multicinema-università-centri residenziali (come alla Bicocca dove vi erano la Pirelli-la Breda-Falk-Ansaldo-Magneti Marelli-Caprotti-ecc).
Da qualche mese poi Milano e provincia possiamo definirli la “nuova terra dei fuochi”, visti gli enormi incendi a macchia di leopardo che sono scoppiati in molte zone e dove è emersa la presenza di sostanze tossiche e cancerogene.
3) La sicurezza dei trasporti a partire dalla strage di Pioltello, che ha smascherato la tanta decantata “eccellenza” lombarda mostrando che le politiche delle “grandi opere” hanno tagliato le risorse per la mobilità di lavoratori-studenti in primis, mettendoli sempre più a rischio incidenti e non solo a ritardi. Questa situazione ha visto e vede delle combattive manifestazioni di protesta e denuncia dei cosiddetti pendolari.
4) la strage della Lamina, 4 operai morti, una piccolissima realtà produttiva rimasta, circondata da tanti condomini nel quartiere di Greco, dove per anni il sindacato, Fiom, ha coperto la non applicazione delle normative da parte del padrone col solito ricatto o il lavoro o la sicurezza, e poi ha di fatto impedito che i familiari e gli operai si costituissero parte civile.
Concludo dicendo che noi porteremo le proposte, la contro/informazione che da questo convegno sono emerse e il rilancio/unità della Rete a Milano, a tutte le associazioni, a tutti i sindacati di base e non, a tutti i comitati.
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