domenica 28 aprile 2019

Sull'assemblea contro la repressione tenutasi il 24 aprile alla Biblioteca popolare

Il 24 aprile si è tenuta alla Biblioteca Popolare di Taranto un’assemblea contro la repressione.
Italo di Sabato dell’Osservatorio Repressione ha introdotto la discussone con una dettagliata e lucida relazione su tutti gli aspetti salienti del decreto sicurezza e di tutta la più recente legislazione penale e sociale.
Ha ben chiaramente illustrato come tutti i provvedimenti adottati da questo governo, il più delle volte in continuità razionale con quelli dei governi precedenti, stanno delineando un regime reazionario per formare un blocco sociale e un consenso reazionario di massa intorno a una guerra dichiarata a quelle che sono indicate come “classi pericolose”, vale a dire tutti i poveri, ceti e strati sociali colpiti nei diritti e nelle condizioni di vita, che se, non rinunciano al conflitto, sono immediatamente inquadrati in fattispecie di reato e minacciati di penalizzazione e sanzione, dall’esclusione dai servizi e benefici fino alle multe e reclusione.
A questa offensiva, ha continuato Italo, c’è da opporre non solo resistenza, unità, solidarietà e difesa comune di tutti i “pericolosi” ma anche contrattacco, a partire dalla rivendicazione di tutte le forme e pratiche di lotta. Se la legge diventa strumento per negare la democrazia conflittuale, per negare legittimità a ogni opposizione reale, che mette in discussione non le politiche ma lo stesso funzionamento ed esistenza del sistema e del potere delle classi dominanti, allora chiunque parla e difende nel movimento la “legalità”, anche da posizioni contro il governo, è un nemico anche peggiore dello stesso Salvini, perché ciò che serve è contrapporre un concetto di giustizia sociale e diritto a lottare contro le leggi vigenti. Una battaglia da fare anche nell’ambito dello stesso diritto.
In questo contesto, Di Sabato ha annunciato l’avvio di un percorso costruzione di un organismo che metta in relazione, collaborazione e sostegno reciproco quegli avvocati e compagni che operano nel settore del diritto e in questi anni hanno difeso e difendono compagni, movimenti di lotta e anche semplici proletari colpiti dalla criminalizzazione delle lotte sociali e politiche. Un movimento di giuristi “antipenale”, che in qualche modo e forma riprenda la tradizione del Soccorso Rosso, attivo negli anni 70 e 80.
Un percorso già iniziato con assemblee in un paio di città e che proseguirà con altri incontri il 9 maggio a Torino, il 17 a Milano e infine il 21 luglio a Genova.

Nel suo intervento il compagno del Soccorso Rosso Proletario, ha sottolineato che il primo passo per realizzare questa “unità delle classi pericolose” necessaria oggi per battere la repressione e il regime reazionario in formazione è superare la logica per cui persistono una pluralità di organismi, ognuno dei quali difende principalmente, se non esclusivamente “suoi”. Come gridano gli operai della logistica “tocca uno tocca tutti”, se attaccano i movimenti di difesa dei territori dai grandi progetti devastanti, siamo tutti No-TAV, No-TAP, No-MUOS, se attaccano gli anarchici siamo tutti anarchici, se attaccano le organizzazioni sindacali di classe, tutti Sicobas o Slaicobas e così via: tutti migranti, tutti occupanti, tutti "illegali".
Solo questo tipo di unità e rete di organizzazione può dare un orientamento politico e una forza materiale a quel coordinamento di giuristi contro il penale che si sta tentando di ricostruire, e che chiaramente appoggiamo, per tornare a fare anche dei tribunali un terreno di lotta e presenza organizzata, non solo un’arena di una più accorta difesa tecnica.
In questo senso, è stata ribadita la specifica importanza dell’unità a difesa dei prigionieri politici e delle lotte sociali criminalizzate, al centro della lotta generale contro il carcere e le istituzioni totali e ricordato l’esempio positivo, da riprendere e rafforzare delle campagne nazionali contro il carcere-tortura, gli omicidi-suicidi carcerari, il 41bis, con la campagnaper Nadia Lioce.
Infine è stata annunciata la proposta, che si sta indirizzando a tutti gli organismi attivi nella lotta contro la repressione delle lotte, il carcere, il 41bis, per difesa dei prigionieri politici rivoluzionari, di un presidio un presidio popolare al Ministero della Giustizia per il 19 giugno
Un presidio sulle parole d'ordine:
NO AL CARCERE TORTURA/ASSASSINO!
NO AL 41/BIS PER NADIA LIOCE E TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI
LIBERTA' PER TUTTI I COMPAGNI ARRESTATI
a cui si possono aggiungere unitariamente altre parole d'ordini su questi temi.
Una giornata che mantenga la memoria del massacro e la resistenza eroica di 300 prigionieri politici e di guerra nelle carceri peruviane, e la porti ancora in piazza, fuori dalle nostre sedi, coniugandola oggi la solidarietà a tutte e tutti i prigionieri politici nel mondo: in particolare in India, Palestina, Kurdi, George Ibrahim Abdhallah.

Su questo discorso l’Osservatorio Repressione ha espresso consenso e interesse per la proposta, da sviluppare e concretizzare nei prossimi mesi.

Soccorso Rosso Proletario - Taranto 

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