«ArcelorMittal Italia sta finalizzando il report annuale sui controlli delle emissioni richiesti dall’Aia, report che trasmetteremo al Ministero dell’Ambiente, ad Ispra e al Comune entro la fine di aprile, e i cui dati – possiamo anticipare – confermano il sostanziale rispetto dei limiti delle emissioni, incluse, in particolare, quelle in atmosfera. Anche perché il nostro impianto opera nel pieno rispetto dei limiti previsti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale, limiti che – come forse non tutti sanno – sono molto più stringenti di quelli imposti dalla legge». Lo afferma una nota di ArcelorMittal, rilanciata dall’agenzia ANSA, relativa alla questione delle emissioni. «La stessa Ispra, lo scorso 28 marzo, ha
dato atto – si aggiunge – che, da novembre 2018 a marzo 2019, non sono state riscontrate criticità né in ordine al rispetto dei valori limite di emissione Aia né in ordine all’attuazione degli interventi del Piano Ambientale. Non soltanto, dunque, risultano rispettati i limiti di emissione, ma anche le prescrizioni ambientali sono finalmente in corso di attuazione».
«Possiamo affermare, supportati da documenti oggettivi, che stiamo rispettando le prescrizioni dettate dall’Aia. Le emissioni – aggiunge ArcelorMittal –, infatti, non solo si pongono tutte costantemente al di sotto dei limiti imposti dall’Aia (che, tra l’altro, sono più stringenti di quelli imposti dalla normativa di settore), ma risultano significativamente distanti da quei limiti». L’azienda precisa inoltre che «la produzione delle cokerie non è aumentata e in ogni caso, in osservanza delle prescrizioni imposte dal Decreto del settembre 2017, siamo soggetti a un limite massimo di produzione di acciaio di 6 milioni di tonnellate annue. Chi dice il contrario, diffonde una notizia priva di fondamento». «Secondo l’Ispra – prosegue l’azienda parlando delle emissioni – poi è essenziale, per una corretta lettura dei dati rilevati dalle centraline di monitoraggio, che gli stessi vengano messi in relazione con le condizioni meteo e con le condizioni di produzione dell’impianto. Nel caso specifico, le variazioni non sono legate a incrementi di produzione o allo stato degli impianti, che non hanno mostrato anomale condizioni di esercizio, ma alle particolari condizioni atmosferiche del primo trimestre di quest’anno, in cui si sono registrate minori precipitazioni e un maggior numero di wind days, circostanze del tutto estranee allo stabilimento». Per dare – si precisa nella nota – «un’idea tangibile dell’impegno di ArcelorMittal Italia, va infine precisato che ad oggi, dopo soli 5 mesi dal nostro arrivo, abbiamo messo in campo ingenti investimenti, che proseguono a passo spedito e che, uniti alle nostre tecnologie d’avanguardia porteranno lo stabilimento di Taranto ad essere il più avanzato d’Europa. Per citare gli esempi più significativi, in questi mesi, abbiamo avviato la manutenzione straordinaria in tutti gli impianti; rispettato tutte le scadenze del piano ambientale; posizionato il terzo arco della copertura dei parchi minerari; installato e messo in esercizio l’impianto di trattamento delle acque di falda nei parchi».

Non è accettabile chi sostiene che per produrre, un certo numero di morti è inevitabile di fronte al futuro del paese. In questo Politecnico un ragionamento del genere non si fa mai». Lo ha detto (come riporta l’agenzia AdnKronos) il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico, alla presenza del premier Giuseppe Conte. Il presidente pugliese si è soffermato su Taranto. «I nostri fondi di investimento migliore sono le Università, qui si cerca di costruire un futuro diverso e migliore – ha detto Emiliano nel suo intervento –. Nel crogiolo delle Università del Sud mi piacerebbe trovare la soluzione dei problemi ambientali. Un tema che sento molto, avendo avuto la responsabilità di redigere il parere sulla strategia di lungo periodo sui cambiamenti climatici del Comitato delle Regioni dell’Unione europea». «Qui – ha proseguito – possiamo anche tracciare un futuro diverso per Taranto. A Taranto dobbiamo attaccare e difenderci. La difesa è investire in sanità anche attraverso le grandi tecnologie. Ma non possiamo dire alle mamme di Taranto che ci limitiamo a curare i loro figli. Alle mamme di Taranto e di tutto il mondo dobbiamo dire che vogliamo produrre energia, acciaio, senza far male a nessuno». Emiliano ha insistito sul punto. «Siccome queste tecnologie esistono, bisogna farlo. Se noi riusciamo a produrre qualunque cosa senza aumentare i dati epidemiologici – ha aggiunto – questo è un risultato. Il presidente Conte è un pugliese, so che sogna alla stessa maniera e non vede l’ora di andare a Taranto a dire che grazie alla scienza e alle imprese siamo in grado di realizzare il sogno dell’acciaieria pulita, se proprio si deve tenere lì»