venerdì 20 settembre 2019

ArcelorMittal: impero dello sfruttamento di uomini e territori - presentazione Dossier in uscita

E’ in uscita un dettagliato importante Rapporto su ArcelorMittal e il suo impatto nei vari paesi, redatto da vari ricercatori  nel mondo.
Il dossier si può richiedere a SLAI COBAS per il sindacato di classe - 3475301704 - slaicobasta@gmail.com - Taranto via Livio Andronico, 47.

Dalla presentazione/anticipazione fatta in un'assemblea di operai Ilva/AM di aprile scorso.

"Tutto l'impero Ilva di Riva è finito nelle mani di Mittal, il più grande produttore mondiale dell'acciaio nel mondo.
Chi è Mittal, come è diventato questo gigante della siderurgia mondiale, e che rapporto ha questo con l'India? Uno dei più grandi paesi del mondo, descritto da sempre come il paese della fame, ma dove si trovano capitalisti che si sono arricchiti proprio sulla fame del loro popolo e che tengono così tanti soldi da potersi comprare le imprese dei paesi occidentali.
Per capire come Mittal sia diventato così forte e importante, basta pensare ad un avvenimento avvenuto agli inizi di gennaio: il Vertice di Davos in Svizzera. Qui si sono trovati tutti i padroni del mondo per parlare di economia. Capitalisti che controllano governi molto importanti e che danno del “tu” ai grandi capi di Stato e dell'economia mondiale. A questo Vertice c'era Mittal, insieme al capo di governo, Modi.

L'Ilva di Taranto faceva già parte di un grande complesso industriale che era la famiglia Riva. Anche Riva teneva fabbriche in diversi paesi, e si era arricchito abbastanza tanto da avere soldi nei paradisi fiscali (realtà che nell'inchiesta “Ambiente svenduto” è venuto fuori molto parzialmente); ma ora siamo passati ad un padrone planetario.
Sull'Ilva si è giocata una partita di importanza mondiale, in cui gli operai sono stati le pedine di un gioco che riguarda l'economia mondiale. Mittal è il 4° capitalista più ricco del mondo, gli altri 3 non sono solo industriali ma si occupano di tante attività, frutto dell'intreccio tra attività produttive e attività di finanza, che ne fa dei grandi finanzieri. Mittal rispetto agli altri è il “padrone vero”, che ha
gli operai, la produzione, che trae ancora buona parte dei suoi soldi non tanto dalla finanza ma dalla produzione, quindi da chi la realizza questa produzione, gli operai. Questo ci fa capire come sono importanti gli operai dell'Ilva. Sul lavoro degli operai dell'Ilva si costruiscono le fortune di uno degli industriali più ricchi del mondo.
Ma dobbiamo andare a vedere come Mittal se li è fatti i soldi, che succede nelle sue fabbriche, che succede in India, perchè gli operai, i cittadini sappiano con che chi hanno a che fare.

Mittal viene da una famiglia che nasce industriale, la prima industria siderurgica in India la fa il padre di Mittal che ha uno stabilimento in uno degli Stati indiani, ed è uno stabilimento non molto grande, livellato a livello dell'India dell'epoca che non era un paese industriale avanzato. Ad un certo punto va in crisi uno stabilimento in Indonesia e Mittal lo prende e lo affida alla gestione del figlio. Qui comincia la storia di questo impero: Mittal si fa i soldi acquistando stabilimenti in crisi. Questo è esattamente il tipo di inizio di Riva. Prima che scoppiasse la vicenda Ilva, Riva dichiarò in un'intervista al giornale: “la crisi? Ottima. Io durante le crisi mi sono sempre rafforzato, perchè ho comprato gli stabilimenti in crisi a quattro soldi, e sono cresciuto”.
Mittal ha fatto la stessa cosa. Ha cominciato a comprarli in Indonesia, poi ovunque c'era da comprare fabbriche in crisi, in tutto il mondo, in America Latina, in Asia, in Africa, e poi in Europa. E' attraverso questo sistema che Mittal è diventato il più grande produttore di acciaio nel mondo.
Via via che Mittal comprava gli stabilimenti rimuoveva gli ostacoli e alcuni di questi li rimuoveva con le “mazzette”. Ci sono le inchieste, procedimenti giudiziari che questa azienda è andata accumulando in alcuni paesi. Il più clamoroso è quello dell'acquisizione dello stabilimento in Romania. Qui per rimuovere le resistenze del governo, Mittal non ha dato i soldi direttamente al governo rumeno ma li ha dati a Tony Blair. L'inchiesta in Romania è stata molto importante perchè ha messo in luce il fatto che vi era stato un intervento di Tony Blair, allora a capo della Gran Bretagna, per avere il sì del governo rumeno per dare a Mittal lo stabilimento di Galati. E il legame tra Mittal e il governo inglese è stato così stretto che Mittal non solo ha dato i soldi ma ha finanziato la campagna elettorale del partito laburista. Questa inchiesta ha influenzato a sua volta i rapporti di Mittal col governo inglese. Una volta che i fatti sono venuti alla luce l'aria in Inghilterra per Mittal non è stata salubre; tanto è vero che in un altro stabilimento del Galles sono partite altre inchieste contro Mittal, questa volta per inquinamento ambientale. Fino a che i rapporti di Mittal col governo inglese ai tempi di Blair erano buoni, tutto taceva, appena si è aperta l'inchiesta e anche Blair è andato via hanno scoperto che lo stabilimento in Galles era molto inquinante.
Via via che Mittal acquisiva nuovi stabilimenti venivano fuori problemi, così grossi che si sono messe insieme associazioni di diversi paesi per mettere sotto radiografia il gruppo Mittal. Ma intanto Mittal ha continuato ad arricchirsi, nel 2005 viene indicato come terza persona più ricca del mondo; primo indiano che arriva nella classifica del 2010 e primo industriale tra i ricchi del mondo.
I soldi che ha Mittal non finiscono mai, e non solo gli servono per acquisire stabilimenti, ma anche per costruirsi delle “abitazioni reggia”. La sua abitazione a Londra viene considerata la seconda casa più grande del mondo; il matrimonio della figlia viene considerato il secondo più sfarzoso matrimonio nel mondo. Mittal acquista nel mondo sia acciaieria, sia miniere di carbone, sia ogni altro tipo di attività che possa produrre profitti; entra nei consigli di amministrazione e nel gota anche di importanti centri finanziari. Mittal è anche membro della direzione della Goldman sachs, il mega istituto finanziario, che significa “crisi del 2008”.

Un dossier del 2008 comincia a fargli il peli e contropelo, analizzando i suoi stabilimenti. Quello di Cleveland, in Ohio Usa, quello a Galati in Romania, quelli che ha in India, lo stabilimento che ha in Ucraina, in Repubblica Ceca, in Sud Africa, in Kazakistan, in Bosnia Erzegovina, ecc. E si vede che Mittal in tutti questi stabilimenti ha fatto esattamente e anche peggio quello che ha fatto in Italia con l'Ilva. Con alcune caratteristiche fondamentali: costruire un impero dell'acciaio con denaro pubblico. Non è che Mittal ha i finanziamenti dagli Stati, dai governi, ma ottiene gli stabilimenti a prezzi assolutamente favorevoli, e ottiene per ogni stabilimento condizioni di favore particolari, leggi dello Stato che vengono applicate o non applicate, che gli permettono di godere di un vantaggio rispetto alla concorrenza mondiale.
Nell'esposto che a taranto ha fattolo Slai cobas per il sindacato di classe si parla dell'immunità penale, denunciando che dando l'immunità penale anche ai nuovi padroni, ArcelorMittal gode di un vantaggio rispetto agli altri produttori di acciaio. Da noi sembra naturalmente grave, ma leggendo quello che succede negli altri stabilimenti e paesi si vede che anche altrove è avvenuto più o meno lo stesso, c'è sempre un fattore che permette a Mittal di avere un vantaggio sugli altri.

Un'altra questione è la questione soldi. Abbiamo detto come li fa ma non da dove prende i soldi.
Quando vengono acquisiti gli stabilimenti Mittal non mette soldi suoi ma li prende a prestito. L'International Fund Corporation e l'European Bank of Construction gli hanno permesso in ciascuno dei paesi (per es. Ucraina) prestiti a bassissimi interessi che non sono concessi ad altri industriali della stessa dimensione.
Poi successo altro. Per esempio in Sud Africa dove sono state perseguitate e poi espulse famiglie che avevano rifiutato di vendere i loro terreni per il piano di espansione della Mittal. E' come se a Taranto Mittal non arriva a far morire le pecore per l'inquinamento, ma perchè prima quel terreno, quell'attività la fa sparire, e se non se ne va manda al proprietario la “visita notturna”.

Come ogni padrone, Mittal taglia i costi della sicurezza e della salute, ambiente. Alcuni esempi circa gli effetti di questi tagli: in Kazakistan nel 2006 si contano 4 morti nelle miniere e fabbrica di ArcelorMittal, nel gennaio 2008 ne muoiono altri 30 e il numero dei morti arriva complessivamente a 191. Nello stabilimento americano, come nello stabilimento in Romania, dovunque c'è inquinamento e attacco alla salute, e la principale fonte di inquinamento sono le emissioni.
La storia più vicina, perchè è del 2017, ma anche perchè più simile a quanto è accaduto a Taranto, è quella dello stabilimento che ha in Bosnia. Anche qui Mittal arriva nel 2004 e dice: “Farò tutti gli appropriati investimenti per la protezione dell'ambiente”; nel 2008 si registra che non ha fatto nulla e che la diossina è arrivata a livelli incredibili, 166 volte i valori previsti dalla UE. Messo sotto accusa Mittal nel 2008 ripete le stessa dichiarazione del 2004. Come Mittal ha risposto alle accuse? Esattamente come a Taranto nelprocesso hanno risposto Riva e i capi: sì è vero c'è troppa diossina, ma non è che dipende dal mal funzionamento delle centrali elettriche della città? Sì è vero c'è troppo fumo e polveri, ma non è che sono prodotti dagli impianti di riscaldamento familiari? Ultima dichiarazione del 2018 del portavoce di ArcelorMittal dice: ”La compagnia è estremamente pronta a raggiungere il suo record di investimenti in attività ecologiche. E' vero sono aumentati i tumori, ma sfortunatamente noi siamo di fronte all'aumento di tutte le forme di cancro in tutto il mondo. Noi stiamo lavorando duro, ma non tocca ad ArcelorMittal risolvere il problema dell'aumento dei cancri”.

Altra costante è il fatto che arriva Mittal e gli operai si riducono. Allo stabilimento di Galati gli operai erano 25mila, con l'acquisizione di Mittal diventano 18mila.
Altre cose che succede nelle fabbriche Mittal è l'atteggiamento verso i sindacati; vi è stata dovunque una vera guerra contro i sindacati, di qualsiasi genere. Sempre nella fabbrica rumena, gli operai, oltre a scioperi, varie iniziative di protesta, sono stati costretti ad arrivare allo sciopero della fame perchè Mittal si rifiutava di incontrare qualsiasi sindacato.
Altro “vizio” che ha Mittal è quello della riduzione dei salari. Nello stabilimento dell'Ucraina, Mittal ha eliminato la tredicesima. Vi è stata una dura battaglia, con intervento del governo, perchè Mittal era “riluttante”a pagare la 13°.

Non parliamo ciò che succede in India. In questo paese, Mittal (e non solo lui, anche Jindal), dice: “Le condizioni in questo paese sono estremamente favorevoli”, salari bassissimi, disponibilità di terreni e quindi c'è la “disponibilità a portare sviluppo e ricchezza al paese e di fare dell'India il retroterra della concorrenza mondiale” del gruppo Mittal.
Ma le famose grandi terre su cui deve costruire Mittal sono abitate. Ci sono intere popolazioni e allora queste popolazioni vanno deportate, vanno fatte sparire, comprese le attività agricole che ci sono, anche se sono povere. E' come se a Taranto dicesse: in tutta questa città posso fare un grande stabilimento; nonostante tutta questa zona è tutta abitata, e quindi o questi abitanti vendono a quattro soldi o sono cacciati.
Chiaramente in India appena hanno cominciato a cacciare, le popolazioni hanno cominciato con le proteste pacifiche, poi hanno opposto la resistenza armata all'intervento dell'esercito, che ha cominciato a massacrare le persone, violentare e stuprare le donne, uccidere anche bambini. E grazie a questa resistenza gli stabilimenti che vuole mettere Mittal ancora non ci sono.

Dove c'è questa resistenza armata, chi la sta organizzando sono quelli che la stampa definisce “maoisti”. Cosa significa? Che l'unico paese in cui per Mittal le cose vanno male è dove stanno i maoisti.
In determinate zone dove Mittal, Jindal, Tata e altre grandi industriali del mondo hanno cercato di impiantare fabbriche, miniere cacciando intere popolazioni, dove pagano niente la manodopera, dal cui sfruttamento estraggono un così grande plusvalore da alimentare il capitale eccedente con cui comprano imprese negli altri paesi, hanno trovato la guerra di popolo, con la partecipazione di milioni di persone.
Da un lato noi in Italia abbiamo la sfortuna di avere un Mittal a Taranto, dall'altro gli operai e i settori popolari colpiti dall'inquinamento hanno l'occasione per fare di Taranto una delle città in cui Mittal trovi una grande risposta di lotta.
A questo dobbiamo lavorare come operai, masse popolari, maoisti perchè succeda"

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