"I rifiuti dovevano essere analizzati e
poi trattati prima di andare in discarica. Per reimmettere le polveri di
elettrofiltri nel ciclo produttivo vi doveva essere un procedimento,
uno studio ad hoc, ma su questo non vi era certificazione. Certo non c’è una normativa che obbliga, però chi fa le analisi si
deve assumere le responsabilità".
Questo uno dei passaggi del funzionario dell'Arpa Puglia che ha redatto una relazione in merito ad alcuni certificati di analisi e
rapporti di prova, e quindi documentazione acquisita presso il laboratorio di analisi dell’Ilva S.p.A., sentito ieri, tra decine e decine di interruzioni da parte degli avvocati degli imputati e anche sospensione del processo per il ritiro in camera di consiglio della Corte, per rigettare le istanze degli stessi avvocati.
E TUTTO QUESTO CONTINUA ANCHE OGGI CON I NUOVI PADRONI ARCELORMITTAL
Anche ieri i legali di alcuni imputati hanno tentato di bloccare l’iniziativa dell’accusa, autorizzata dalla Corte lo scorso luglio, di acquisire agli atti nuova documentazione e sentire nuovi testi, riguardanti altre indagini di inchieste diverse relative ad un procedimento parallelo, ma inerenti
i rifiuti sversati in località Leucaspide e lo smaltimento delle
polveri degli elettrofiltri del camino E312 dell’agglomerato. Che secondo il PM sono utili per il proseguo del dibattimento.
Contestata anche ieri l’aver presentato le nuove prove documentali su supporti telematici e non su supporto cartaceo. Ed anche la selezione del materiale depositato dalla polizia giudiziaria.Ma con una nuova ordinanza emessa ieri, dopo una Camera di Consiglio durata due ore, la Corte ha rigettato l’istanza
In attesa del pronunciamento della Cassazione si prosegue anche oggi con l’ascolto dei nuovi testimoni indicati dal pm Mariano Buccoliero.
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