Da Ginosa, a Castellaneta, a Sava, a Maruggio, Avetrana i braccianti immigrati prendono una miseria (3/4 euro all'ora), lavorando per 10/12 ore, in condizioni di rischio salute, con "alloggi" in cui le condizioni, senza servizi, senza acqua, senza luce, sono peggio di quelle per gli animali; a Castellaneta i padroni dei campi si fanno pagare anche 950 euro al mese da 7 braccianti.
Molti dei braccianti provenivano proprio dal campo "La Felandina" prima dello sgombero che è servito solo a creare altre decine di "La Felandina".
Di questo sfruttamento sono responsabili, padroni, agricoltori singoli e società, come Comuni, prefettura, organi di controllo che si muovono solo una tantum, e il cui risultato è sì sanzioni, denunce per titolari e caporali, ma lascia sul tappeto "morti e feriti" tra i braccianti migranti che senza contratto, senza documenti, pure senza il lavoro perso, senza alloggio, stanno addirittura peggio.
Occorre la lotta, e in questa il protagonismo dei braccianti migranti organizzati. Altrimenti nulla cambia.
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