Rinviata a giovedì la riunione sulla cassa integrazione. Si cercherà un'intesa anche sulla gestione dell'indotto per evitare licenziamenti



Doveva essere una giornata importante quella di oggi a Taranto per i sindacati metalmeccanici e ArcelorMittal Italia. Due le riunioni previste, di cui una rinviata a giovedì, con all’ordine del giorno due temi cruciali: il primo la situazione dell’indotto del siderurgico. Le ditte esterne da settimane lamentano che il rinnovo dei contratti d’appalto da parte dell’ex Ilva per l’erogazione di lavori e servizi sconta notevoli riduzioni di prezzo e ci sono diverse aziende che, scaduto il contratto, sono uscite dalla fabbrica. come ad esempio la ditta Castiglia, che ha già avviato il licenziamento per 201 lavoratori.
I sindacati contestano ad ArcelorMittal Italia che queste nuove ditte (tra cui la Alliance Green Service, dove ArcelorMittal è in joint venture) hanno proposto condizioni contrattuali ed economiche peggiorative, come l’applicazione del contratto di lavoro del ramo multiservizi e non quello metalmeccanico. “Vogliono assumere il personale attualmente impiegato a condizioni capestro per i lavoratori stessi, sotto il ricatto occupazionale, effettuando una classica operazione di dumping”, la denuncia di Fiom, Fim e Uilm, rimarcando che intenzione delle cinque società è “trasferire operai con contratto di lavoro metalmeccanico, maggiormente tutelante dal punto di vista del salario e dei contributi, al contratto di lavoro multiservizi che garantisce e agevola solo le imprese”.
Il secondo tema che sarà affrontato giovedì, è la proroga della cassa integrazione ordinaria che ArcelorMittal ha chiesto per 1.395 addetti (pari al 17 per cento dell’intero personale) per 13 settimane, a partire da lunedì 30 settembre, per crisi congiunturale del mercato dell’acciaio. Qualche apertura negli ultimi giorni è arrivata da parte dell’azienda: rispetto alla prima tornata di cassa integrazione, attualmente in corso sempre per 1.395 lavoratori (iniziata il 2 luglio scorso, scade sabato 28 settembre), è probabile che l’azienda riduca i numeri complessivi dell’ammortizzatore sociale.
Più distanti, le posizioni tra sindacati e ArcelorMittal sulla richiesta fatta da Fiom, Fim e Uilm “di integrare con misure ad hoc il reddito dei lavoratori in cassa integrazione, che è pesantemente decurtato. I sindacati hanno proposto la rotazione del personale in cassa integrazione anche perché ci sono impianti soggetti a fermata. I sindacati, infine, hanno anche chiesto il rientro dalla cassa integrazione del personale di manutenzione, considerato che c’è da avviare un piano di lavori in diversi impianti della fabbrica che la task force congiunta ha individuato e definito nel luglio scorso.