Ci sono momenti in cui è importante che i comunisti marcino controcorrente, per deviare il movimento dalla via spontanea che lo porta sotto la cappa dei suoi nemici.
L’imperialismo è guerra, rapina dei popoli, miseria e distruzione dell’ambiente e uso selvaggio dell’uomo e della natura al servizio del profitto. Senza rovesciare l’imperialismo non è possibile rovesciare il processo di devastazione e distruzione dell’ambiente da esso procurato.
Non è accettabile che questo movimento chieda proprio ai responsabili di questa distruzione di mettere fine ad essa.
Così noi comunisti respingiamo decisamente ogni teoria catastrofista, da “ultima spiaggia”. La storia dell’umanità ci insegna che non è così che vanno le cose.
Ma le ragioni più consistenti che ci spingono a non aderire alle manifestazioni in corso sono legate a un fattore ben preciso. Il capitalismo cerca nuove fonti di profitto e individua nella Green Economy l’opportunità, fa leva sul movimento in corso per accelerare questo processo. In ogni paese le grandi
associazioni padronali, le multinazionali, i governi, la Finanza sono pronti come lupi famelici a lanciarsi sul nuovo business del secolo e a costruire il consenso intorno ad esso.
Senza una battaglia chiara e aperta nel movimento su questo, i comunisti, i proletari, i popoli parteciperebbero all’estensione delle catene e non a spezzarle.
Certamente la enorme quantità di giovani scesa in piazza domanda un impegno e un’attenzione, perché è fondamentale fare della gioventù non la massa di manovra del capitale e dell’imperialismo, non i costruttori del consenso, ma i distruttori di questo sistema. Il capitalismo prima fa profitti sulla distruzione, poi fa profitti sulla sua ricostruzione.
Sempre la gioventù è stata interessata ai grandi temi dell’ambiente, come in altre occasioni della fame, della pace, e così via. E in generale per tanti giovani, soprattutto giovanissimi, è la prima forma che assume il loro impegno sociale diretto ed è la prima forma che contiene una volontà radicale di cambiamento. C’è bisogno che questo movimento passi attraverso l’esperienza diretta, c’è bisogno del tempo necessario perchè in esso si definiscano le tendenze e si sviluppi lo scontro tra due visioni e due vie.
Noi diciamo è giusto ribellarsi. I giovani si devono ribellare all’omologazione, alla irregimentazione nell’”ambientalismo del capitale”. E solo su questa base che è necessario coagulare energie e forze in un movimento alternativo e rivoluzionario.
Ai comunisti spetta innanzitutto fare chiarezza nella classe e nel movimento proletario perché esso prenda posizione, sviluppi e intensifichi la lotta di classe, porti in campo gli interessi e le condizioni dei proletari e dei popoli. Questo è l’aspetto principale del lavoro dei comunisti, anche a fronte delle dimensioni del movimento in corso.
proletari comunisti/PCm Italia
27 settembre 2019
Nessun commento:
Posta un commento