Una bella e coraggiosa lettera di una compagna di Taranto che mostra come i problemi della vita, alcuni molto gravi, non sono questioni personali, e soprattutto che non ci sono "soluzioni" individuali, ma "soluzioni" collettive, di lotta, di rivoluzione per rovesciare questo mondo putrido che "uccide" e costruire un nuovo mondo!
Rivoluzione
unica soluzione a questa vita
A
primo acchito può sembrare che quello che sto per dire non c’entra
niente con la discussione dell'organizzazione e lotta rivoluzionaria, ma se si analizza bene vi
accorgerete che non è così.
Sono
una compagna che da oltre due mesi sta lottando ventiquattrore su
ventiquattro tranne quelle due o tre ore concessemi per dormire. Mio
figlio è caduto nella rete della droga e ha pensato di uscirsene da
solo, perdendo cosi il controllo della mente e del corpo. In uno dei
pochi momenti di lucidità, mi ha fatto chiamare il fratello maggiore
e ha detto testualmente “sono un coglione da solo non ce la faccio,
ho capito che devo lottare per riprendermi la vita e se questa e una
piccola comunità come dici sempre tu mamma, prendetemi per mano e
portatemi nella giusta direzione".
Perche
ho portato questo esempio? Perche penso che se gli operai le masse
non provano il dolore sulla propria carne e non toccano il fondo non
alzano la testa, sono oggi come narcotizzati, confusi, in parte
rassegnati. C'è chi si accontenta della “tessera per il pane”,
chi lavora di lecchinaggio e chi si tiene stretto pur sapendo che è
super sfruttato il misero posto di lavoro.
Mi
viene in mente ArcelorMittal che ha licenziato un operaio perchè
aveva partecipato ad uno sciopero. Ma gli operai non si devono fare
intimidire, ma costruire 10-20-100 scioperi.
In
questo contesto tocca a noi comuniste, comunisti immergerci nelle
masse per istillare il germe dell’ideologia rivoluzionaria. Basta
con gli scioperi e le manifestazioni pacifiche, bisogna agire con
violenza ad ogni tentativo di repressione, basta aspettare! Nella
situazione attuale con l’avanzare del fascismo “necessita la
rivoluzione violenta per rovesciare questo governo”. Le masse si
devono guidare come è avvenuto nel passato, bisogna che si dia un
punto di riferimento e stimolare l’autodeterminazione, si deve
formare e costruire la coscienza di classe senza se e senza ma. Le
masse devono capire che, come è stato nel nostro paese per il passato, si devono prendere le armi per affrontare uno
scontro violento. Questo è necessario e inevitabile per poter
arrivare al potere nelle mani dei proletari, alla dittatura del proletariato, alla società
socialista.
Nessun commento:
Posta un commento