giovedì 26 settembre 2019

Rivoluzione unica soluzione a questa vita - Una lettera di una compagna

Una bella e coraggiosa lettera di una compagna di Taranto che mostra come i problemi della vita, alcuni molto gravi, non sono questioni personali, e soprattutto che non ci sono "soluzioni" individuali, ma "soluzioni" collettive, di lotta, di rivoluzione per rovesciare questo mondo putrido che "uccide" e costruire un nuovo mondo!

Rivoluzione unica soluzione a questa vita

A primo acchito può sembrare che quello che sto per dire non c’entra niente con la discussione dell'organizzazione e lotta rivoluzionaria, ma se si analizza bene vi accorgerete che non è così.

Sono una compagna che da oltre due mesi sta lottando ventiquattrore su ventiquattro tranne quelle due o tre ore concessemi per dormire. Mio figlio è caduto nella rete della droga e ha pensato di uscirsene da solo, perdendo cosi il controllo della mente e del corpo. In uno dei pochi momenti di lucidità, mi ha fatto chiamare il fratello maggiore e ha detto testualmente “sono un coglione da solo non ce la faccio, ho capito che devo lottare per riprendermi la vita e se questa e una piccola comunità come dici sempre tu mamma, prendetemi per mano e portatemi nella giusta direzione".



Perche ho portato questo esempio? Perche penso che se gli operai le masse non provano il dolore sulla propria carne e non toccano il fondo non alzano la testa, sono oggi come narcotizzati, confusi, in parte rassegnati. C'è chi si accontenta della “tessera per il pane”, chi lavora di lecchinaggio e chi si tiene stretto pur sapendo che è super sfruttato il misero posto di lavoro.

Mi viene in mente ArcelorMittal che ha licenziato un operaio perchè aveva partecipato ad uno sciopero. Ma gli operai non si devono fare intimidire, ma costruire 10-20-100 scioperi.

In questo contesto tocca a noi comuniste, comunisti immergerci nelle masse per istillare il germe dell’ideologia rivoluzionaria. Basta con gli scioperi e le manifestazioni pacifiche, bisogna agire con violenza ad ogni tentativo di repressione, basta aspettare! Nella situazione attuale con l’avanzare del fascismo “necessita la rivoluzione violenta per rovesciare questo governo”. Le masse si devono guidare come è avvenuto nel passato, bisogna che si dia un punto di riferimento e stimolare l’autodeterminazione, si deve formare e costruire la coscienza di classe senza se e senza ma. Le masse devono capire che, come è stato nel nostro paese per il passato, si devono prendere le armi per affrontare uno scontro violento. Questo è necessario e inevitabile per poter arrivare al potere nelle mani dei proletari, alla dittatura del proletariato, alla società socialista.

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