ArcelorMittal vuole abbassare le tariffe. Gli autotrasportatori novesi: “Non accetteremo di essere pagati di meno”
Tra i padroncini che lavorano con l’impianto siderurgico: “Aspettiamo ancora 6 milioni dall’ex Ilva”
NOVI LIGURE.
C’è una comunità di lavoratori, quella degli autotrasportatori, che da anni attende di essere pagata per il lavoro svolto per l’Ilva: la vecchia Ilva prima dell’avvento di ArcelorMittal.
Non bastarono, circa 5 anni fa, i cortei di Tir che paralizzarono il
traffico sulle strade del Novese e mesi di presidio davanti allo
stabilimento di strada Bosco Marengo. La somma totale che solo nel
Novese deve essere corrisposta alle grandi aziende di autotrasporto e ai
cosiddetti padroncini, si aggira attorno ai 6 milioni di euro. A causa
dei debiti accumulati, alcuni piccoli autotrasportatori furono costretti
alla chiusura.
E
oggi incombe sugli autotrasportatori un altro rischio: la concorrenza
selvaggia che sta inducendo i nuovi proprietari a proporre
l’abbassamento delle tariffe. «Per noi è inaccettabile – spiega Luciano Bergadano, l’amministratore delegato della Transider,
la più grande società di autotrasporti del Novese che da decenni
collabora con l’Ilva– e questa voce, secondo la quale intenderebbero
pagare meno i trasporti, ci sta allarmando. Venerdì avremo un incontro a
Novi con un delegato Arcelor che verrà a spiegarci le sue ragioni. Ci
limiteremo ad ascoltarlo. Per ora. Poi riuniremo tutti gli
autotrasportatori novesi per valutare la risposta, indipendentemente da
quel che decideranno le società di trasporti di altre città che lavorano
con l’Ilva».
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