mercoledì 2 ottobre 2019

Il passo indietro della rete Antirazzista

Illusioni filo-governative, niente battaglia al razzismo e decreti sicurezza nelle piazze, un'adesione tutta istuzionale alla campagna "io accolgo" e un convegno per dar voce a lotte che non si è neppure andati a guardare, a caccia di "interlocutori" che stanno dalla parte del razzismo di Stato.

Un dialogo tra sordi - tra noi e tutti gli altri - l'ultima riunione della Rete antirazzista tenutasi nella sede della CGIL la scorsa settimana con una partecipazione mai tanto ridotta (CGIL, Babele, Circolo Gagarin, Ohana, Pax Christi e Slaicobas).
A parole, l'Intervento di Babele, condiviso da tutti gli altri, ha correttamente analizzato la continuità sul tema immigrazione tra vecchio e nuovo governo, dettagliatamente illustrato i punti qualificanti della campagna "Io Accolgo", lucidamente analizzato il recente "accordo" di Malta come un "salto all'indietro" alle politiche e accordi di Minniti, puntualmente denunciato il ruolo del Comune di Taranto nell'infame gestione dell'Hot-spot.
Ma, passando alle iniziative da mettere, le proposte fatte vanno in direzione esattamente contraria.

Rifiuto di qualsiasi idea di mobilitazione di strada o campagna di massa, la ripresa dell'appello "Io Accolgo" ridotta ad ottenerne l'adesione del Sindaco, con successiva conferenza stampa alla stessa CGIL, infine un convegno da tenersi a fine novembre dove ascoltare come relatori, tra gli altri, Gianni Fabbris di Altragricoltura e Ivan Sagnet di Rivolta per la Dignità (attivi, ma anche poi affossatori, nella lotta dei braccianti della Felandina, cui noi abbiamo partecipato in prima persona e riferito ampiamente in questo blog), il Prof Ciniero (studioso dei processi di globalizzazione e politiche migratorie dei paesi europei).
Un convegno per "elevare a proposta politica il livello della protesta contro i decreti sicurezza e le politiche anti-immigrati" e a cui invitare i parlamentari locali (tutti M5S) per "aprire il dialogo con il loro popolo" (sic!).

Abbiamo ribadito che l'azione di una Rete Antirazzista sul territorio è necessaria da una parte per portare avanti la lotta al nuovo governo per l'abolizone dei decreti sicurezza, dall'altra per contrastare sul campo la persistenza di posizioni reazionarie e razziste contro gli immigrati a livello di massa e che il cambio di governo non cambia il tipo di azioni da fare e su cui in passato siamo stati uniti.
Occorre una Rete che si impegni una campagna lunga, di continua visibilità di "piazza" che mantenga e sviluppi la mobilitazione, che dia questa forma anche alla campagna "io Accolgo" per riportare tra le masse, non ai parlamentari, la questione delle lotte e della condizione dei migranti.
A fronte delle diverse realtà di sfruttamento e sofferenza dei migranti, occorre dare non solo visibilità e sostegno ma soprattutto impegnarsi e contribuire a una lotta comune su diritti, documenti, lavoro, contratti, salario, case, alloggi, condizioni nei centri di accoglienza, diritto d'asilo, ecc.

In concreto, mentre a Taranto si sproloquiava sulle "nuove aspettative" di un governo senza più Salvini (e Fiom e Gagarin invitavano a dibattito la carrierista ultrarenziana ministra Bellanova), mentre si rincorreva il Sindaco (capo dell'amministrazione che gestisce l'hot-spot) perchè aderisse formalmente alla campagna "Io accolgo" i nostri compagni andavano al ghetto di 400 migranti di Palazzo S.Gervasio - ritrovandovi alcuni migranti che erano stati a Taranto e lottato con noi per i documenti di cui parlavano con gratitudine e orgoglio, e altri braccianti sgomberati dalla Felandina, ancora pronti a scendere in lotta per alloggio-lavoro-documenti, ecc.

La ReteAntirazzista che serve vive e diffonde questo tipo di spirito e di lavoro. Una rete invece che riparte da sè e ripiega su illusioni, che solo guarda a ciò che altri fanno per "elevare la protesta a proposta politica" sta decisamente un passo indietro e a poco serve.

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