Noi riteniamo che, a parte il pesante peggioramento delle condizioni contrattuali imposte nei cambi appalto e il rischio che non tutti i lavoratori mantengano il lavoro, la cosa più grave è l'azione padronale di smembramento dei lavoratori in tante ditte - gli operai della Ditta Castiglia più di 200, dovranno essere divisi in ben 6 ditte.
E' evidente che questo indebolisce la loro forza e la possibilità futura di lotta. Indebolire l'unità e la forza degli operai è un ben preciso piano dei padroni per imporre i loro interessi.
Per la classe operaia questo è l'attacco peggiore; potrebbero anche ottenere qualche risultato ma si legherebbero le mani per il dopo.
Su questo, però, nè i sindacati confederali nè l'Usb stanno alzando la voce e la lotta, come invece sarebbe necessario.
SLAI
Cobas
per
il sindacato di classe
Sede:
Taranto v. Livio Andronico, 47 – 347/5301704 – C.F. 90177580736 -
e mail: slaicobasta@gmail.com
TA
2 ottobre 2019
Alla
Direzione ISPETTORATO DEL LAVORO – Taranto
Alla
Direzione INPS – Taranto
All'att.ne
Responsabile Servizio Ispettivo
al
Comando GUARDIA DI FINANZA – Taranto
alla
PROCURA – Taranto
OGGETTO:
ESPOSTO-DENUNCIA – Lavoratori appalto ArcelorMittal Taranto –
Richiesta di urgente intervento.
La
sottoscritta, Calderazzi Margherita, coordinatrice
dell'organizzazione sindacale Slai cobas per il sindacato di classe,
chiede a codesti Enti di intervenire e fare accertamenti su
irregolarità e violazioni contrattuali e normative – che
brevemente di seguito si segnalano - nel passaggio di Ditta in corso
dei lavoratori dell'appalto ArcelorMittal.
In
particolare si segnala la situazione dei 201 lavoratori della Ditta
Castiglia per cui è previsto il passaggio ad altre Ditte, Alliance
Green Service Italia, Ecologica spa, Evoluzione ecologica, Mad, Ags
Italia e Sea.
In
questo passaggio, che provocherebbe uno smembramento dei lavoratori
in più Ditte, le
aziende hanno manifestato l’intenzione di voler
assumere
solo una parte del personale e a condizioni peggiorative.
-
In particolare si segnala e si chiede di intervenire in merito
all'imposizione
nel passaggio di un cambio contrattuale - da CCNL metalmeccanico a
CCNL Multiservizi -
che sarebbe in contrasto con l'attività lavorativa che i lavoratori
finora hanno svolto e continuerebbero a svolgere (trasporto e pulizie
industriali nell'area dello stabilimento ArcelorMittal).
E'
evidente, a parere della scrivente, che il cambio di contratto
risponde unicamente ad una logica di risparmio sul costo del lavoro
sia per ArcelorMittal che per le Ditte appaltatrici. Questo non solo
danneggia
economicamente e normativamente i lavoratori (che verrebbero a
perdere circa 300 euro) ma anche l'Inps.
Si
segnala che vi sono sentenze della magistratura (vedi Tribunale di
Torino sentenza 1743/2017) che stabiliscono che il singolo datore di
lavoro non può recedere dal CCNL in atto e applicare un altro
secondo valutazioni soggettive o di comodo.
Si
segnala, altresì, che anche i lavoratori già inquadrati nel CCNL
Multiservizi, così come altre centinaia di lavoratori dipendenti da
altre Ditte dell'appalto ArcelorMittal, sono, a parere della
scrivente, erroneamente inquadrati nel CCNL Multiservizi, operando,
pur se addetti alle pulizie civili, comunque nell'ambiente
siderurgico; con l'assurdo che operai dell'appalto e operai diretti
di ArcelorMittal pur svolgendo identica attività di pulizie, pur
operando fianco a fianco negli stessi reparti, hanno due contratti
diversi, gli uni Multiservizi, i diretti Metalmeccanico.
-
La Ditta Alliance
Green Service Italia
– dove ArcelorMittal è presente in joint venture - non ha, a
parere della scrivente, i requisiti necessari per l'espletamento
dell'attività lavorativa. Essa risulta operativa solo da giugno del
corrente anno, non risulta avere proprio personale formato per
l'attività che andrebbe a svolgere nell'appalto siderurgico.
Di
tanto si chiede un accertamento in particolare alla Guardia di
Finanza, sul come ha avuto l'appalto.
-
Le Ditte subentranti, Alliance
Green Service Italia, Ecologica spa, Evoluzione ecologica, Mad, Ags
Italia e Sea, hanno
ottenuto l'appalto con un'offerta al massimo ribasso, di circa il
40%; questo ribasso – che è stato considerato dalla giurisprudenza
e dalle norme comunitarie illegittimo - ora lo si vuole scaricare sui
lavoratori, attraverso questo cambio di CCNL.
Questo
ribasso e il cambio di CCNL viola inoltre la normativa sugli appalti,
richiamata anche dal Consiglio di Stato, che impone di separare
nell’offerta economica i costi della manodopera e gli oneri
aziendali sulla sicurezza. Di fatto, invece, in questo passaggio
introducendo
un peggioramento sia delle condizioni retributive che dei diritti e
tutele normative, non
si salvaguardano questi costi.
-
In generale, si chiede, al fine di tutelare i lavoratori in questi
passaggi di appalto, che venga inserita nei capitolati una clausola
sociale che garantisca il passaggio nella nuova Ditta di tutti i
lavoratori occupati nell'appalto precedente, alle stesse condizioni.
Questo avviene non solo per i cambi di appalto di lavoratori
inquadrati in CCNL che lo prevedono, ma anche negli altri, per
esempio nei trasporti.
Si
chiede ad ognuno degli Enti in indirizzo di essere messa a conoscenza
degli esiti degli accertamenti e degli eventuali adempimenti
adottati.
Slai
Cobas per il sindacato di classe
(Coord.
Nazionale Calderazzi Margherita)
pec:
slaicobassc@pec.libero.it
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