Margherita Calderazzi è stata sottoposta agli arresti domiciliari in esecuzione di una condanna emessa a seguito della denuncia-querela del Comandante dei Vigili di Taranto. Nel 2010 lo slai cobas per il sindacato di classe rappresentato dalla sua coordinatrice aveva organizzato una tenda sotto il Comune punto di autorganizzazione, di unità, di mobilitazione di tutti i disoccupati e i senza lavoro. La tenda veniva attaccata dalle forze della polizia municipale e distrutta.
L’arresto di Margherita Calderazzi non rappresenta solo un attacco alla libertà di espressione e di opposizione di una specifica area politica e sindacale.
Margheria Calderazzi è infatti una dirigente da sempre impegnata in prima fila in difesa ed in rappresentanza dei proletari, degli strati popolari e delle donne oppresse e sfruttate. Il suo arresto rappresenta quindi anche un tentativo volto ad intimidire e decapitare chi oggi, di fronte alla crescente perdita di consensi e di autorità morale dei partiti reazionari (Lega, M5S, FI. PD) e dei sindacati confederali guarda alla prospettiva della ripresa della lotta di classe come unica possibile via d’uscita dall’attuale situazione. Si possono condividere o meno, nel dettaglio, le posizioni di Margherita Calderazzi, ma è interesse e dovere di ogni proletario schierarsi oggi al suo fianco e difendere e valorizzare l’impegno di un’area sindacale come quello dello slai cobas per il sindacato di classe e di un area politica come quella di proletari comunisti. Si tratta di un’area che, di fronte alla reazione politica e culturale, alla repressione e alla pericolosa e colpevole confusione politica e ideologica di tante organizzazioni ed aree del sindacalismo di base e dell’ “estrema sinistra”, continua a mantenere ferma la bandiera dell’opposizione di classe a questo governo e alla falsa sinistra sindacale e politica riuscendo a non perdere la testa e a non farsi imbrogliare dalle sirene del populismo e del nazionalismo.
Margheria Calderazzi è infatti una dirigente da sempre impegnata in prima fila in difesa ed in rappresentanza dei proletari, degli strati popolari e delle donne oppresse e sfruttate. Il suo arresto rappresenta quindi anche un tentativo volto ad intimidire e decapitare chi oggi, di fronte alla crescente perdita di consensi e di autorità morale dei partiti reazionari (Lega, M5S, FI. PD) e dei sindacati confederali guarda alla prospettiva della ripresa della lotta di classe come unica possibile via d’uscita dall’attuale situazione. Si possono condividere o meno, nel dettaglio, le posizioni di Margherita Calderazzi, ma è interesse e dovere di ogni proletario schierarsi oggi al suo fianco e difendere e valorizzare l’impegno di un’area sindacale come quello dello slai cobas per il sindacato di classe e di un area politica come quella di proletari comunisti. Si tratta di un’area che, di fronte alla reazione politica e culturale, alla repressione e alla pericolosa e colpevole confusione politica e ideologica di tante organizzazioni ed aree del sindacalismo di base e dell’ “estrema sinistra”, continua a mantenere ferma la bandiera dell’opposizione di classe a questo governo e alla falsa sinistra sindacale e politica riuscendo a non perdere la testa e a non farsi imbrogliare dalle sirene del populismo e del nazionalismo.
Slai Cobas per la coscienza di classe
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