Deputati del M5S
Queste ignobili persone che sono i cosiddetti "deputati" di Di Maio - poveri "yes men" in carriera senza arte nè parte - votati anche da operai delusi, illusi e rincoglioniti - ora si fanno sentire ma per salvare l'accordo che taglia lavoro e continuerà a uccidere in fabbrica e fuori!
“Am InvestCo deve fornire risposte chiare e precise alle legittime istanze dei lavoratori dell’Ilva che in queste ore stanno avanzando dubbi sulle modalità con cui sono stati scelti coloro che dovranno transitare nella società facente capo al gruppo Arcelor-Mittal”. Lo affermano i portavoce del Movimento 5 Stelle Cassese, De Giorgi, Ermellino, Turco e Vianello che poi aggiungono: “A disciplinare il passaggio di consegne che si consumerà dal 1° novembre vi è un accordo sottoscritto al Mise e ci sono le leggi dello Stato italiano che vanno rispettate alla lettera”.
“Tali risposte – sostengono i rappresentanti ionici – Am
InvestCo dovrà fornirle durante l’incontro che si terrà al Mise l’8
novembre per volontà del ministro Luigi Di Maio il quale ha prontamente
convocato i vertici della newco e i sindacati di categoria. Confidiamo
nel fatto che il ministro – con il quale siamo in contatto sin da questa
mattina – saprà venire a capo di questa incresciosa situazione”.
“Il rischio di ricorsi collettivi ed individuali nelle sedi giudiziarie, in queste condizioni, è più di una remota possibilità – concludono i portavoce tarantini -. Si tratta di una situazione di ulteriore incertezza che graverebbe nuovamente sulle famiglie degli operai tarantini con costi inaccettabili”.
Chi vuole la chiusura dell'Ilva, di che si lamenta? Ora esprime una solidarietà pelosa agli operai discriminati che se fosse passata la loro posizione sarebbero in cassintegrazione tutti e a vita Taranto Respira: “Quali i criteri che ha utilizzato Ilva per la scelta degli lavoratori da collocare in cassa integrazione? Comincia male il rapporto tra Mittal e città di Taranto. Dalle prime notizie che circolano in rete, alcuni degli operai che negli scorsi anni si sono maggiormente impegnati nella lotta per la tutela dei diritti dei lavoratori nell’acciaieria tarantina risultano essere stati inseriti nella lista della CIGS e messi a riposo dal 1 novembre. Taranto Respira esprime solidarietà per i lavoratori che con una scelta unilaterale dell’azienda si ritroveranno in riposo forzato. Sarebbe utile conoscere i criteri che hanno portato l’azienda a fare le sue scelte e ci auspichiamo che tali criteri rispondano a quelli sindacali e che non siano stati in alcun modo violati diritti e tutele dei lavoratori. Taranto Respira, seppur da sempre contraria alla presenza di Ilva nel territorio tarantino e favorevole ad un progetto di riconversione economica della città, si sente comunque vicina a quei lavoratori che evidentemente vivono con disagio il passaggio di gestione di Ilva. L’industria a Taranto continua ad essere solo un business per pochi e una sofferenza sociale, sanitaria ed economica per tanti. Infatti, oltre al disagio per l’ingombrante presenza di una entità impattante ed inquinante sul territorio oltre ogni criterio di buon senso, Taranto deve pagare più di ogni altra realtà (Genova) i costi dei tagli all’occupazione, senza avere piano B di riserva. Cominciano a manifestarsi gli effetti di una gestione della questione Ilva da parte del governo Lega-Cinque Stelle assolutamente scandalosa rispetto a quelle che erano state le promesse elettorali e le aspettative dei tarantini. Tutto ciò ci preoccupa e ci spinge ad ancora maggiori motivazioni per continuare la nostra lotta per la riconversione economica ed ecologica di una Taranto finalmente libera. Taranto respira è vicina ai compagni di lotta ora messi a riposo dall’azienda con cui abbiamo condiviso negli ultimi anni ideali di cambiamento e una visione della città libera dalla grande industria”.
Circa poi Rifondazione comunista sono i sindacati confederali e USB che loro sostengono che hanno firmato l'accordo criminale su cui si basa oggi Mittal e i loro lamenti pelosi e umanitari sono solo chiacchiere. D'altra parte che fanno ora? Si rivolgono agli ignobili deputati del movimento 5 stelle complici del misfatto. Ecco, questa sinistra a chiacchiere è cosa inutile!
Rifondazione comunista “I lavoratori non sono scarti; il governo intervenga. ‘I sommersi e i salvati’ è un libro di Primo Levi in cui si racconta di come i nazisti, per governare meglio i lager, creassero divisioni fra i reclusi sulla base di piccoli privilegi. Una cosa analoga rischia di accadere anche in Ilva con la procedura di Cigs. L’azienda giustifica le scelte delle scorse ore con una presunta “obsolescenza” di alcune postazioni tecnologiche; in realtà ad essere considerati “obsoleti” sono uomini in carne ed ossa, che le precedenti proprietà hanno spremuto e che ora Mittal considera inutili, da buttare via. E fra i “sommersi” sono finiti padri di famiglie monoreddito con diversi figli a carico, uomini con posizioni economiche e personali complicate. Tutto questo, l’aspetto umano del lavoratore, all’azienda non interessa: il lavoratore è la rotella di un ingranaggio e niente di più. Al lavoratore non resta che sfogare la propria rabbia sui colleghi più fortunati, i “salvati”. Un “delitto perfetto”, in cui l’azienda vince sempre. Questo è il risultato della scellerata decisione del governo Lega-5 Stelle di cedere una fabbrica da 11.000 dipendenti a una multinazionale. Lo abbiamo ripetuto innumerevoli volte in questi anni: una multinazionale è interessata esclusivamente ai profitti, e valuta tutto – uomini compresi – in base ad essi. Abbiamo sotto gli occhi la drammatica dimostrazione di questo principio: persone ridotte – per dirla con le parole di Papa Francesco – a “scarti”. Di fronte a tutto questo non si può restare immobili. I rappresentanti del territorio in Parlamento, tutti esponenti del Movimento 5 Stelle, hanno il dovere di chiedere al loro governo, al loro Ministro del Lavoro, che cosa sta succedendo all’Ilva di Taranto, e quali criteri sono stati adottati per scegliere le persone da mandare in Cigs. Al momento nessuno di loro ha detto una parola: quando intendono svegliarsi? Ma soprattutto si deve pretendere dal governo che non ci siano “sommersi”, cioè che a tutti i dipendenti Ilva venga trovato un lavoro il prima possibile, come prevede lo stesso contratto siglato dal governo con Mittal. In caso contrario la situazione per il territorio diventerebbe tragica: migliaia di persone andrebbero ad aggiungersi agli attuali disoccupati. I soldi per farlo ci sono! Basta smettere di regalare miliardi ai ricchi con la flat tax e i condoni fiscali, e anzi tassare le grandi ricchezze come sta facendo il governo spagnolo”.
“Il rischio di ricorsi collettivi ed individuali nelle sedi giudiziarie, in queste condizioni, è più di una remota possibilità – concludono i portavoce tarantini -. Si tratta di una situazione di ulteriore incertezza che graverebbe nuovamente sulle famiglie degli operai tarantini con costi inaccettabili”.
Chi vuole la chiusura dell'Ilva, di che si lamenta? Ora esprime una solidarietà pelosa agli operai discriminati che se fosse passata la loro posizione sarebbero in cassintegrazione tutti e a vita Taranto Respira: “Quali i criteri che ha utilizzato Ilva per la scelta degli lavoratori da collocare in cassa integrazione? Comincia male il rapporto tra Mittal e città di Taranto. Dalle prime notizie che circolano in rete, alcuni degli operai che negli scorsi anni si sono maggiormente impegnati nella lotta per la tutela dei diritti dei lavoratori nell’acciaieria tarantina risultano essere stati inseriti nella lista della CIGS e messi a riposo dal 1 novembre. Taranto Respira esprime solidarietà per i lavoratori che con una scelta unilaterale dell’azienda si ritroveranno in riposo forzato. Sarebbe utile conoscere i criteri che hanno portato l’azienda a fare le sue scelte e ci auspichiamo che tali criteri rispondano a quelli sindacali e che non siano stati in alcun modo violati diritti e tutele dei lavoratori. Taranto Respira, seppur da sempre contraria alla presenza di Ilva nel territorio tarantino e favorevole ad un progetto di riconversione economica della città, si sente comunque vicina a quei lavoratori che evidentemente vivono con disagio il passaggio di gestione di Ilva. L’industria a Taranto continua ad essere solo un business per pochi e una sofferenza sociale, sanitaria ed economica per tanti. Infatti, oltre al disagio per l’ingombrante presenza di una entità impattante ed inquinante sul territorio oltre ogni criterio di buon senso, Taranto deve pagare più di ogni altra realtà (Genova) i costi dei tagli all’occupazione, senza avere piano B di riserva. Cominciano a manifestarsi gli effetti di una gestione della questione Ilva da parte del governo Lega-Cinque Stelle assolutamente scandalosa rispetto a quelle che erano state le promesse elettorali e le aspettative dei tarantini. Tutto ciò ci preoccupa e ci spinge ad ancora maggiori motivazioni per continuare la nostra lotta per la riconversione economica ed ecologica di una Taranto finalmente libera. Taranto respira è vicina ai compagni di lotta ora messi a riposo dall’azienda con cui abbiamo condiviso negli ultimi anni ideali di cambiamento e una visione della città libera dalla grande industria”.
Circa poi Rifondazione comunista sono i sindacati confederali e USB che loro sostengono che hanno firmato l'accordo criminale su cui si basa oggi Mittal e i loro lamenti pelosi e umanitari sono solo chiacchiere. D'altra parte che fanno ora? Si rivolgono agli ignobili deputati del movimento 5 stelle complici del misfatto. Ecco, questa sinistra a chiacchiere è cosa inutile!
Rifondazione comunista “I lavoratori non sono scarti; il governo intervenga. ‘I sommersi e i salvati’ è un libro di Primo Levi in cui si racconta di come i nazisti, per governare meglio i lager, creassero divisioni fra i reclusi sulla base di piccoli privilegi. Una cosa analoga rischia di accadere anche in Ilva con la procedura di Cigs. L’azienda giustifica le scelte delle scorse ore con una presunta “obsolescenza” di alcune postazioni tecnologiche; in realtà ad essere considerati “obsoleti” sono uomini in carne ed ossa, che le precedenti proprietà hanno spremuto e che ora Mittal considera inutili, da buttare via. E fra i “sommersi” sono finiti padri di famiglie monoreddito con diversi figli a carico, uomini con posizioni economiche e personali complicate. Tutto questo, l’aspetto umano del lavoratore, all’azienda non interessa: il lavoratore è la rotella di un ingranaggio e niente di più. Al lavoratore non resta che sfogare la propria rabbia sui colleghi più fortunati, i “salvati”. Un “delitto perfetto”, in cui l’azienda vince sempre. Questo è il risultato della scellerata decisione del governo Lega-5 Stelle di cedere una fabbrica da 11.000 dipendenti a una multinazionale. Lo abbiamo ripetuto innumerevoli volte in questi anni: una multinazionale è interessata esclusivamente ai profitti, e valuta tutto – uomini compresi – in base ad essi. Abbiamo sotto gli occhi la drammatica dimostrazione di questo principio: persone ridotte – per dirla con le parole di Papa Francesco – a “scarti”. Di fronte a tutto questo non si può restare immobili. I rappresentanti del territorio in Parlamento, tutti esponenti del Movimento 5 Stelle, hanno il dovere di chiedere al loro governo, al loro Ministro del Lavoro, che cosa sta succedendo all’Ilva di Taranto, e quali criteri sono stati adottati per scegliere le persone da mandare in Cigs. Al momento nessuno di loro ha detto una parola: quando intendono svegliarsi? Ma soprattutto si deve pretendere dal governo che non ci siano “sommersi”, cioè che a tutti i dipendenti Ilva venga trovato un lavoro il prima possibile, come prevede lo stesso contratto siglato dal governo con Mittal. In caso contrario la situazione per il territorio diventerebbe tragica: migliaia di persone andrebbero ad aggiungersi agli attuali disoccupati. I soldi per farlo ci sono! Basta smettere di regalare miliardi ai ricchi con la flat tax e i condoni fiscali, e anzi tassare le grandi ricchezze come sta facendo il governo spagnolo”.
Nessun commento:
Posta un commento