corriere di Taranto



C’è aria tesa all’Ilva. Dal 1 novembre ArcelorMittal entrerà in fabbrica e per il siderurgico tarantino inizierà una nuova era. Che toccherà, dopo l’accordo occupazionale dello scorso 6 settembre a Roma, in primis gli oltre 10mila lavoratori del sito tarantino. Certo, fanno specie le prime polemiche nei confronti della multinazionale dell’acciaio: forse in molti hanno colpevolmente sottovalutato cosa potesse significare, dopo 6 anni di ombrello statale (tra commissariamento e amministrazione straordinaria) trovasi nuovamente di fronte uno dei gruppi più importanti del settore privato dell’acciaio mondiale.
Come riportato la scorsa settimana infatti, lunedì 29 ottobre arriverà alle organizzazioni sindacali la comunicazione ufficiale per quanto attiene invece i numeri definitivi sulle macroaree, divisi reparto per reparto, sui lavoratori che rientreranno negli 8200 lavoratori che saranno riassunti da AM Invest Co Italy. La comunicazione arriverà ai lavoratori il tramite raccomandata con ricevuta di ritorno; inoltre sul portale MyIlva ogni lavoratore potrà verificare la sua posizione, oppure potrà verificarlo tramite apposita app sul proprio cellulare: è stato anche attivato un numero verde a cui si potrà chiamare per conoscere le decisioni di ArcelorMittal, visto che quasi 7mila operai non sono iscritti al portale: il numero è 800.583.388, oppure si potrà consultare il sito oppure tramite mail all’indirizzo ammper@gruppoilva.com. Inoltre, saranno attivate delle postazioni fisse all’interno dell’Ilva, probabilmente in tutte le portinerie, per fornire ai lavoratori delucidazioni in tal senso.
La tensione è stata generata dalla mancata chiarezza, da parte di ArcelorMittal, sui numeri definitivi per macroarea, tra chi sarà assunto in AM InvestCo Italy e chi invece resterà in capo ad Ilva in Amminstrazione Straordinaria. 8200 quelli che saranno riassunti, i restanti 2586 resteranno in cig sotto il controllo dei commissari straordinari almeno sino al 2023, di cui 300 saranno utilizzati per le bonifiche nelle aree interne allo stabilimento. Numeri definitivi che i sindacati si aspettavano di conoscere in queste ultime due settimane, prima di arrivare alla data di lunedì 29 ottobre e a quella, ancora più importante, del 1 novembre con l’ingresso di Mittal in fabbrica.
Le ultime notizie sui numeri forniti ai sindacati, sono i seguenti. Lo stabilimento è stato diviso in due grandi macroaree presenti in Ilva: area a caldo e a freddo (nella nuova indicazione, area “primary” e “finishing”). Nel comparto altoforno e sinterizzazione, comprese manutenzione e funzioni di staff, prevede 717 unità; 1607 i lavoratori previsti nell’area acciaieria, mentre nell’area a freddo sono previste 509 unità alla laminazione: 375 al coordinamento operativo laminatoi e 616 ai prodotti piatti e tubi. Per quanto concerne le centrali di manutenzione e pezzi di ricambio sono previste 1312 unità (799 officine centrali di manutenzione meccanica e 287 officine elettriche); 424 invece quelle previste nell’area cokeria, mente sono 164 quelle previste nel facility management (161 mpiegati agli affari generali nella sede di Taranto); sono invece 366 le unità previste per le materie prime, di cui 163 al porto; 57 le unità previste ai servizi ecologici. 
Ricordiamo che per quanto concerne i criteri di scelta dei lavoratori, si seguirà il seguente schema. Innanzitutto si partirà dalla linea tecnologica: ovvero, si guarderà prima di tutto ai singoli reparti, se e come resteranno in attività: questo significa che qualora, per ipotesi, un reparto verrà chiuso, inevitabilmente tutti i lavoratori di quest’ultimo risulteranno in esubero. Dopo di che, secondo un calcolo di media ponderata che i sindacati si attendevano di conoscere già nei giorni scorsi, si valuteranno gli anni di anzianità e i carichi famliari.
Resta ancora da stabilire, ma questo lo si potrà fare soltanto nelle prossime settimane, il numero dei lavoratori che usciranno dall’Ilva accettando l’incentivo all’esodo. La scorsa settimana 320 le transazioni firmate dai lavoratori Ilva, su un totale di 394 pervenute alle organizzazioni sindacali. Questa settimana si è arrivati a quasi 400 transazioni firmate, con un altro centinaio di richieste pervenute: cifre che lasciano pensare che alla fine ci si avvicinerà alle 7-800 uscite volontarie ipotizzate dai sindacati nelle scorse settimane.