giovedì 18 ottobre 2018

Perchè Amadou è stato "ucciso"! Contribuire ai fondi per riportare Amadou in Gambia

Non è stato un suicidio, anche se tecnicamente lo è, quello di Amadou, è stato un assassinio! i cui responsabili sono Salvini/ Di Maio e il loro "decreto sicurezza", ma non di meno Mattarella che ha firmato per "motivi di urgenza" (ne parliamo in altro articolo) questo decreto razzista che per i migranti vuol dire INSICUREZZA anche per la loro stessa vita.
Dopo questo decreto tanti migranti - non solo nella provincia di Taranto ma in tutte le città in cui stanno centri di accoglienza - ora vivono nella paura, nell'angoscia di dover essere espulsi, di non poter più avere il permesso di soggiorno, il diritto d'asilo; domandano continuamente quale sarà ora la loro sorte. 
MA QUESTO DECRETO E' ILLEGITTIMO E DISUMANO! SE INVECE DEL DECRETO IL GOVERNO AVESSE IMPUGNATO UN'ARMA CONTRO I MIGRANTI ERA LA STESSA COSA! 
E allora, ai migranti di Taranto, e non solo, diciamo: non paura, non disperazione, ma ribellione e lotta! Non sacrificate ancora le vostre vite, non per questi morti in piedi fascisti e razzisti. 
Se sviluppiamo dovunque stiamo e a livello nazionale la lotta, se costruiamo l'unità dal nord al sud, tra i vari centri di accoglienza, le varie realtà, allora saranno i Salvini, i Di Maio, i Mattarella ad avere paura.
Per Amadou, per tutti noi, questo lo dobbiamo fare!


"Era un ricorrente, Amadou, aveva un permesso di soggiorno temporaneo fino a marzo 2019 assegnato proprio in attesa del ricorso presentato dopo il diniego alla domanda di protezione internazionale.
Nel frattempo, però, è cambiato quasi tutto nel sistema di accoglienza. Con il cosiddetto “Decreto Salvini”, infatti, dal 24 settembre è stato abolito l’istituto della protezione internazionale, proprio quello nel quale Amadou sperava per rimanere in Italia. Il 22enne, insomma, aveva capito che stava attendendo qualcosa di irrealizzabile: pur vincendo il ricorso, non avrebbe ottenuto la protezione perché non più prevista dall’ordinamento.
Si immaginava già come un “fantasma”, quindi, non riusciva a darsi pace. Almeno è quel che hanno raccontato i suoi amici agli operatori del centro di accoglienza straordinaria di Castellaneta Marina, che lui frequentava... la sua preoccupazione per il futuro arrivava anche dalle notizie di cronaca, dalla paura che la riforma del sistema potesse costringerlo a finire in un ghetto.
«I ragazzi sono molto più informati sulle vicende nazionali – ha spiegato il responsabile dell’associazione Babele Enzo Pilò, che gestisce anche il centro di Castellaneta Marina –, seguono l’evoluzione delle norme con molta più attenzione di quanto accadesse pochi mesi fa. E questo provoca molto nervosismo tra di loro, sono molto agitati».
Senza protezione, senza permesso di soggiorno, Amadou non avrebbe potuto avere un lavoro regolare, assistenza sanitaria, un contratto d’affitto: sarebbe rimasto illegittimamente sul suolo italiano, oppure espulso. «Questi ragazzi subiscono violenze indicibili – ha spiegato Pilò –, ma è anche vero che le loro famiglie investono tutto nella possibilità che possano realizzarsi altrove, magari risollevando le sorti dell’interno nucleo familiare. Tornare in Africa così era per lui probabilmente impensabile».
*****
L’Associazione Babele sta raccogliendo donazioni per riuscire a riportare la sua salma nel villaggio del Gambia in cui viveva. Servono in pochi giorni circa 5000mila euro per pagare agenzia funebre che si occupa dello spostamento.
Anche un piccola donazione sarà importante.
Tipologia conto: Conto corrente ordinario
IBAN: IT57 Y033  9501 6001 0000 0004 651 BIC BCITIT MX
Filiale: 05000 Filiale di Milano
Causale è: Rimpatrio salma Jawo Amadou, intestato ad Associazione Babele.

Nessun commento:

Posta un commento