venerdì 5 luglio 2019

ArcelorMIttal, intesa in arrivo su immunità a tempo.

di Carmine Fotina e Domenico Palmiotti

Il rischio di chiusura da settembre per l’ex Ilva si allontana. Si va infatti verso un’intesa dopo l'incontro di ieri tra il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio e i vertici di ArcelorMittal, il Ceo europeo Geert Van Poelvoorde e quello italiano, Matthieu Jehl.
Come anticipato dal Sole 24 Ore del 28 giugno, il negoziato sull’abolizione dell’immunità penale e amministrativa, che in base al decreto crescita scadrà il 6 settembre, è stato incentrato sulle tutele legate alle responsabilità della vecchia proprietà. Con tutta probabilità sarà varata una nuova norma, mentre non convincerebbe l’azienda l’ipotesi di un mero parere dell’Avvocatura dello Stato.

Questo il centro del dialogo sotterraneo che si è svolto in queste settimane, all’ombra di una diatriba che era diventata sempre più politica visto l’interesse della Lega a forzare la mano a sostegno della multinazionale e in contrapposizione con i 5 Stelle.
Nessun commento ufficiale dopo l’incontro. Ma filtra l’intenzione di andare verso una “soluzione condivisa”. La norma allo studio, che sarà giustificata dai grillini come una correzione interpretativa e non come il ripristino della vecchia immunità, costituirebbe una tutela legale per l’azienda di fronte a responsabilità chiaramente riconducibili a condotte delle precedenti gestioni.
Quanto alla Lega, porterebbe a casa un successo costruito anche su una lettura un po’ maliziosa dei piani del ministero dello Sviluppo che già nei mesi scorsi aveva impostato un dialogo su questi aspetti con la nuova proprietà del colosso siderurgico.
La norma risolutiva dovrebbe concretizzarsi ad agosto, come emendamento in uno dei primi veicoli utili, o addirittura come un nuovo “decreto Ilva”. Bisognerà vedere a quel punto se la nuova formulazione dell’immunità sarà anche sufficiente a “sterilizzare” la pronuncia della Corte costituzionale chiamata ad esprimersi ad ottobre su due questioni di legittimità poste dal Gip di Taranto.
La prima si riferisce proprio alla contestata immunità, la seconda invece alla proroga fino ad agosto 2023 del Piano ambientale e quindi delle condizioni che rendono possibile la prosecuzione dell’attività produttiva.

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