Da Zaccaria a Massaro stanno lì a dirci che ORA BASTA!
SI LAVORA SOLO IN SICUREZZA!
Ex Ilva, il porto è fuori uso. In aiuto l’Authority?
Si pensa alla banchina commerciale. Ieri primo incontro Task Force
azienda-sindacati: focus su sporgenti, Batterie e Sottoprodotti
Nella giornata di ieri si è riunita per la prima volta la task force composta da RR.SS.UU. RR.LL.SS. e tecnici aziendali
(Risorse Umane, Operations, Sicurezza e Salute, Ambiente), costiuita
dopo l’accordo raggiunto nella riunione di mercoledì tra i sindacati metalmeccanici di Taranto (Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil ed Ugl) e i vertici di ArcelorMittal Italia.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/07/17/ex-ilva-sindacati-mittal-al-via-percorso-condiviso2/)
Venendo per un attimo all’attualità, il problema realitvo alla situazione del porto, per l’azienda è tutt’altro che di poco conto. Di fatto il IV sporgente dove avviene lo scarico del minerale, è inutilizzabile. Sia perché l’area è sotto sequestro, sia perchè le gru ‘DM5’, ‘DM6’ e ‘DM8’ sarebbero comunque inutilizzabili. Una prima stima ha calcolato che eventuali nuovi interventi costerebbero tra i 30 e i 40 milioni di euro.
Inoltre, dato prioritario e da non sottovalutare, i lavoratori dell’area, in tutto una cinquantina, al momento mantengono ferma la loro posizione di non voler più salire su quelle gru, perché da
anni ritenute non più sicure, avendo terminato il loro ciclo di vita. Risalibbero soltanto su delle gru nuove e non rattoppate alla meno peggio.
Sempre i lavoratori dell’area IMA1, negli ultimi giorni hanno inoltre posto all’attenzione dell’azienda e dei sindacati un altro aspetto da non sottovalutare: ovvero il fatto che la loro esperienza suggerisce che manovrare gru da 60 metri ed oltre con un sistema remoto da terra per scaricare il minerale, non è fattibile. Il gruista ha bisogno di avere sotto la sua osservazione l’intera nave e la sua stiva per poter operare al meglio. Cosa che con una strumentazione elettronica, seppur tecnologicamente all’avanguardia, non avverrebbe.
Non si starebbe meglio al II sporgente, dove si scarica il carbone e la loppa. Lo scorso 10 luglio, mentre al IV sporgente si verificava l’incidente mortale, secondo le nostre fonti, l’impianto di caricazione CM1 avrebbe traslato senza freni che si sarebbero dovuti azionare automaticamente, e la macchina ha terminato la sua corsa solo perché si è andata a incastrare sulla nave sulla quale stava operando, senza fortunatamente provocare gravi feriti. Le altre due macchine presenti al II sporgente, la ‘DM1’ e la ‘DM2’ (quest’ultima ormai ferma da anni e in attesa di essere demolita) non hanno traslato sui binari procedendo da sole come le altre, soltanto perché si stavano svolgendo dei lavori sui binari e quindi erano stati posizionati dei fermi (in gergo chiamati scarpette), altrimenti secondo le nostre fonti, avrebbero sicuramente causato danni e sarebbero andate a scontrarsi contro l’ultima gru li presente, il Csu, macchina che scarica a tazze e non come le altre a benna.
Tutto questo scenario avrebbe portato l’azienda, secondo quanto trapelato negli ultimi giorni, a prendere contatti con l’Autorità Portuale, per ottenere la possibilità di utilizzare la banchina commerciale come alternativa. Oltre ad aver presto contatti con un’azienda esterna per l’approvvigionamento del minerale: secondo quanto trapelato sempre ieri dall’incontro con i sindacati, attualmente ogni giorno arrivano non più di 10mila tonnellate di minerale verso l’area altiforni, al netto delle 30mila giornaliere per la produzione di ghisa.
La situazione quindi è tutt’altro che rosea.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/07/13/2quel-che-resta-di-una-gru-e-della-sua-fabbrica/)
Nel corso dell’incontro di ieri, il primo in programma di una lunga serie, “l‘Azienda ha illustrato nel i Piani di manutenzione (OPEX e CAPEX) delle aree Sbarco Materie Prime. Parchi Minerali, Cokeria e Souoprodotti evidenziando da un punto di vista tecnico le migliorie sia sotto il pmfilo ambientale che sotto il profilo della sicurezza e salute nei lunghi di lavoro“, si legge nel verbale sottoscritto dalle parti. Inoltre, “sono stati forniti i timing relativi agli impianti oggetto di revamping (BF4, Batteria 9 e linea Sottoprodottî BATT9-10), rifacimenti (BFI, BF2, BF3, BATT10) e demolizioni (DM2)“.
La situazione del IV e II sporgente del porto
Dopo di che l’azienda ha fornito alla Task Farce, relativamente all’area IMA1 del IV sporgente del porto in concessione all’azienda, un aggiornamento complessivo sullo stato dell’arte, Ma in particolar modo i sindacati, hanno convenuto di procedere ad un esame più dettagliato del solo II sporgente, in considerazione dell’attuale stato giuridico in cui versa il IV sporgente, visto il sequestro dell’intera area da parte della Procura dopo l’incidente mortale dello scorso 10 luglio.
Secondo quanto si apprende dal verbale della riunione, le RR.LL.SS. saranno coinvolte, attraverso appositi incontri ad hoc, attivati dagli enti aziendali preposti al fine di monitorare ed essere aggiornati sulle verifiche ed ispezioni attualmente in corso presso il II sporgente. Si è inoltre convenuto che le stesse RR.LL.SS. siano coinvolte durante le verifiche di funzionalità e la cui prima data prevista è il 22/07 alle ore 10 presso il II sporgente. L’Azienda ha inoltre comunicato alla Task Force che è stato avviato in dava 16/07 lo studio di fattibilità degli interventi di cui al verbale ministeriale attivando i dipartimenti preposti, per trovare soluzioni tecnico-organizzative per tendere a eliminare l’esposizione dei lavoratori operanti in area portuale ai rischi legati ai fenomeni atmosferici e di straordinaria entità.
Per quanto concerne la gestione delle risorse dell’area IMA1, l‘Azienda, in adesione a quanto emerso nel corso dell’incontro di ieri e limitatamente all’arco temporale 11/07/2019-18/07/2019 e per i turni non oggetto di proclamazione di sciopero, ha manifestato la propria disponibilità ad utilizzare idonei strumenti gestionali atti ad evitare penalizzazioni economiche in ragione di assenze dal lavoro. Il personale di IMA1, a far data da oggi e sino al termine delle verifiche e valutazioni aziendali ancora in corso che saranno comunicate alle OO.SS. e alla RR.SS.UU., sarà avviato a temporanei percorsi di training, divulgazione POS ed altre attività compatibili con l’attuale stato dell’arte, articolando le turnazioni nel modo più efficace possibile. In pratica si tratta di un percorso di formazione professionale per consentire agli addetti dell’area di non perdere giornata di lavoro.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/07/17/ex-ilva-sindacati-mittal-al-via-percorso-condiviso2/)
Venendo per un attimo all’attualità, il problema realitvo alla situazione del porto, per l’azienda è tutt’altro che di poco conto. Di fatto il IV sporgente dove avviene lo scarico del minerale, è inutilizzabile. Sia perché l’area è sotto sequestro, sia perchè le gru ‘DM5’, ‘DM6’ e ‘DM8’ sarebbero comunque inutilizzabili. Una prima stima ha calcolato che eventuali nuovi interventi costerebbero tra i 30 e i 40 milioni di euro.
Inoltre, dato prioritario e da non sottovalutare, i lavoratori dell’area, in tutto una cinquantina, al momento mantengono ferma la loro posizione di non voler più salire su quelle gru, perché da
anni ritenute non più sicure, avendo terminato il loro ciclo di vita. Risalibbero soltanto su delle gru nuove e non rattoppate alla meno peggio.
Sempre i lavoratori dell’area IMA1, negli ultimi giorni hanno inoltre posto all’attenzione dell’azienda e dei sindacati un altro aspetto da non sottovalutare: ovvero il fatto che la loro esperienza suggerisce che manovrare gru da 60 metri ed oltre con un sistema remoto da terra per scaricare il minerale, non è fattibile. Il gruista ha bisogno di avere sotto la sua osservazione l’intera nave e la sua stiva per poter operare al meglio. Cosa che con una strumentazione elettronica, seppur tecnologicamente all’avanguardia, non avverrebbe.
Non si starebbe meglio al II sporgente, dove si scarica il carbone e la loppa. Lo scorso 10 luglio, mentre al IV sporgente si verificava l’incidente mortale, secondo le nostre fonti, l’impianto di caricazione CM1 avrebbe traslato senza freni che si sarebbero dovuti azionare automaticamente, e la macchina ha terminato la sua corsa solo perché si è andata a incastrare sulla nave sulla quale stava operando, senza fortunatamente provocare gravi feriti. Le altre due macchine presenti al II sporgente, la ‘DM1’ e la ‘DM2’ (quest’ultima ormai ferma da anni e in attesa di essere demolita) non hanno traslato sui binari procedendo da sole come le altre, soltanto perché si stavano svolgendo dei lavori sui binari e quindi erano stati posizionati dei fermi (in gergo chiamati scarpette), altrimenti secondo le nostre fonti, avrebbero sicuramente causato danni e sarebbero andate a scontrarsi contro l’ultima gru li presente, il Csu, macchina che scarica a tazze e non come le altre a benna.
Tutto questo scenario avrebbe portato l’azienda, secondo quanto trapelato negli ultimi giorni, a prendere contatti con l’Autorità Portuale, per ottenere la possibilità di utilizzare la banchina commerciale come alternativa. Oltre ad aver presto contatti con un’azienda esterna per l’approvvigionamento del minerale: secondo quanto trapelato sempre ieri dall’incontro con i sindacati, attualmente ogni giorno arrivano non più di 10mila tonnellate di minerale verso l’area altiforni, al netto delle 30mila giornaliere per la produzione di ghisa.
La situazione quindi è tutt’altro che rosea.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/07/13/2quel-che-resta-di-una-gru-e-della-sua-fabbrica/)
Nel corso dell’incontro di ieri, il primo in programma di una lunga serie, “l‘Azienda ha illustrato nel i Piani di manutenzione (OPEX e CAPEX) delle aree Sbarco Materie Prime. Parchi Minerali, Cokeria e Souoprodotti evidenziando da un punto di vista tecnico le migliorie sia sotto il pmfilo ambientale che sotto il profilo della sicurezza e salute nei lunghi di lavoro“, si legge nel verbale sottoscritto dalle parti. Inoltre, “sono stati forniti i timing relativi agli impianti oggetto di revamping (BF4, Batteria 9 e linea Sottoprodottî BATT9-10), rifacimenti (BFI, BF2, BF3, BATT10) e demolizioni (DM2)“.
La situazione del IV e II sporgente del porto
Dopo di che l’azienda ha fornito alla Task Farce, relativamente all’area IMA1 del IV sporgente del porto in concessione all’azienda, un aggiornamento complessivo sullo stato dell’arte, Ma in particolar modo i sindacati, hanno convenuto di procedere ad un esame più dettagliato del solo II sporgente, in considerazione dell’attuale stato giuridico in cui versa il IV sporgente, visto il sequestro dell’intera area da parte della Procura dopo l’incidente mortale dello scorso 10 luglio.
Secondo quanto si apprende dal verbale della riunione, le RR.LL.SS. saranno coinvolte, attraverso appositi incontri ad hoc, attivati dagli enti aziendali preposti al fine di monitorare ed essere aggiornati sulle verifiche ed ispezioni attualmente in corso presso il II sporgente. Si è inoltre convenuto che le stesse RR.LL.SS. siano coinvolte durante le verifiche di funzionalità e la cui prima data prevista è il 22/07 alle ore 10 presso il II sporgente. L’Azienda ha inoltre comunicato alla Task Force che è stato avviato in dava 16/07 lo studio di fattibilità degli interventi di cui al verbale ministeriale attivando i dipartimenti preposti, per trovare soluzioni tecnico-organizzative per tendere a eliminare l’esposizione dei lavoratori operanti in area portuale ai rischi legati ai fenomeni atmosferici e di straordinaria entità.
Per quanto concerne la gestione delle risorse dell’area IMA1, l‘Azienda, in adesione a quanto emerso nel corso dell’incontro di ieri e limitatamente all’arco temporale 11/07/2019-18/07/2019 e per i turni non oggetto di proclamazione di sciopero, ha manifestato la propria disponibilità ad utilizzare idonei strumenti gestionali atti ad evitare penalizzazioni economiche in ragione di assenze dal lavoro. Il personale di IMA1, a far data da oggi e sino al termine delle verifiche e valutazioni aziendali ancora in corso che saranno comunicate alle OO.SS. e alla RR.SS.UU., sarà avviato a temporanei percorsi di training, divulgazione POS ed altre attività compatibili con l’attuale stato dell’arte, articolando le turnazioni nel modo più efficace possibile. In pratica si tratta di un percorso di formazione professionale per consentire agli addetti dell’area di non perdere giornata di lavoro.
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