Da Il Manifesto - Gianmario Leone
Presi a sassate da una macchina in corsa mentre si recavano in bicicletta nei campi. E’ quanto accaduto all’alba di lunedì ad alcuni braccianti agricoli alla periferia di Foggia. Si tratta di un gruppo migranti, poche decine di persone, che vivono nella vecchia fabbrica abbandonata di via Manfredonia del capoluogo dauno, utilizzata per dormire e provvedere alle loro necessità. A dimostrazione di come, ancora oggi, i problemi relativi ad una dignitosa sistemazione abitativa per questi lavoratori, siano ancora lungi dall’essersi risolti.
I braccianti aggrediti l’altro ieri lavorano abitualmente negli sterminati campi della Capitanata e per loro scelta non si rivolgono all’intermediazione dei caporali, ma contattano direttamente i datori di lavoro per offrire le loro prestazioni con grande umiltà e sacrificio.
Potrebbe risiedere in questo piccolo ma non insignificante particolare, rivelato dalla Flai Cgil di Foggia, il motivo dell’aggressione. «I lavoratori sono stati vittima di una sassaiola ad opera di sconosciuti, non è la prima volta, solo che questa volta alcuni di loro sono stati gravemente feriti: lievemente alla testa (guariranno in cinque e sette giorni), un senegalese di 33 anni e un cittadino della Guinea Bissau di 26 anni, che hanno scelto di non recarsi sul luogo di lavoro in questi giorni, per non rischiare di «incontrare di nuovo quei ragazzi» hanno dichiarato alle autorità che indagano sul caso.
Da tempo si respira un clima d’odio crescente in tutta la provincia di Foggia. Un’azione squadrista e xenofoba, oltre che intimidatoria, nei confronti di braccianti agricoli che continuano a vivere emarginati rispetto alla società. Ciò nonostante da tempo politica e istituzioni, insieme a sindacati e associazioni presenti sul territorio, dopo l’entrata in vigore della legge 199/2016, conosciuta come legge anticaporalato, stiano lentamente provando a cambiare una realtà tristemente radicata in molte regioni italiane, non solo al Sud.
Sull’episodio è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gismundo: "Nel paese c’è chi sta alimentando un clima di odio e intolleranza attraverso una narrazione falsa e strumentale dell’immigrazione, per meri tornaconti politici».
Presi a sassate da una macchina in corsa mentre si recavano in bicicletta nei campi. E’ quanto accaduto all’alba di lunedì ad alcuni braccianti agricoli alla periferia di Foggia. Si tratta di un gruppo migranti, poche decine di persone, che vivono nella vecchia fabbrica abbandonata di via Manfredonia del capoluogo dauno, utilizzata per dormire e provvedere alle loro necessità. A dimostrazione di come, ancora oggi, i problemi relativi ad una dignitosa sistemazione abitativa per questi lavoratori, siano ancora lungi dall’essersi risolti.
I braccianti aggrediti l’altro ieri lavorano abitualmente negli sterminati campi della Capitanata e per loro scelta non si rivolgono all’intermediazione dei caporali, ma contattano direttamente i datori di lavoro per offrire le loro prestazioni con grande umiltà e sacrificio.
Potrebbe risiedere in questo piccolo ma non insignificante particolare, rivelato dalla Flai Cgil di Foggia, il motivo dell’aggressione. «I lavoratori sono stati vittima di una sassaiola ad opera di sconosciuti, non è la prima volta, solo che questa volta alcuni di loro sono stati gravemente feriti: lievemente alla testa (guariranno in cinque e sette giorni), un senegalese di 33 anni e un cittadino della Guinea Bissau di 26 anni, che hanno scelto di non recarsi sul luogo di lavoro in questi giorni, per non rischiare di «incontrare di nuovo quei ragazzi» hanno dichiarato alle autorità che indagano sul caso.
Da tempo si respira un clima d’odio crescente in tutta la provincia di Foggia. Un’azione squadrista e xenofoba, oltre che intimidatoria, nei confronti di braccianti agricoli che continuano a vivere emarginati rispetto alla società. Ciò nonostante da tempo politica e istituzioni, insieme a sindacati e associazioni presenti sul territorio, dopo l’entrata in vigore della legge 199/2016, conosciuta come legge anticaporalato, stiano lentamente provando a cambiare una realtà tristemente radicata in molte regioni italiane, non solo al Sud.
Sull’episodio è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gismundo: "Nel paese c’è chi sta alimentando un clima di odio e intolleranza attraverso una narrazione falsa e strumentale dell’immigrazione, per meri tornaconti politici».
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