di Gianmario Leone
Sono ufficialmente otto, al momento, gli indagati per la morte dell’operaio Cosimo Massaro, il 40enne che mercoledì scorso ha perso la vita precipiando in mare con la sua gru, mentre provava a lasciare il mezzo meccanico presso il IV sporgente del porto di Taranto in concessione all’ex Ilva ora ArcelorMittal Italia, durante il violentissimo nubifragio che ha colpito la città nella serata di mercoledì.
La convalida del sequestro dell’area del IV sporgente porta la firma dei pubblici ministeri Raffaele Graziano e Filomena Di Tursi (coordinati dal procuratore capo Capristo), che coordinano le indagini di Guardia Costiera, Carabinieri e Spesal, con l’obiettivo di chiarire la dinamica dell’incidente e le responsabilità penali a vari livelli.
Questi i nomi iscritti al momento nel registro degli indagati: l’ing. Stefan Michel Van Campe, datore di lavoro e gestore dell’unità produttiva per ArcelorMittal Italia dello stabilimento siderurgico di Taranto, Vincenzo De Gioia capo Divisione Sbarco Materie Prime Parchi Primari e Rifornimenti, Carmelo Lucca capo Area Sbarco Materie Prime dello stabilimento, Giuseppe Dinoi capo Reparto di esercizio, Domenico Blandamura capoturno di esercizio del IV sporgente, Stefano Perronemembro della squadra di esercizio del IV sporgente, Mauro Guitto capo del Reparto manutenzione meccanica di ArcelorMittal, Andrea Dinoi capo del Reparto di manutenzione elettrica della fabbrica.
Al momento due i reati contestati dai pm Graziano e Di Tursi: omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e lesioni gravissime che con il recupero del corpo della vittima si trasforma in omicidio colposo. Nominato come custode giudiziario dell’intera area l’ing, Pasquale Todaro, Capo area Parchi Primari dello stabilimento ArcelorMittal.
Secondo l’accusa presente nel capo di imputazione, gli indagati avrebbero a vario titolo consentito che i lavoratori utilizzassero apparecchiature di sollevamento come le gru di banchina, non idonee all’uso previsto, avendo peraltro omesso di installare sugli stessi meccanismi tali da prevenire eventuali infrortuni sul lavoro.
Come riportato ieri, quasi certamente l’elenco degli indagati è destinato ad aumentare. Nella lente d’ingrandimento della Procura sono finiti anche gli eventuali lavori di collaudo e manutenzioni delle gru del IV sporgente, con le conseguenti certificazioni di sicurezza che hanno allungato di fatto gli anni di vita delle gru, che come abbiamo riportato ieri avrebbero in realtà terminato il loro ciclo vitale. Inoltre gli inquirenti indagano anche la gestione della diffusione dei bollettini meteo diramati dalla Protezione Civile, per capire se tutto sia stato fatto seconde le procedure, o se invece possa essere stato o meno omessa qualche informazione.
Nell’area del IV sporgente, quasi certamente il sequestro durerà diversi giorni se non settimane: gli inquirenti hanno infatti l’assoluta necessità di accertare il reale stato delle gru, attraverso accertamenti tecnici che svolgerà un consulente prontamente nominato, con la possibilità di effettuare anche un eventuale incidente probatorio.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/07/13/ex-ilva-gru-in-mare-ritrovato-corpo-operaio2/)
La convalida del sequestro dell’area del IV sporgente porta la firma dei pubblici ministeri Raffaele Graziano e Filomena Di Tursi (coordinati dal procuratore capo Capristo), che coordinano le indagini di Guardia Costiera, Carabinieri e Spesal, con l’obiettivo di chiarire la dinamica dell’incidente e le responsabilità penali a vari livelli.
Questi i nomi iscritti al momento nel registro degli indagati: l’ing. Stefan Michel Van Campe, datore di lavoro e gestore dell’unità produttiva per ArcelorMittal Italia dello stabilimento siderurgico di Taranto, Vincenzo De Gioia capo Divisione Sbarco Materie Prime Parchi Primari e Rifornimenti, Carmelo Lucca capo Area Sbarco Materie Prime dello stabilimento, Giuseppe Dinoi capo Reparto di esercizio, Domenico Blandamura capoturno di esercizio del IV sporgente, Stefano Perronemembro della squadra di esercizio del IV sporgente, Mauro Guitto capo del Reparto manutenzione meccanica di ArcelorMittal, Andrea Dinoi capo del Reparto di manutenzione elettrica della fabbrica.
Al momento due i reati contestati dai pm Graziano e Di Tursi: omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e lesioni gravissime che con il recupero del corpo della vittima si trasforma in omicidio colposo. Nominato come custode giudiziario dell’intera area l’ing, Pasquale Todaro, Capo area Parchi Primari dello stabilimento ArcelorMittal.
Secondo l’accusa presente nel capo di imputazione, gli indagati avrebbero a vario titolo consentito che i lavoratori utilizzassero apparecchiature di sollevamento come le gru di banchina, non idonee all’uso previsto, avendo peraltro omesso di installare sugli stessi meccanismi tali da prevenire eventuali infrortuni sul lavoro.
Come riportato ieri, quasi certamente l’elenco degli indagati è destinato ad aumentare. Nella lente d’ingrandimento della Procura sono finiti anche gli eventuali lavori di collaudo e manutenzioni delle gru del IV sporgente, con le conseguenti certificazioni di sicurezza che hanno allungato di fatto gli anni di vita delle gru, che come abbiamo riportato ieri avrebbero in realtà terminato il loro ciclo vitale. Inoltre gli inquirenti indagano anche la gestione della diffusione dei bollettini meteo diramati dalla Protezione Civile, per capire se tutto sia stato fatto seconde le procedure, o se invece possa essere stato o meno omessa qualche informazione.
Nell’area del IV sporgente, quasi certamente il sequestro durerà diversi giorni se non settimane: gli inquirenti hanno infatti l’assoluta necessità di accertare il reale stato delle gru, attraverso accertamenti tecnici che svolgerà un consulente prontamente nominato, con la possibilità di effettuare anche un eventuale incidente probatorio.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/07/13/ex-ilva-gru-in-mare-ritrovato-corpo-operaio2/)
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