Massimo riserbo al momento sul documento sul quale dovrà esprimersi il giudice Maccagnino, che dal prossimo 1 ottobre presiederà il processo sull’incidente mortale che nel giugno del 2015 costò
la vita all’operaio Alessandro Morricella. Da cui prese piede il sequestro dell’impianto la cui facoltà d’uso fu garantita all’ex Ilva dall’intervento legislativo del governo con il famoso decreto del 4 luglio dello stesso anno, finito poi nel mirino e giudicato incostituzionale dalla Corte Costituzionale, nella parte relativa all’utilizzo dell’impianto anche a fronte di sequestro da parte della magistratura.
La parola finale però spetterà la Procura. 
Nessuna notizia è invece trapelata sulla possibilità che i Commissari Straordinari abbiano presentato alla Procura una fidejussione bancaria a garanzia degli interventi previsti da realizzare sull’impianto.Proprio ieri i rappresentanti di ArcelorMittal Italia, durante la seconda riunione della task force con i sindacati metalmeccanici, hanno fornito un aggiornamento sulla questione relativa all’Altorno 2, ribadendo che che essendo un gestore in affitto, delle questioni pregresse, compresa quella relativa ad AFO 2, se ne deve occupare la struttura commissariale di Ilva in AS.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/07/19/2ex-ilva-valenzano-in-fabbrica-per-lo-spegnimento/)
Ricordiamo che al momento è stata avviata, almeno da un punto di visto burocratico, la procedura di spegnimento. Il cronoprogramma di spegnimento stilato dall’ing Barbara Valenzano, custode giudiziario dlel’impianto per conto della Procura di Taranto, prevede una tempistica di sessanta giorni per questioni di sicurezza. Delle operazioni che dovrebbero terminare tra fine settembre ed inizio ottobre, se ne occuperà la società Paul Wurth.
Inoltre, sempre ieri è stato chiarito il motivo che avrebbe portato al nuovo provvedimento da parte della Procura: ovvero che l’ing. Valenzano avrebbe chiesto l’attuazione di prescrizioni di un altoforno di ultima generazione, cosa che AFO 2 non è: da qui l’impossibilità da parte della gestione commissariale di attuare le 7 prescrizioni imposta nel 2015.
Certo è che nel piano industriale di ArcelorMittal, AFO 2 dovrebbe andare in pensione soltanto una volta attuato il revamping di AFO 5 nel 2023 (sul cui progetto pare che anche ieri ArcelorMittal abbia tergiversato). L’azienda vorrebbe portare AFO 2 a fine vita, sino alle 24-28 milioni di tonnellate di ghisa prodotte, rispetto alle attuali 18 milioni. Tra l’altro la fermata di AFO 2 andrà ad impattare oltre che sui lavoratori dell’impianto, anche sull’acciaieriea 1 e sul treno nastri 1, fermato proprio nei giorni scorsi.
Adesso si resterà in attesa del pronunciamento della Procura.