Venerdì le segreterie sindacati confederali hanno sospeso lo sciopero su richiesta di ArcelorMittal e Di Maio - la prima adducendo gravi rischi per gli impianti, il secondo richiamando al "senso di responsabilità" e alla convocazione dell'incontro a Roma per oggi lunedì.
La Usb ha mantenuto lo sciopero, così come è restato lo sciopero all'indotto.
Ma quello che conta è il rifiuto massiccio degli operai iscritti ai sindacati confederali di seguire le segreterie su questa revoca - gli operai non si sono presentati al lavoro, presentando certificato di malattia - oltre 400 - secondo fonti aziendali - per cui gli impianti non hanno potuto marciare come l'azienda voleva.
Appare chiaro a giudizio dello Slai cobas per il sindacato di classe che siamo a un punto di svolta importante della vicenda, che da valore al documento in preparazione per la diffusione di massa, che ora è al vaglio dei lavoratori e che aspetta l'esito dell'incontro - Ne ripubblichiamo la bozza
Documento dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
La morte dell'operaio è anche il fallimento del passaggio ad ArcelorMittal e dell'accordo del 6 settembre.*****
Il fallimento dell'incontro romano del 9 luglio smaschera la natura dei padroni ArcelorMittal che hanno preso per quattro soldi la più grande fabbrica del nostro paese e il più grande centro siderurgico d'Europa e hanno subito buttato fuori 2600 lavoratori, fatto il comodo loro, con spostamenti e terziarizzazione e ora in maniera arrogante vogliono una cassintegrazione praticamente permanente, dimostrandosi in pochi mesi attaccati unicamente al mercato e ai loro profitti. Ma mostra anche la natura ingannapopolo del governo Di Maio che in continuità con i precedenti governi -
che per chiarezza non sono mai stati “governi di sinistra" ma governi dei padroni guidati dal Pd - ha consegnato la fabbrica ai nuovi padroni, compreso un accordo segreto del 14 settembre 2018 che dà ad ArcelorMittal un grande potere di ricatto.
Ma l'incontro del 9 luglio dimostra anche il fallimento della strategia e della tattica delle org. sindacali che hanno firmato l'infame accordo del 6/9 che, con la recente cigo per 1395 lavoratori, la guerra di Mittal per l'immunità penale, il mancato raggiungimento dei numeri promessi, i criteri di
discriminazione applicati per selezionare i lavoratori, si è dimostrato un accordo solo al servizio dei padroni. E' inutile che si fanno giochi di parole! Chi ha permesso questa grave situazione che ora mette nuovamente in pericolo il lavoro e i diritti dei lavoratori, la battaglia per la sicurezza, contro inquinamento, sono i sindacati firmatari dell'accordo.
E' a loro che tocca il primo e sostanziale passo per mettere fine a questa farsa senza fine: disdettare l'accordo del 6 settembre ORA. Questo deve avere come effetto immediato un nuovo Tavolo di trattativa con governo, padroni - ArcelorMittal o altri - e il rientro dei cassintegrati in fabbrica. Perchè devono essere tutelati lavoro e salute, e dare ai lavoratori certezza del proprio futuro, diritti e una fabbrica e un ambiente risanato.
Noi sosteniamo la lotta attuale della USB a difesa dei cassintegrati, contro immunità penale e la nuova cigo, è importante che venerdi 12 USB ha comunicato il ritiro della firma dall'accordo del 6 settembre. I lavoratori hanno testa per pensare e interessi di classe da difendere ed è tempo che comprendano che con i sindacati firmatari attuali di quell'accordo andremo da sconfitta in sconfitta, ci spoglieranno come un carciofo e alla fine ci butteranno in mezzo alla strada.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe, che tutt'ora non ha una forza in fabbrica, ha detto tutto questo sin dall'inizio, ha analizzato giustamente l'accordo, la natura ingannapopolo del governo Di Maio/Salvini, la natura e gli interessi reali della multinazionale ArcelorMittal - che a differenza dei sindacati firmatari noi conosciamo bene, perchè siamo internazionalisti e lottiamo con tanti altri compagni e operai in tutti i paesi in cui AM è presente, a partire dall'India, dove nostri compagni, lavoratori, contadini combattono anche in armi Mittal e il governo fascista indù, Modi, che lo sostiene. Noi abbiamo anticipato i piani di ArcelorMittal su cassintegrazione e scaricamento selvaggio della crisi sui lavoratori e la città; noi abbiamo impugnato con un esposto l'intero accordo del 6 settembre; noi abbiamo condotto la guerra all'immunità penale, a sostegno delle giuste richieste ambientaliste cittadine, facendo anche su questo esposti che sono dentro l'impugnazione del Giud. Ruberto, alla Consulta - in discussione ad ottobre. Noi siamo per sviluppare la lotta unitaria degli operai di AM, operai Ilva AS in cigs, operai dell'appalto, masse popolari di Taranto per lavoro, salute, bonifiche in fabbrica e in città. Per fare insieme questa lotta liberiamoci insieme dell'accordo 6 settembre e di chi lo difende ancora; uniamoci alla base in fabbrica e in città, scateniamo la guerra necessaria contro chi ci fa la guerra per i suoi interessi e profitti. Il futuro è e deve essere nostro e non di padroni, governi ingannapopolo, sindacalismo complice.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
11.7.19 - via Livio Andronico, 47 TA – slaicobasta@gmail,com - 3475301704
Ma quello che conta è il rifiuto massiccio degli operai iscritti ai sindacati confederali di seguire le segreterie su questa revoca - gli operai non si sono presentati al lavoro, presentando certificato di malattia - oltre 400 - secondo fonti aziendali - per cui gli impianti non hanno potuto marciare come l'azienda voleva.
Appare chiaro a giudizio dello Slai cobas per il sindacato di classe che siamo a un punto di svolta importante della vicenda, che da valore al documento in preparazione per la diffusione di massa, che ora è al vaglio dei lavoratori e che aspetta l'esito dell'incontro - Ne ripubblichiamo la bozza
Documento dello Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
La morte dell'operaio è anche il fallimento del passaggio ad ArcelorMittal e dell'accordo del 6 settembre.*****
Il fallimento dell'incontro romano del 9 luglio smaschera la natura dei padroni ArcelorMittal che hanno preso per quattro soldi la più grande fabbrica del nostro paese e il più grande centro siderurgico d'Europa e hanno subito buttato fuori 2600 lavoratori, fatto il comodo loro, con spostamenti e terziarizzazione e ora in maniera arrogante vogliono una cassintegrazione praticamente permanente, dimostrandosi in pochi mesi attaccati unicamente al mercato e ai loro profitti. Ma mostra anche la natura ingannapopolo del governo Di Maio che in continuità con i precedenti governi -
che per chiarezza non sono mai stati “governi di sinistra" ma governi dei padroni guidati dal Pd - ha consegnato la fabbrica ai nuovi padroni, compreso un accordo segreto del 14 settembre 2018 che dà ad ArcelorMittal un grande potere di ricatto.
Ma l'incontro del 9 luglio dimostra anche il fallimento della strategia e della tattica delle org. sindacali che hanno firmato l'infame accordo del 6/9 che, con la recente cigo per 1395 lavoratori, la guerra di Mittal per l'immunità penale, il mancato raggiungimento dei numeri promessi, i criteri di
discriminazione applicati per selezionare i lavoratori, si è dimostrato un accordo solo al servizio dei padroni. E' inutile che si fanno giochi di parole! Chi ha permesso questa grave situazione che ora mette nuovamente in pericolo il lavoro e i diritti dei lavoratori, la battaglia per la sicurezza, contro inquinamento, sono i sindacati firmatari dell'accordo.
E' a loro che tocca il primo e sostanziale passo per mettere fine a questa farsa senza fine: disdettare l'accordo del 6 settembre ORA. Questo deve avere come effetto immediato un nuovo Tavolo di trattativa con governo, padroni - ArcelorMittal o altri - e il rientro dei cassintegrati in fabbrica. Perchè devono essere tutelati lavoro e salute, e dare ai lavoratori certezza del proprio futuro, diritti e una fabbrica e un ambiente risanato.
Noi sosteniamo la lotta attuale della USB a difesa dei cassintegrati, contro immunità penale e la nuova cigo, è importante che venerdi 12 USB ha comunicato il ritiro della firma dall'accordo del 6 settembre. I lavoratori hanno testa per pensare e interessi di classe da difendere ed è tempo che comprendano che con i sindacati firmatari attuali di quell'accordo andremo da sconfitta in sconfitta, ci spoglieranno come un carciofo e alla fine ci butteranno in mezzo alla strada.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe, che tutt'ora non ha una forza in fabbrica, ha detto tutto questo sin dall'inizio, ha analizzato giustamente l'accordo, la natura ingannapopolo del governo Di Maio/Salvini, la natura e gli interessi reali della multinazionale ArcelorMittal - che a differenza dei sindacati firmatari noi conosciamo bene, perchè siamo internazionalisti e lottiamo con tanti altri compagni e operai in tutti i paesi in cui AM è presente, a partire dall'India, dove nostri compagni, lavoratori, contadini combattono anche in armi Mittal e il governo fascista indù, Modi, che lo sostiene. Noi abbiamo anticipato i piani di ArcelorMittal su cassintegrazione e scaricamento selvaggio della crisi sui lavoratori e la città; noi abbiamo impugnato con un esposto l'intero accordo del 6 settembre; noi abbiamo condotto la guerra all'immunità penale, a sostegno delle giuste richieste ambientaliste cittadine, facendo anche su questo esposti che sono dentro l'impugnazione del Giud. Ruberto, alla Consulta - in discussione ad ottobre. Noi siamo per sviluppare la lotta unitaria degli operai di AM, operai Ilva AS in cigs, operai dell'appalto, masse popolari di Taranto per lavoro, salute, bonifiche in fabbrica e in città. Per fare insieme questa lotta liberiamoci insieme dell'accordo 6 settembre e di chi lo difende ancora; uniamoci alla base in fabbrica e in città, scateniamo la guerra necessaria contro chi ci fa la guerra per i suoi interessi e profitti. Il futuro è e deve essere nostro e non di padroni, governi ingannapopolo, sindacalismo complice.
SLAI COBAS per il sindacato di classe
11.7.19 - via Livio Andronico, 47 TA – slaicobasta@gmail,com - 3475301704
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