sabato 13 luglio 2019

ArcelorMittal - USB: dalla firma dell'accordo infame del 6 settembre difeso a spada tratta fino a ieri, a "muoia sansone con tutti i filistei" - una posizione non di classe





"Conferenza stampa questa mattina a Taranto dell’Usb dove sono state comunicate decisioni rilevanti sulle sorti dell’Ilva e delle sue conseguenze sulla salute dei lavoratori e degli abitanti. Lo sciopero convocato due giorni fa prosegue.
Giovedì 11 luglio 2019 l’Unione Sindacale di Base ha formalmente revocato la sottoscrizione dell’intesa del 6 settembre 2018 con ArcelorMittal che ha definito le condizioni contrattuali della cessione del gruppo siderurgico".
(ndr) Una cosa giusta con motivazioni sbagliate

"Le ragioni di questa scelta sono legate alle gravi inadempienze di ArcelorMittal rispetto agli impegni assunti in sede ministeriale, peraltro ben testimoniate nel corso dell’ultimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico". 
(ndr) "Gravi inadempienze"? 'ArcelorMittal sta perseguendo quello che era chiaro sin dall'inizio per chi aveva occhi per vedere, orecchie per sentire, cervello per pensare.
Bastava leggere ciò che lo Slai cobas per il sindacato di classe ha detto e scritto prima, durante e dopo questa vicenda: AM vuole prendersi la fabbrica, espellere i lavoratori per fare più produzione con meno operai, espellere una parte dei lavoratori scomodi, espellere lavoratori diretti per far entrare lavoratori dell'appalto, terziarizzando, abbassando i costi, come fa ovunque esiste Arcelor/Mittal. 

"Arcelor Mittal non ha rispettato i criteri di selezione del personale all’atto delle assunzioni, non ha rispettato il numero previsto di assunti da subito, ha collocato ulteriori 1400 lavoratori in cassa integrazione e non sa dire quando rientreranno,  non garantisce i volumi produttivi sottoscritti nel piano industriale e, infine, non sta investendo nulla per il rifacimento e la messa in sicurezza degli impianti". 
(ndr) Questo era chiaro sin dall'inizio e ha continuato a farlo nella comunicazione dei criteri della selezione dopo la sentenza della magistratura su ricorso USB. Ma ArcelorMittal rimane eccome nei perimetri dell'applicazione dell'accordo infame che accettava i criteri unilaterali di ArcelorMittal e che tutti gli impegni di ArcelorMittal fossero vincolati alle sue scelte produttive e al mercato - dentro la crisi siderurgica mondiale. Questo lo può saper qualsiasi sindacalista degno di questo nome. L'immunità penale, l'impegno solo formale e comunque di lungo periodo circa salute e sicurezza erano altri punti ben chiari nell'accordo.

"Lo stabilimento tarantino non garantisce gli standard minimi di sicurezza dopo anni di progressivo ed inesorabile abbandono degli impianti".
(ndr) La mancata lotta interna alla fabbrica per salute e sicurezza per l'atteggiamento complice dei sindacati confederali è parte della storia di questa fabbrica ed è quello su cui i sindacati e sindacalisti, non basati su posizioni di classe, non vogliono cambiare, continuando a servire i padroni traendone i benefici relativi

"Il governo prenda atto che ArcelorMittal sta pertanto perseguendo un progetto ben diverso da quello presentato in pompa magna all’atto dell’acquisizione del gruppo siderurgico".
(ndr) Circa il governo stendiamo un velo pietoso grande almeno quanto è stato il credito e il sostegno che anche USB ha dato

"La multinazionale dell’acciaio considera strategico l’investimento tarantino ma, in tutta evidenza, solo per accaparrarsi le sue quote di mercato e il porto".
(ndr) Arcelor Mittal produce per il profitto dentro la guerra commerciale e la crisi mondiale dell'acciaio e lo stabilimento di Taranto è e resta strategico in questo - checchè ne dicano USB e altri; ma naturalmente questo è possibile solo con accordi infami come quello del 6 settembre, con relativi sostegni del governo e dello stato dei padroni, con sindacati complici in fabbrica, con la eterna logica dei padroni, per cui se gli dai un dito, si prendono la mano. E questo sindacalisti esperti lo sanno benissimo, anche se per combattere questa situazione bisogna essere "rossi ed esperti".

"La prospettiva, se nulla cambia, è quella di un progressivo disimpegno di ArcelorMittal con un pesante lascito di veleni, morte e disoccupazione.
Il governo è chiamato quindi ad assumere scelte coerenti e conseguenti.
IL CONTRATTO CON ARCELORMITTAL VA RISOLTO PER INADEMPIENZA DELL’AZIENDA. LO STABILIMENTO VA CHIUSO.
Taranto va liberata dai veleni mortiferi dell’acciaieria e va costruita un’alternativa occupazionale che garantisca salari, reddito, il diritto alla salute ed il rispetto dell’ambiente.
Per questa ragione è necessario che il governo investa risorse ingenti in questo progetto. Senza un intervento pubblico non è sostenibile alcun progetto alternativo...
*esecutivo nazionale Usb – Usb Ilva di Taranto"
(ndr) Sono gli operai che lottino quotidianamente, in una fabbrica aperta, per una fabbrica risanata e per tutte le emergenze che si vivono in città, che possono imporre, sia pure dentro la logica del capitale ma modificando i rapporti di forza, una piattaforma operaia e popolare che è ben visibile nell'azione storica dello Slai cobas per il sindacato di classe e nella parte non antioperaia del movimento di lotta in città - in una prospettiva di cambiamento rivoluzionario da costruire con una guerra di classe di lunga durata.
il resto è illusione riformista sul capitale (che potrebbe essere buono e cattivo), su Stato, governi e ambientalismo della piccola e media borghesia cittadina.

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