Roma - (Adnkronos) - "Oggi appoggiamo lo sciopero
proclamato dalla Usb per il licenziamento di un proprio iscritto preso
di mira dai propri capi perché impegnato sui temi della sicurezza'' dice
a Labitalia Ernesto Palatrasio, dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto
E' in atto da
questa mattina lo sciopero contro il 'sistema Ilva' che ammazza, inquina
e licenzia i delegati sindacali che si oppongono e lottano per
riconquistare dignita', diritti e lavoro sano e sicuro. Gia' all'alba
decine di lavoratori hanno bloccato le vie di accesso allo Stabilimento
per poi trasferirsi presso gli uffici della Direzione, chiusa e blindata
sino all'inverosimile (quasi si aspettassero un attacco
'missilistico')''. Lo rende noto Usb in un comunicato.Contro tutto cio', la Usb lottera' ''con ogni mezzo e senza risparmio, insieme ai Lavoratori, alle associazioni ed a tutti coloro che vogliono mantenere aperta una alternativa alla distruzione ed alla morte''. "Oggi appoggiamo lo sciopero proclamato dalla Usb all'Ilva per il licenziamento di un proprio iscritto, Marco Zanframundo, preso di mira dai propri capi perche' impegnato sui temi della sicurezza. Gli operai sono saliti sul tetto della sede della direzione dell'Ilva, hanno montato una tenda e srotolato degli striscioni, e non scenderanno fino a che il licenziamento non verra' revocato". A dirlo a Labitalia e' Ernesto Palatrasio, dello Slai Cobas di Taranto. "Il reparto in cui lavora Zanframundo -spiega Palatrasio- e' quello in cui e' morto l'operaio Claudio Marsella e i capi che l'hanno licenziato sono gli stessi che sono indagati per quella morte. Quindi quanti Quindi quanti sono inquisiti per una morte continuano a lavorare e lui e' stato licenziato. Diciamo no a questa situazione".
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