I"Le organizzazioni sindacali sono
silenti e sempre più complici con l'azienda. La politica e le istituzioni
continuano ad essere latitanti"
di Anna
Rita Di Lena
Ilva: i
tetti dell’azienda sono occupati dalle prime luci dell’alba. Ad inscenare la
“singolare” protesta i delegati dell'USB (Unione Sindacale di Base) di Taranto.
“E’ vergognoso che dopo quanto accaduto, e con l’ultima vicenda giudiziaria
riguardante gli arresti di cinque fiduciari della famiglia Riva, la politica
continui ad essere latitante insieme alle istituzioni” – asserisce un
rappresentante della stessa sigla sindacale.
“Per non
parlare delle organizzazioni a difesa dei diritti dei lavoratori, - prosegue -
sempre più silenti e complici, malgrado la condizione sanitaria ed ambientale
venga messa sempre più a rischio. Ne è un esempio la costruzione delle
discariche all’interno dello stabilimento”. L'USB inveisce contro le ultime
disposizioni aziendali che avrebbero imposto il licenziamento di un operaio del
reparto Mof, Movimento Ferroviario, per esubero di sanzioni disciplinari. “In
dieci anni di lavoro, il nostro collega non ha mai ricevuto provvedimenti
disciplinari” – spiega uno dei coordinatori USB, Vincenzo Mercurio.
“Negli
ultimi cinquanta giorni ha, invece, accumulato otto sanzioni. Nonostante le
nostre continue contestazioni che attestano l’efficacia e la correttezza
adoperate dal nostro collega, l'azienda ha ignorato qualsiasi tipo di
interferenza alla sua volontà” – ribadisce Mercurio. “Tra l’altro, le
contestazioni venivano effettuate esclusivamente in occasioni in cui il
lavoratore era solo, in modo tale da non aver alcun collega che potesse
testimoniare il contrario”- prosegue il sindacalista.
L'USB
rivendica i diritti dei cinquanta lavoratori della MR: ditta che si occupa di
refrattari e carpenteria, i quali si ritroverebbero senza alcun impiego dato che
l'Ilva avrebbe deciso di chiudere la fabbrica appaltatrice non offrendo alcuna
reale motivazione. “Ci sembra di vivere una realtà parallela in cui - spiega il
portavoce USB - chi deve pagare per i propri errori viene invece premiato. E’ il
caso del responsabile aziendale presente il giorno dell’incidente di Claudio
Marsella, schiacciato tra un vagone ed un carro ferroviario, che, nonostante le
nostre denunce per l’accaduto, è stato rinviato a giudizio ed ora l’azienda l’ha
promosso da capo reparto a capo area”.
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