giovedì 12 settembre 2013

USB troppa fiducia nelle istituzioni e vescovo e poca verso i lavoratori



Ilva. La mobilitazione dei lavoratori prosegue

Ilva. La mobilitazione dei lavoratori prosegue La mobilitazione iniziata lunedi con l’occupazione dei tetti della Direzione aziendale, ha raggiunto l’obiettivo di dare vasto risalto e denunciare la drammatica situazione delle condizioni di lavoro dentro lo Stabilimento Ilva e dei 50 Operai della Ditta appaltatrice “EMMERRE”, lasciati senza lavoro dall’oggi al domani nella totale disperazione. Una situazione che, grazie anche alle numerose denunce presentate da USB, è sfociata nell’arresto dei “fiduciari” della famiglia Riva che hanno continuato imperterriti a comandare e dare ordini dentro la fabbrica. E’ in questo scenario che va inserito il licenziamento del Delegato sindacale, Marco Zanframundo, e che assume il significato di una vera e propria “rappresaglia” per essersi opposto, insieme a tanti compagni di lavoro, ad un sistema che per decenni ha seminato devastazione, morte e disperazione. E’ paradossale che una “banda di delinquenti”, oggi in galera, possa di fatto agire e decidere sulla sorte e la vita delle persone. Purtroppo questo ed altro avviene in un paese dove le forze politiche, sociali ed istituzionali “democratiche” si indignano, giustamente, e gridano a gran voce l’ingiustizia dei licenziamenti nella Fiat di Marchionne e, nel contempo, restano colpevolmente “muti e sordi” verso i licenziamenti nell’Ilva, amministrata direttamente dal Governo (lo Stato) tramite il Commissario Bondi, e dei Lavoratori in appalto. La lotta non si ferma e non saranno certo le minacce, i ricatti, le intimidazioni, a impedire il sacrosanto diritto a rivendicare dignità, lavoro e salute. Oggi i lavoratori dell'Ilva e la Usb hanno tenuto una conferenza stampa. “Esprimiamo piena soddisfazione riguardo alla posizione assunta oggi dal Consiglio Comunale di Taranto”, ha affermato Francesco Rizzo, coordinatore USB per l’ILVA. “Il Consiglio ha votato all’unanimità una delibera in cui si condanna l’ILVA per l’atteggiamento assunto nei confronti di chi come Marco Zanframundo conduce battaglie in nome della sicurezza,  del diritto alla vita e alla salute, e in cui si richiede l’immediato ritiro del licenziamento del delegato USB”. Secondo Rizzo: “Il Consiglio chiede al Prefetto, essendo l’azienda commissariata, di intervenire sia sul licenziamento di Zanframundo che sulla vicenda dei lavoratori della Emmerre, la ditta appaltatrice estromessa all’indomani della morte del compianto Ciro Moccia. Il Consiglio chiede inoltre il ripristino delle condizioni democratiche e delle libertà sindacali all’interno dell’ILVA. “Ci auguriamo che questa rilevante presa di posizione, volta a tutelare lavoratori e cittadini, trovi riscontro presso Prefettura e Governo e saremo sempre favorevoli alla ricerca di soluzioni che dimostrino questa comunità di intenti”, sottolinea il rappresentante dell’USB. “Lo sciopero comunque proseguirà – annuncia Rizzo - con ulteriori iniziative. Ringraziamo tutti i lavoratori che vi hanno partecipato, pur in un clima altamente intimidatorio da parte dell’azienda ed il silenzio assordante di Fim Fiom e Uilm, dando solidarietà a Marco ed ai dipendenti della Emmerre. In particolar modo ringraziamo i due dirigenti Fiom, Michele Pizzileo e Giuseppe Dambrosio che, contravvenendo agli ordini di segreteria, hanno appoggiato lo sciopero


COMUNICATO STAMPA
ILVA: USB, PIENA SODDISFAZIONE PER DELIBERA VOTATA ALL’UNANIMITÀ DAL CONSIGLIO COMUNALE DI TARANTO

“Esprimiamo piena soddisfazione riguardo alla posizione assunta oggi dal Consiglio Comunale di Taranto”, afferma Francesco Rizzo, coordinatore USB per l’ILVA. “Il Consiglio ha votato all’unanimità una delibera in cui si condanna l’ILVA per l’atteggiamento assunto nei confronti di chi come Marco Zanframundo conduce battaglie in nome della sicurezza,  del diritto alla vita e alla salute, e in cui si richiede l’immediato ritiro del licenziamento del delegato USB”.
Riferisce Rizzo: “Il Consiglio chiede al Prefetto, essendo l’azienda commissariata, di intervenire sia sul licenziamento di Zanframundo che sulla vicenda dei lavoratori della Emmerre, la ditta appaltatrice estromessa all’indomani della morte del compianto Ciro Moccia. Il Consiglio chiede inoltre il ripristino delle condizioni democratiche e delle libertà sindacali all’interno dell’ILVA.
“Ci auguriamo che questa rilevante presa di posizione, volta a tutelare lavoratori e cittadini, trovi riscontro presso Prefettura e Governo e saremo sempre favorevoli alla ricerca di soluzioni che dimostrino questa comunità di intenti”, sottolinea il rappresentante dell’USB.
“Lo sciopero comunque proseguirà – annuncia Rizzo - con ulteriori iniziative. Ringraziamo tutti i lavoratori che vi hanno partecipato, pur in un clima altamente intimidatorio da parte dell’azienda ed il silenzio assordante di Fim Fiom e Uilm, dando solidarietà a Marco ed ai dipendenti della Emmerre. In particolar modo ringraziamo i due dirigenti Fiom, Michele Pizzileo e Giuseppe Dambrosio che, contravvenendo agli ordini di segreteria, hanno appoggiato lo sciopero. I lavoratori si difendono tutti, senza colori, bandiere né sigle sindacali”, conclude Rizzo.
Taranto, 11 settembre 2013
Gentili colleghi,
trasmetto un messaggio di solidarietà dell'arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, all'indirizzo dell'operaio Marco Zanframundo.
Buon lavoro
don Emanuele 

«Manifesto la mia vicinanza e la mia solidarietà a Marco Zanframundo e ai suoi amici, per la difficile situazione in cui si trovano insieme con leloro famiglie.  Come vescovo e pastore, non volendo entrare nel merito di questioni politiche e sindacali, sono convinto della necessità che sia salvaguardato il posto di lavoro e che siano migliorate le condizioni in cui il lavoro si svolge. È indispensabile che soprattutto sia garantita la sicurezza sul lavoro, perché incidenti come quelli accaduti a Claudio Marsella  e a tutte le altre vittime del lavoro, non abbiano a ripetersi, stroncando vite umane preziose per le loro famiglie e per tutta la società. Rinnovo la mia vicinanza a tutte le persone che si trovano senza lavoro, invito le autorità a venireincontro a questo grave problema nelle sedi adeguate.
Come pastore vi porto l’abbraccio di Cristo, la mia solidarietà e prego per voi».
Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto 

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