Ilva. La mobilitazione dei lavoratori prosegue
La mobilitazione iniziata lunedi con l’occupazione dei tetti
della Direzione aziendale, ha raggiunto l’obiettivo di dare vasto
risalto e denunciare la drammatica situazione delle condizioni di lavoro
dentro lo Stabilimento Ilva e dei 50 Operai della Ditta appaltatrice
“EMMERRE”, lasciati senza lavoro dall’oggi al domani nella totale
disperazione. Una situazione che, grazie anche alle numerose denunce
presentate da USB, è sfociata nell’arresto dei “fiduciari” della
famiglia Riva che hanno continuato imperterriti a comandare e dare
ordini dentro la fabbrica. E’ in questo scenario che va inserito il
licenziamento del Delegato sindacale, Marco Zanframundo, e che assume il
significato di una vera e propria “rappresaglia” per essersi opposto,
insieme a tanti compagni di lavoro, ad un sistema che per decenni ha
seminato devastazione, morte e disperazione. E’ paradossale che una
“banda di delinquenti”, oggi in galera, possa di fatto agire e decidere
sulla sorte e la vita delle persone. Purtroppo questo ed altro avviene
in un paese dove le forze politiche, sociali ed istituzionali
“democratiche” si indignano, giustamente, e gridano a gran voce
l’ingiustizia dei licenziamenti nella Fiat di Marchionne e, nel
contempo, restano colpevolmente “muti e sordi” verso i licenziamenti
nell’Ilva, amministrata direttamente dal Governo (lo Stato) tramite il
Commissario Bondi, e dei Lavoratori in appalto. La lotta non si ferma e
non saranno certo le minacce, i ricatti, le intimidazioni, a impedire il
sacrosanto diritto a rivendicare dignità, lavoro e salute. Oggi i
lavoratori dell'Ilva e la Usb hanno tenuto una conferenza
stampa. “Esprimiamo piena soddisfazione riguardo alla posizione assunta
oggi dal Consiglio Comunale di Taranto”, ha affermato Francesco Rizzo,
coordinatore USB per l’ILVA. “Il Consiglio ha votato all’unanimità una
delibera in cui si condanna l’ILVA per l’atteggiamento assunto nei
confronti di chi come Marco Zanframundo conduce battaglie in nome della
sicurezza, del diritto alla vita e alla salute, e in cui si richiede
l’immediato ritiro del licenziamento del delegato USB”. Secondo Rizzo:
“Il Consiglio chiede al Prefetto, essendo l’azienda commissariata, di
intervenire sia sul licenziamento di Zanframundo che sulla vicenda dei
lavoratori della Emmerre, la ditta appaltatrice estromessa all’indomani
della morte del compianto Ciro Moccia. Il Consiglio chiede inoltre il
ripristino delle condizioni democratiche e delle libertà sindacali
all’interno dell’ILVA. “Ci auguriamo che questa rilevante presa di
posizione, volta a tutelare lavoratori e cittadini, trovi riscontro
presso Prefettura e Governo e saremo sempre favorevoli alla ricerca di
soluzioni che dimostrino questa comunità di intenti”, sottolinea il
rappresentante dell’USB. “Lo sciopero comunque proseguirà – annuncia
Rizzo - con ulteriori iniziative. Ringraziamo tutti i lavoratori che vi
hanno partecipato, pur in un clima altamente intimidatorio da parte
dell’azienda ed il silenzio assordante di Fim Fiom e Uilm, dando
solidarietà a Marco ed ai dipendenti della Emmerre. In particolar modo
ringraziamo i due dirigenti Fiom, Michele Pizzileo e Giuseppe Dambrosio
che, contravvenendo agli ordini di segreteria, hanno appoggiato lo sciopero
COMUNICATO STAMPA
ILVA: USB, PIENA SODDISFAZIONE PER DELIBERA
VOTATA ALL’UNANIMITÀ DAL CONSIGLIO COMUNALE DI TARANTO
“Esprimiamo piena soddisfazione riguardo alla
posizione assunta oggi dal Consiglio Comunale di Taranto”, afferma Francesco
Rizzo, coordinatore USB per l’ILVA. “Il Consiglio ha votato all’unanimità una
delibera in cui si condanna l’ILVA per l’atteggiamento assunto nei confronti di
chi come Marco Zanframundo conduce battaglie in nome della sicurezza, del
diritto alla vita e alla salute, e in cui si richiede l’immediato ritiro del
licenziamento del delegato USB”.
Riferisce Rizzo: “Il Consiglio chiede al
Prefetto, essendo l’azienda commissariata, di intervenire sia sul licenziamento
di Zanframundo che sulla vicenda dei lavoratori della Emmerre, la ditta
appaltatrice estromessa all’indomani della morte del compianto Ciro Moccia. Il
Consiglio chiede inoltre il ripristino delle condizioni democratiche e delle
libertà sindacali all’interno dell’ILVA.
“Ci auguriamo che questa rilevante presa di
posizione, volta a tutelare lavoratori e cittadini, trovi riscontro presso
Prefettura e Governo e saremo sempre favorevoli alla ricerca di soluzioni che
dimostrino questa comunità di intenti”, sottolinea il rappresentante
dell’USB.
“Lo sciopero comunque proseguirà – annuncia
Rizzo - con ulteriori iniziative. Ringraziamo tutti i lavoratori che vi hanno
partecipato, pur in un clima altamente intimidatorio da parte dell’azienda ed il
silenzio assordante di Fim Fiom e Uilm, dando solidarietà a Marco ed ai
dipendenti della Emmerre. In particolar modo ringraziamo i due dirigenti Fiom,
Michele Pizzileo e Giuseppe Dambrosio che, contravvenendo agli ordini di
segreteria, hanno appoggiato lo sciopero. I lavoratori si difendono tutti, senza
colori, bandiere né sigle sindacali”, conclude Rizzo.
Taranto, 11 settembre 2013
Gentili colleghi,
trasmetto un messaggio di solidarietà
dell'arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, all'indirizzo
dell'operaio Marco
Zanframundo.
Buon lavoro
don
Emanuele
«Manifesto la mia vicinanza
e la mia solidarietà a Marco Zanframundo e ai suoi amici, per la difficile
situazione in cui si trovano insieme con leloro
famiglie.
Come
vescovo e pastore, non volendo entrare nel merito di questioni politiche e
sindacali, sono convinto della necessità che sia salvaguardato il posto di
lavoro e che siano migliorate le condizioni in cui il lavoro si svolge. È
indispensabile che soprattutto sia garantita la sicurezza sul lavoro, perché
incidenti come quelli accaduti a Claudio Marsella e a tutte le altre vittime
del lavoro, non abbiano a ripetersi, stroncando vite umane preziose per le loro
famiglie e per tutta la società. Rinnovo la mia vicinanza a tutte le persone che
si trovano senza lavoro, invito le autorità a venireincontro a questo grave
problema nelle sedi adeguate.
Come pastore vi porto
l’abbraccio di Cristo, la mia solidarietà e prego per
voi».
Filippo Santoro, arcivescovo
di Taranto
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