Ilva, l'operaio scende dal tetto
minacciava di lanciarsi nel vuoto
L'uomo è uno dei dipendenti della ditta d'appalto Mr che stanno manifestando per protestare "contro un sistema che ci uccide e ci licenzia". Presidio dei cittadini davanti al Comune contro l'inquinamento
La protesta degli operai all'Ilva
FOTO / La protesta degli operai - L'ARTICOLO
Sono 50 gli operai della ditta privata licenziati dopo l'incidente del 28 febbraio scorso in cui morì l'operaio Ciro Moccia. La mobilitazione, con sciopero a oltranza, è stata indetta anche per protestare contro il recente licenziamento di Marco Zanframundo, operaio del reparto Mof (Movimentazione ferroviaria) e dirigente Usb, a cui l'azienda ha contestato la violazione delle misure di sicurezza sul luogo di lavoro, "contro le discariche, contro un sistema - è spiegato nel volantino dell'Usb - che ci uccide e che ci licenzia".
Un'altra morte sul lavoro, sarebbe secondo gli operai la reale causa del licenziamento di Zanframundo: è quella di Claudio Marsella, collega di Zanframundo nel reparto ferroviario, rimasto schiacciato lo scorso ottobre nella manovra di aggancio tra motrice e convoglio. Il delegato dell'Usb all'indomani della tragedia denunciò le scarse condizioni di sicurezza: questo secondo il sindacato sarebbe il reale motivo del suo licenziamento.
Il sindacato di base denuncia anche "l'ennesimo tentativo di screditare lo sciopero. Alcuni capetti chiamano gli operai al lavoro dicendo che lo sciopero non è legittimo. E' la solita minestra riscaldata. Non molleremo - osservano - sino a soluzione del problema".
Intanto un gruppo di cittadini, lavoratori e rappresentanti di comitati, associazioni e movimenti, ha iniziato un presidio permanente nella piazza antistante il Municipio di Taranto, in piazza Castello, per denunciare le problematiche ambientali legate all'Ilva. "Una iniziativa - è detto in una nota del presidio chiamato Fuori dal Comune - che nasce spontaneamente dalla rabbia di chi non è più disposto a rassegnarsi alla morte causata dall'inquinamento e ad assecondare questo sistema pluridecennale di potere responsabile di malattie, morte e disoccupazione".
I manifestanti chiedono alle "istituzioni tutte, a cominciare da quelle locali" di discutere con la cittadinanza e accogliere una serie di richieste. Innanzitutto, "l'immediato e concreto recepimento e conseguente attuazione, da parte del consiglio comunale, delle richieste espresse attraverso la campagna di raccolta firme sul Rischio sanitario a Taranto, per garantire a tutti i cittadini sani l'esenzione totale del ticket sanitario per le patologie legate all'inquinamento".
Inoltre i cittadini sollecitano la "revoca dell'Aia all'Ilva", il "blocco delle autorizzazioni all'uso della discarica interna allo stabilimento denominata Mater Gratiae" e "l'istituzione immediata, con sede a Taranto, di un tavolo permanente sul problema del lavoro e dello sviluppo del territorio". Infine, si chiede la "chiusura delle fonti inquinanti e la successiva bonifica del territorio con reimpiego di tutta la forza lavoro". Piena solidarietà viene espressa "nei confronti di tutti quei lavoratori che vengono (da anni) vessati all'interno dell'azienda per le loro battaglie in difesa della salute e della sicurezza sul lavoro".
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