mercoledì 11 settembre 2013

le parole del consiglio comunale e del sindaco Stefano servono a poco per far rientrare il licenziamento di marco all'Ilva - ma è necessario fare in maniera giusta la lotta se vogliamo ottenere risultati

Oggi la lotta della USB a fronte del licenziamento di marco a cui si è unita la lotta contro la perdita del lavoro dei 50 operai della Emmerre si è spostata al consiglio comunale che ha approvato una mozione.
Una mozione non si nega a nessuno e Sindaco e consiglio si sono fatti belli di essa
ma su questo non vi possono essere illusioni e confusioni. Non è con queste iniziative che Marco rientra.
Al licenziamento si è reagito con il necessario sciopero e poi con il presidio sul tetto della direzione.
Non è che l'inizio: la lotta deve continuare con determinazione e pazienza.
L'adesione allo sciopero -  a differenza di quanto va sparando l'USB nei comunicati, una cattiva abitudine che non passa mai, è stata bassa - ma non c'era da stupirsi; all'Ilva è difficile scioperare in generale e in questa fase in particolare, gli operai in sciopero il primo giorno sono una minoranza attiva e significativa, ma la gran parte degli operai anche quando è solidale senza la copertura dello sciopero da parte dei sindacati confederali non si ferma, e i sindacati confederali lo sanno bene e si sono ben guardati da qualsiasi presa di posizione di contestazione del licenziamento di Marco. Una vergogna!
E' sbagliato però che Marco e gli altri operai della USB la mettono subito sul moralismo e si mettono a sparare sugli operai che non scioperano, una polemica oziosa e controproducente - ancor più questa volta in cui anche gli operai del MOF hanno scioperato in pochi e bisogna anche chiedersi il perchè.
E' sbagliato che la USB ogni volta invece di darsi un piano di lotta per tappe risolve tutto con proclamazioni di scioperi ad oltranza che naturalmente dopo il primo giorno sono impraticabili. Si rischia sempre la furia francese e la ritirata spagnola, che semina sfiducia.
Se è vero che il nemico è comune è sbagliato mettere tutto nello stesso calderone.
Una cosa è il licenziamento di Marco, altra è la cassintegrazione in scadenza degli operai Emmerre, altra cosa ancora la vicenda del decreto delle discariche, ecc
Si tratta di lotte diverse che vanno fatte con metodi diversi e nel caso delle discariche con controparti diverse, se si vogliono ottenere risultati.
Per Marco bisogna insistere, contestare il provvedimento in tutte le sedi possibili e bisogna mobilitare la fabbrica in tutte le maniere possibili, senza cessare di fare pressione sui sindacati confederali che non possono cavarsela con il silenzio assenso
Per la EMMERRE bisogna chiedere con forza la riassunzione con la clausola sociale nell'appalto ILVA,
bloccando strade e se si riesce anche con la forza i cancelli dell'Ilva e delle imprese, come hanno fatto altre ditte dell'appalto.
Per le discariche bisogna mobilitare operai e cittadini uniti contro l'ennesimo decreto pro azienda.
I tempi e i modi di queste lotte sono diversi... ed è necessario che operai in lotta e USB se ne facciano una ragione.
Noi faremo come sempre la nostra parte, ma gli operai debbono starci a sentire e scegliere di proseguire la lotta in forme adeguate per ottenere risultati.

slai cobas per il sindacato di classe
taranto
11 settembre 2013

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