Ilva: gup esclude azienda da risarcimento creditori
TARANTO
– L'ultimo decreto governativo mette al riparo l’Ilva dalle pretese
risarcitorie e penalizza le parti civili dell’inchiesta 'Ambiente
svendutò, che potranno chiedere i danni solo ai singoli imputati o (chi
potrà dimostrare di aver subito un danno economico) rivolgersi al
Tribunale fallimentare di Milano, competente ormai per tutti i
contenziosi. Il gup del tribunale di Taranto Vilma Gilli ha infatti
accolto, dopo oltre tre ore di camera di consiglio, le eccezioni
sollevate dai legali di Ilva spa, di Riva Fire e di Riva Forni
Elettrici, escludendo le tre società dalla responsabilità civile.
Una decisione motivata dal fatto che l’Ilva è entrata in amministrazione straordinaria e le altre due società non erano parti nell’incidente probatorio svolto a suo tempo (marzo 2012). Gli avvocati dell’Ilva spa, ai quali si era associato il legale delle altre due società, hanno sostenuto che, poichè l’Ilva è stata ammessa all’amministrazione straordinaria, si devono seguire le regole del decreto Marzano e anche le pretese risarcitorie vanno presentate, per 'par condicio creditorum', al Tribunale di Milano.
Un’autentica 'mazzatà per quanti avevano avanzato le richieste di risarcimento: i familiari di due operai morti in incidenti sul lavoro, i lavoratori che si sono ammalati perchè a contatto con le sostanze inquinanti, gli allevatori che hanno subito la mattanza del loro bestiame, i mitilicoltori a cui è stato impedito di allevare le cozze nel primo seno del mar Piccolo a causa della presenza oltre il limite di diossine e Pcb, i proprietari della abitazioni del rione Tamburi imbrattate dalle polveri.
Una decisione motivata dal fatto che l’Ilva è entrata in amministrazione straordinaria e le altre due società non erano parti nell’incidente probatorio svolto a suo tempo (marzo 2012). Gli avvocati dell’Ilva spa, ai quali si era associato il legale delle altre due società, hanno sostenuto che, poichè l’Ilva è stata ammessa all’amministrazione straordinaria, si devono seguire le regole del decreto Marzano e anche le pretese risarcitorie vanno presentate, per 'par condicio creditorum', al Tribunale di Milano.
Un’autentica 'mazzatà per quanti avevano avanzato le richieste di risarcimento: i familiari di due operai morti in incidenti sul lavoro, i lavoratori che si sono ammalati perchè a contatto con le sostanze inquinanti, gli allevatori che hanno subito la mattanza del loro bestiame, i mitilicoltori a cui è stato impedito di allevare le cozze nel primo seno del mar Piccolo a causa della presenza oltre il limite di diossine e Pcb, i proprietari della abitazioni del rione Tamburi imbrattate dalle polveri.
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