giovedì 5 febbraio 2015

Nell'incontro di oggi a palazzo Chigi continua il bluff del DECRETO RENZI con istituzioni locali, sindacati confederali, parlamentari a tenergli bordone sulla pelle degli operai e dei cittadini - serve lo sciopero generale e il blocco generale della fabbrica e della città di operai e masse popolari - con buona pace di quei cialtroni 'che non vogliono bloccare la città', con il risultato di lasciare campo libero a Renzi. Se entro il 15 non ci saranno soluzioni per il salario, il lavoro e la salute, partirà la campagna per lo sciopero generale dal basso sulla piattaforma del 'decreto operaio'

Ilva: oggi incontro a Palazzo Chigi con vertici Cdp

ROMA – Si stringono i tempi sul decreto Ilva. Mentre a Taranto la protesta delle aziende dell’indotto e dell’autotrasporto è sempre più drammatica, domani a Roma a Palazzo Chigi si terrà un vertice al quale parteciperanno oltre al premier Matteo Renzi e al Ministro Federica Guidi, i vertici di Cassa Depositi Prestiti e del Fondo Strategico, i commissari straordinari dell’Ilva e il consigliere economico del premier Andrea Guerra.

Sul tavolo la messa a punto degli emendamenti del governo al decreto Ilva che è attualmente all’esame delle commissioni riunite Industria e Ambiente del Senato.

Dopo la presentazione degli emendamenti sono ancora attesi il parere della Bilancio e appunto gli emendamenti del Governo. Anche se l’obiettivo resta quello di portare il testo in aula per martedì prossimo come stabilito dalla Capigruppo, i tempi appaiono davvero stretti, è più probabile che la prossima settimana siano le Commissioni a votare mentre per l’Aula bisognerà aspettare la settimana successiva.

Al vertice di Palazzo Chigi il premier esaminerà in prima persona gli interventi che il Governo porterà al testo del decreto, dopo le indicazioni emerse dalle audizioni che si sono tenute al Senato. La presenza dei vertici di Cassa Depositi Prestiti (il presidente Franco Bassanini e l’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini) e del Fondo Strategico Italiano (l'a.d. Maurizio Tamagnini) lasciano capire che il braccio finanziario dello Stato è ormai pronto per intervenire nel risanamento e nel rilancio dell’Ilva Spa, di fatto sottratta ai Riva dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza e l'apertura della procedura di fallimento controllato.

In particolare, i vertici Cdp affronteranno con Renzi e il consigliere Guerra il nodo del passaggio dei fondi Fintecna (circa 150 milioni di euro) alla contabilità ordinaria dell’Ilva. Un passaggio per il quale Fintecna chiede, prima di dare il via libera, di essere garantita per legge da ogni possibile futuro contenzioso. Un emendamento del governo in questo senso potrebbe uscire da Palazzo Chigi.

L’altro aspetto sul quale con ogni probabilità interverranno Cdp e Fsi sarà la costituenda società di servizio per la patrimonializzazione e ristrutturazione delle imprese prevista dall’Investment compact. L'Ilva sarà infatti il primo banco di prova del nuovo strumento messo a punto per risanare le imprese in "temporanei squilibri patrimoniali o finanziari" ma "caratterizzate da adeguate prospettive industriali e di mercato".

La società, che opererà come una società di turnaround, dovrebbe intervenire nel capitale della Newco che, come previsto dal decreto Ilva, potrebbe acquisire o – più probabilmente – prendere in affitto gli stabilimenti dell’Ilva e in particolare quello di Taranto.

All’incontro di Palazzo Chigi si studierà poi una soluzione per le aziende dell’indotto e in particolare dell’autotrasporto di Taranto, sul piede di guerra da diverse settimane, dopo la notizia del fallimento dell’Ilva e il conseguente rischio di non vedersi pagati i crediti maturati finora con la gestione commissariale. L’obiettivo del governo è di salvaguardare il maggior numero possibile di aziende dell’indotto inserendole nell’elenco dei creditori strategici per il proseguimento dell’operatività dell’Ilva.

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