domenica 22 febbraio 2015

Lavoro salariato e capitale

Il  lavoro salariato è la linfa vitale per i profitti del capitalismo, ma è chiaro che se non c’è il capitale che sfrutta la forza lavoro, il lavoro salariato non ha ragione di esistere.
Ovviamente il capitale può avere una crescita che condiziona l’aumento dei salariati,quindi la possibilità di sfruttare un maggior numero di persone, questo, può far si che ci sia un aumento dell’offerta e temporaneamente anche del salario; Per poter ottenere un maggior profitto il capitale crea le condizioni affinchè il mercato del lavoro possa scendere e lo attua meccanizzando quanto più possibile la produzione, pur conservando, ovviamente, quello che abbiamo considerato la sua linfa vitale “il lavoro salariato”.
Lavoro salariato che non ha più bisogno di essere eccessivamente qualificato, ma con un addestramento, lo può fare chiunque. Questo crea la concorrenza tra gli operai, che nel tentativo di conservare il proprio lavoro offrono la loro forza lavoro sempre più a ribasso, aumentando le ore lavorative e diminuendo il salario. Facendo così l'operaio rivolge la concorrenza contro se stesso; di conseguenza il capitale può decidere a proprio piacere, avendo a disposizione la gran massa di operai, disposta a tutto per il salario, e attuare anche licenziamenti di massa, fornendosi sempre più di carne fresca da sottopagare e sfruttare.
Potremmo concludere dicendo che l’impoverimento generale e della classe operaia in particolare arricchisce il capitale. Qui nasce la formula inversa, cioè, il profitto sale quanto più il salario scende, e diminuisce se il salario sale, ma per quanto possa diminuire sarà sempre sproporzionato nei confronti della crescita salariale.

Concetta

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