venerdì 13 febbraio 2015

Verso l'8 Marzo - donne, disoccupate, lavoratrici, che vogliono raccontarsi, testimoniare la loro ribellione alla violenza degli uomini che odiano le donne

Ormai si sente più spesso in tv di donne uccise dai propri mariti, compagni, fidanzati, donne che si fidano di loro, donne che non sapevano che i loro uomini sarebbero stati i loro assassini.

Si cerca oggi in qualunque modo di far ribellare le donne di far prendere coscienza che la loro ribellione le salverà la vita .
Alcune donne ci riescono, ma purtroppo ancora molte, per amore dei figli e per la dipendenza economica, dal marito non ci riescono.

In tv la donna viene presentata in molti programmi scollata e in genere poco vestita, non viene fatta parlare se non di sciocchezze; vengono trattate solo come oggetti e non come persone.
Ma noi donne invece abbiamo molto da dire e possiamo fare tanto. Noi diamo la vita, noi siamo sensibili, intelligenti quanto e più degli uomini, noi siamo un universo immenso da scoprire.
Possiamo essere madri, mogli, amiche, lavoratrici...

C'e da dire che sin da bambine veniamo educate diversamente dai maschi.
Io personalmente ho ricevuto dalla mia famiglia un educazione uguale a mio fratello, ci hanno insegnato a credere in noi stessi.

In passato ho avuto una brutta esperienza con un uomo violento, ma grazie ai miei genitori e soprattutto a me stessa, me ne sono liberata.
Oggi mi ritengo una donna indipendente, che si mantiene da sola, che vive da sola, una donna
che a molti uomini fa paura.
Sono consapevole di farcela da sola e che io donna ho diritto al rispetto come ogni essere umano.

Pietrina

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