venerdì 20 febbraio 2015

Più altri 1000 lavoratori Ilva in contratto di solidarietà - Ecco la garanzia del decreto Renzi

Renzi: "L'altoforno 5 andava chiuso perchè, dopo anni, va rimesso a posto e si farà. Stiamo rimettendo l'Ilva in piedi con tanta fatica dando anche le garanzie ambientali che in anni di cattiva politica non sono state date".

Nello stesso tempo arriva la notizia della prosecuzione dei contratti di solidarietà per altri 12 mesi, ma soprattutto che aumenta il numero di lavoratori messi in CdS.
Con la nuova intesa, infatti, che dovrebbe prendere il via il prossimo 2 marzo: l'ammortizzatore dovrebbe riguardare circa 4.500 lavoratori solo a Taranto.

Contemporaneamente viene fermato anticipatamente l'Altoforno 5 il più grande d'Europa e viene slittato al 1° agosto la ripresa dell'Altoforno 1, fermo dal 2012. Possibile, inoltre, lo stop dell'acciaieria 1.

Governo e commissario straordinario cercano di rassicurare che l'avvio dell'Altoforno 1 comporterà un incremento della produzione della ghisa giornaliera in grado di avvicinarsi a quella dell'Altoforno 5.
Ma. Intanto ci sono 5 mesi di drastica riduzione della produzione. Inoltre, non si fa i conti con "l'oste", il mercato dell'acciaio che già si rivolge verso altri produttori e che non è affatto detto che alla ripresa piena delle possibilità produttive torni a comprare acciaio dell'Ilva.

Questo fa supporre che l'anticipo di fermata per l'Altoforno 5 e il rinvio della riattivazione del 1 sia in realtà una misura dell'Ilva per fronteggiare le difficoltà del mercato e prefigura un netto ridimensionamento futuro, compreso dei posti di lavoro.
Senza che questo - sia chiaro per ambientalisti vari e i fautori della chiusura dell'Ilva - comporti un miglioramento per la salute e l'abbattimento dell'inquinamento. Perchè se la logica che inevitabilmente guida questi piani è di tagliare per salvare i profitti, il costo della salute, della sicurezza, delle bonifiche sarà sempre anch'esso tagliato al massimo possibile.

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