sabato 21 febbraio 2015

PROCESSO ILVA - I PM DENUNCIANO I RESPONSABILI AZIENDALI, ISTITUZIONALI, FORZE DELL'ORDINE, PRELATI DELLA CHIESA LOCALE. "SE OGGI SI FACESSE UN SOPRALLUOGO IN ILVA SI VEDREBBE CHE NULLA E' CAMBIATO SULL'INQUINAMENTO" - MA RESTA LA VERGOGNOSA ESCLUSIONE DELLE 3 SOCIETA' DAI RISARCIMENTI CHE NON PUO' ESSERE ACCETTATA!

Nell'udienza del 19 febbraio, hanno cominciato a parlare i Pubblici Ministeri, puntando il dito soprattutto su amministratori, politici, funzionari ministeriali, enti pubblici, dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (ipotesi di reato, concussione aggravata), al sindaco di Taranto, Ippazio Stefano (abuso d'ufficio e omissione in atti d'ufficio), dall'ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido (concussione), all'assessore regionale alla Qualità dell'Ambiente, Nicastro, per il quale si ipotizza il favoreggiamento personale a Vendola. Si sono sentiti i nomi dei "servi" del potere, di funzionari della questura, ufficiali di polizia giudiziaria; come i nomi di alti prelati della Chiesa locale che, incassando periodicamente soldi da Riva, gli accordavano la "benedizione" per i suoi morti. 

La Procura ha depositato altri documenti, tra cui una consulenza commissionata da Nicola Riva (imputato nel processo) dalla quale emergere che i cosiddetti 'fiduciari' a libro paga di Riva Fire erano funzionali alle direttive impartite dalla dirigenza Ilva.
Il pm Cannarile ha rimarcato il ruolo di questi 'fiduciari' del gruppo Riva nell'eseguire le direttive della proprietà a scapito del rispetto delle norme ambientali; denunciando i danni ambientali causati dall'inquinamento dell'Ilva agli abitanti del quartiere Tamburi, a ridosso del Siderurgico.

Un altro pm del 'pool' della Procura, Buccoliero, ha detto: "se oggi si decidesse di eseguire un sopralluogo nell'area delle batterie delle cokerie Ilva per verificare se ci siano stati interventi per far diminuire l'inquinamento ambientale, potrebbe emergere che nulla o quasi è cambiato rispetto al 26 luglio 2012, quando gli impianti a caldo vennero posti sotto sequestro su disposizione della magistratura".

Il procuratore aggiunto Pietro Argentino, ha documentato come il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, sia venuto meno al suo ruolo di vigilanza e prevenzione dell'inquinamento ambientale causato dall'Ilva, nè - ha detto - lo 'assolverebberò lettere o ordinanze ritenute, dall'accusa, quanto meno tardive, mentre nulla ha fatto per porre in atto misure cautelari.

Nella prossima udienza del 6 marzo gli altri due PM esamineranno il ruolo di complicità con Riva di alcuni politici, tra cui Vendola; le responsabilità della dirigenza Ilva in infortuni/omicidi di due operai dell'Ilva e uno dell'appalto (Claudio Marsella, Francesco Zaccaria e Ciro Moccia); e la posizione delle 3 società.

Ed è proprio la questione delle tre società, escluse nella precedente udienza dalle responsabilità dei risarcimenti, che è vergognosa e inaccettabile. Su questo è il governo Renzi che, con il suo decreto, dichiarando sostanzialmente il fallimento di Ilva spa, ha messo al riparo le società, facendo un grosso regalo ancora una volta ai Riva. Il governo ha affermato il principio dei padroni che chi "inquina NON paga", e ha dato un ulteriore pesante "schiaffo" a tutti i lavoratori, gli abitanti dei quartieri inquinati,i familiari degli operai uccisi, ai bambini ammalati e morti, ecc. 
A questo si è aggiunta un'applicazione del decreto da parte del GUP oltre misura, che pone pesanti dubbi: ancora il decreto era in discussione nella commissioni per gli emendamenti; si è estesa l'esclusione anche alle due società Riva Fire e Riva Forni Elettrici che non rientrano nel decreto, ecc. 

QUESTA "GIUSTIZIA" DI MERA APPLICAZIONE DELLE LEGGI DEL GOVERNO DEI PADRONI, NON PUO' NE' DEVE ESSERE QUELLA DEGLI OPERAI E DELLE MASSE POPOLARI.
E QUESTA ALTRA VERA GIUSTIZIA SI DEVE VEDERE E SENTIRE NEL PROCESSO! 

La responsabilità dell'Ilva anche nei risarcimenti resta, quindi, una battaglia in corso. La partecipazione organizzata dallo Slai cobas sc di parti civili a questo processo è proprio per non accettare le sue regole, per fare del processo un terreno di lotta e di mobilitazione dei lavoratori e delle masse, di giustizia e risarcimenti veri. 

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