mercoledì 10 ottobre 2018

In ansia per la vita della bambina di Paolo VI - ma c'è chi opera per spegnere la giusta rabbia della gente, delle donne di Paolo VI

Siamo in attesa, come tutti a Taranto, di sapere che la bambina di sei anni scaraventata dal padre dal balcone a Paolo VI, ce la faccia. I medici ieri parlavano che "le condizioni della bambina sono leggermente migliorate nonostante permanga la gravita delle stesse”.

Ma non vogliamo che si attenui la necessaria rabbia per quanto accaduto.
Anzi, questo dramma, deve servire a unirsi, non per la "preghiera" ma per la lotta contro tutti coloro che agendo o non agendo sono stati e sono di fatto responsabili.

Nei giorni scorsi, quando l'uomo ha compiuto quei tentativi di omicidio dei due figli e nel momento in cui è stato arrestato, decine e decine di persone abitanti nella zona hanno tentato di colpire l'uomo, salvato solo dalle forze dell'ordine.
Una rabbia necessaria che non deve essere soffocata.
Non è la prima volta che succedono questi fatti a PaoloVI, a Taranto. Altre volte uomini che odiano le donne, che non accettano separazioni e che il loro misero "potere patriarcale" venga rotto, che le donne si ribellino a rapporti fatti di maltrattamenti, violenze, hanno ucciso.
E domenica scorsa vi è stato un femminicidio mancato, e la violenza si è scagliata sui due figli.

Come non è la prima volta che la polizia interviene a fatti compiuti. Contro Trovatello vi erano già state denunce di violenze in famiglia; perchè fino a domenica scorsa quest'uomo poteva ancora tranquillamente andare a casa della madre dove stavano i figli? Perchè nessun provvedimento interdittivo era stato preso, nessun controllo?
A Paolo VI tante cose non vanno, è un quartiere abbandonato dalle istituzioni, tante donne, giovani, sono disoccupati, donne vivono in condizioni difficili in tutti i sensi, ha ripreso piede la criminalità organizzata. Ma tutto questo non interessa.

Ma ancora una volta, invece di fare finalmente qualcosa di diverso, ieri abbiamo assistito a due fatti:
Da un lato un'assessora ai servizi sociali che fa dichiarazioni assurde che hanno come unico scopo di far rientrare tutto in una normalità, dicendo addirittura che i "servizi sociali" seguivano quella famiglia ma solo perchè la coppia era in crisi... Ma quando mai i servizi sociali si occupano di seguire "crisi di coppia"? E l'assessora impunemente non ha detto una parola sulle violenze, maltrattamenti dell'uomo denunciate già dalla convivente.
Dall'altra un corteo/processione organizzato dal parroco Francesco Mitidieri (quello, per capirci, che teneva a Paolo Vi in condizioni indecenti i migranti), per "pregare"; in realtà per impedire che il dolore si trasformasse in ribellione!

Noi, invece, pensiamo che a questo dramma, come alla condizione di oppressione di tante donne, come ai tanti problemi di difficile condizioni di vita a Paolo VI si debba eccome rispondere con la ribellione, con la lotta, per cominciare a dire veramente basta!

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