mercoledì 19 giugno 2013

ENI la situazione è peggio di come l'avevamo pensata.


Dobbiamo confermare il nostro giudizio critico, sia rispetto all'accordo che si è fatto in confindustria e che si sta facendo con le aziende, sia alle procedure che si stanno portando avanti che sono anche peggio di ciò che in un primo momento poteva sembrar
Innanzitutto NON E' VERO che si sta applicando la clausola sociale di salvaguardia, perchè clausola significa che in caso di cambio di appalto la nuova azienda subentrante è obbligata ad assumere i lavoratori della precedente azienda.
Qui invece si fissa un generico "bacino" dal quale attingere secondo le necessità delle aziende subentranti. Questo vuol dire innanzituttio che ne viene assunta una parte soltanto degli operai licenziati. Inoltre questo sistema dei colloqui individuale non è trasparente, e si presta a manovre discriminatorie di tipo aziendale e sindacale, e comporterà sicuramente il mancato rispetto dei livelli e diritti acquisiti dagli operai. 
Non è vero che è per questo che si sono fatti circa 10 giorni di sciopero e di presidi/blocchi di tutti gli operai dell'appalto.
E questo tipo di accordo è la vera ragione per cui si è voluto tenere fuori lo Slai cobas che tutela lavoro e diritti dei lavoratori.
I lavoratori, quindi, si trovano ad accettare questa situazione obiettivamente sotto ricatto e pressione e quindi non possono fare una scelta libera circa la lotta e i risultati di essa.
Per questo lo slai cobas fa appello ai lavoratori a ragionare veramente con la propria testa e a trovare le condizioni per cercare di migliorare.
In ogni caso se dopo il 27 giugno rimarranno fuori dal lavoro senza garanzie i lavoratori, lo slai cobas promuoverà anche da solo la ripresa della lotta e impugnerà anche legalmente questi accordi.
Nessuno pensasse di intimidirci e minacciarci! Il diritto al lavoro e i diritti per tutti non sono merce di scambio.
Ma questo accordo non lo accettiamo anche per un'altra ragione. Il Prefetto e la Confindustria non solo hanno sostenuto ion questa vertenza innanzitutto l'Eni, ma vogliono fare di più. In un articolo apparso sulla stampa Berrettini della Fim-Cisl dice: "questa doverbbe essere la strada da imboccare per tutti gli appalti. Dalla Raffineria all'arsenale, dall'Ilva alle altre realtà industriali del territorio". Quindi si vuole far saltare sostanzialmente l'applicazione rigida della clausola sociale per tutte le ditte dell'appalto, trasformando in generici "bacini" da cui attingere, in maniera graduale, con tutto quello che significa sui criteri... il diritto invece ad un passaggio diretto e immediato dei lavoratori.
Lo Slai cobas non ci sta! E inviterà tutti i lavoratori degli appalti industriali delle fabbriche della nostra provincia a respoingere questa logica.

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