Comincia oggi a Montecitorio la discussione del Decreto 61, il decreto governativo che ha "commissariato" l'Ilva con il chiaro obiettivo di gestirne la fase di crisi, ristrutturazione, ambientalizzazione parziale, e restituirla alla famiglia Riva o ad altro privato in grado di fare profitti, a scapito di operai e quartieri popolari.
Dalla discussione in parlamento ci possiamo solo aspettare ulteriori peggioramenti del decreto, dato che finora sono stati i padroni, in generale e dell'acciaio in particolare, che rappresentano anche Riva, a lamentarsi, non contenti che il decreto abbia nominato l'amministratore delegato di Riva "commissario" per l'Ilva con poteri raddoppiati. Essi vogliono che la proprietà venga fino in fondo tutelata, che il caso Ilva non sia un precedente per altri padroni in difficoltà e che sia stabilito chiaramente che il commissario Bondi deve continuare a rispondere alla proprietà, innanzitutto, e quindi il decreto deve dare uno status a una sorta di figura riconosciuta dell'azienda.
L'altra offensiva antidecreto è il fatto che Bondi deve avere, più di quanto già non ne abbia, mani libere in materia di applicazione dell'Aia.
Quindi un ulteriore peggioramento da destra del decreto di parte padronale è quello che bisogna aspettarsi.
Il PD bliderà il decreto anche a nome delle Organizzazioni sindacali confederali, qualche grillino, che abbia ancora tempo di occuparsi di qualcos'altro che non siano le espulsioni nel suo movimento, potrà fare chiacchiere vuote e inoffensive, come è già stato in occasione del dibattito parlamentare.
Il Min. Orlando che finora non ha avuto mai il coraggio, peggio di Clini, di presentarsi agli operai e ai cittadini di Taranto, come pure il Min. Zanonato e la dama di compagnia Ministra della salute, pensa di tenere buono l'ambientalismo cittadino ripescando un signore, di cui nessuno più sapeva dove fosse finito, l'ex ministro Ronch, compagno di Rutelli in una delle tante operazioni trasformiste dei cosiddetti "Verdi" italiani. La Lega ambiente si è sbracata in un entusiasmo aprioristico che fa a pugni con tutte le osservazioni, spesso giuste, che finora sono state fatte contro la falsa ambientalizzazione della fabbrica, e ora si è appiattita interamente sul decreto.
Anche il PD saluta Ronchi con entusiasmo e cosa si aspetta da lui lo scrive: "...un fattore essenziale per restituire competitività al modello industriale del paese...". Detto per l'Ilva è tutto un programma!
Interviene anche il direttore di una, fin qui sconosciuta, fondazione per lo sviluppo sostenibile, che chiama Ronchi "maestro" e conclude che è contenta che "Ronchi abbia assicurato che continuerà a presiedere la nostra Fondazione e a seguirne costantemente le attività"; quindi, doppio lavoro, doppio stipendio, ecc., ecc., per il "maestro".
In tutto questo gli operai? Buoni solo per partecipare alla giostra di impianti fermati, di lavori annunciati ma che nessuno continua a vedere, di contratti di solidarietà, e soprattutto di continuità di infortuni, rischi quotidiani in una fabbrica in cui si lavora eccome, in condizioni di precarietà e disagio, di mancanza anche di pezzi di ricambi.
L'ultimo infortunio ha riguardato gli operai intossicati al Mof.
Nessuno pensa agli operai, gestiti ora come fantasmi, ora come pedine, ora come "pezzi di ricambio".
Lo Slai cobas per il sindacato di classe è la forza che più coerentemente denuncia lo sttao di cose, non per agitare 'bandierine' ma per proporre agli operai, tutti indipendentemente dalla tessera sindacale, di rispondere alla situazione, di entrare in campo, con l'arma della lotta per rivendicare un "decreto" per loro!
Noi rivendichiamo un decreto per gli operai che sancisca:
nessun
operaio deve andare a casa
tutti gli operai devono
essere impiegati nella messa a norma
salari e diritti non si toccano
la prima messa a
norma è garantire la sicurezza degli operai
in una
fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può stare e lavorare per tanti
anni ma che 20 anni bastano, con estensione, quindi, a tutti dei benefici
pensionistici,
la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, per
cui servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuiti, ospedale e
strutture d'emergenza, affidate ad Emergency, per fronteggiare la
situazione.
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