venerdì 28 giugno 2013

Fallito l'incontro per appalti ENI - Si conferma pienamente la denuncia dello Slai cobas - Occorre riprendere la lotta

Fallito ieri l'incontro e la trattativa dei sindacati confederali per la questione dell'appalto ENI e il rientro dei 31 lavoratori licenziati. Una delle ditte non si è presentata e non era presente neanche la direzione dell'ENI (fondamentale in questa vertenza). Il tutto rinviato ai primi di luglio, ma in realtà è tutto in alto mare, perchè le ditte non hanno dato affatto assicurazioni sugli operai da assumere, e, anzi, hanno fatto un deciso passo indietro anche rispetto al già vergognoso impegno generico dato nei giorni scorsi e che ha portato subito cgil, cisl, uil, a considerarlo sufficiente per chiudere la lotta.

Di fatto si confermano pienamente tutte le denunce che su quella chiusura della lotta aveva fatto lo Slai cobas e la RSA di una delle ditte dell'appalto, la Rendelin.
Quel preaccordo non garantiva affatto la riassunzione di tutti i lavoratori della De Pasquale e della Rendelin, ma solo l'istituzione di un generico "bacino" a cui molto gradualmente le nuove Ditte dovrebbero attingere, quando e come a loro serve, secondo le proprie necessità, facendo comunque passare i lavoratori sotto le "forche caudine" di colloqui, che non possono che avere carattere ricattatorio verso gli operai, discriminatorio e penalizzante; in più le nuove assunzioni dovrebbero essere a termine e con perdita dei livelli e diritti acquisiti.
Avevamo già detto che questo preaccordo costituisce poi un pericoloso precedente per tutto l'appalto, per tutti i lavoratori in futuro, che non avrebbero più l'automaticità come in passato della continuità del lavoro nei cambi di appalto, con tutti i diritti e livelli acquisiti, perchè ogni ditta subentrante invocherebbe anche per sè la convenienza di prendere solo alcuni operai dal bacino e nelle condizioni peggiori.
Ora, chiaramente, le ditte ottenuta una grande mano da cgil, cisl e uil, non gli basta e, in combutta con l'ENI, vogliono il braccio!
Certo, ora, il prefetto fa un altro "comunicato" per sollecitare, ma guai a fare qualcosa di più, a imporre il rispetto di norme e contratti e dei lavoratori!

La tenuta fuori dagli incontri dello Slai cobas, da parte dell'Eni, del prefetto, e voluta soprattutto dai sindacati confederali, era per non avere chi si sarebbe sin dai giorni scorsi opposto a quel vergognoso preaccordo, e chi avrebbe detto la verità agli operai e chiamati a non fermare la lotta.
Ora i fatti mostrano che lo Slai cobas aveva ragione e tutti gli altri ingannavano gli operai.

Ora è tempo che gli operai aprano gli occhi.
MARTEDI' 2 LUGLIO ALLEORE 17,30 LO SLAI COBAS CONVOCA UNA RIUNIONE IN SEDE, VIA RINTONE, 22, DEGLI OPERAI LICENZIATI E DI TUTTI GLI OPERAI DELL'APPALTO ENI.

Noi avevamo detto che aspettavamo il 27, dopodicchè, se nulla di positivo c'era per gli operai, occorreva e occorre riprendere la lotta, con lo sciopero e i blocchi.
Il blocco del varco 2, breve e solo di rallentamento dei camion, aveva fatto accorrere Eni e Prefetto, stampa e Tv. Bene, ora è questa forma di lotta che deve essere ripresa se si vogliono ottenere reali risultati e non altri rinvii e prese in giro!

SLAI COBAS per il sindacato di classe
28.6.13

PS. Anche noi rispettiamo il lutto del direttore dell'Eni, anche noi abbiamo mandato le nostre condoglianze, ma, primo, questo non giustifica l'assenza ieri al tavolo dell'Eni - gli operai sono umani ma dove sta l'umanità dell'azienda? Secondo,c'è da dire che non abbiamo mai visto un direttore di una grande azienda mandare telegrammi per la morte di un famigliare di un operaio, ma spesso neanche per la morte dell'operaio...

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