Dopo il Treno nastri 1, l'Ilva ferma altri impianti. Ai primi di luglio, e per un periodo di circa tre mesi, stop per l'altoforno 2, l'acciaieria 1, una parte dell'Agglomerato ed una parte dei sottoprodotti, più i servizi collegati. Era nell'aria già da qualche giorno questa fermata, dovuta alla crisi del mercato siderurgico, e ieri mattina il direttore delle relazioni industriali dell'Ilva, Enrico Martino, l'ha ufficializzata ai sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm. Sette-ottocento lavoratori diventano così esuberi temporanei. E aggiunti ai circa 1.100 che lo sono già, portano complessivamente a 2mila la forza lavoro inattiva. Sul piano produttivo, invece, è come se si fermasse quasi mezza Ilva: un'acciaieria su due, due altiforni su quattro. L'altoforno 1, infatti, era già stato fermato ai primi di dicembre per i lavori di risanamento
Quindi Ai primi di luglio l'Ilva di Taranto avrà 2mila degli 11mila addetti complessivi fuori dal ciclo produttivo. Sono esuberi temporanei dovuti alla crisi di mercato dell'acciaio e al calo della domanda. Dopo che l'azienda, nei giorni scorsi, ha fermato di nuovo il Treno nastri 1 (250 unità), adesso si rende necessario bloccare anche l'altoforno 2, l'acciaieria 1, nonchè serie di attività collegate come l'agglomerato e i sottoprodotti. In totale, coinvolti altri settecento-ottocento dipendenti. In particolare l'altoforno 2 si fermerà per tre mesi. Non ci sarà cassa integrazione ma si utilizzeranno i contratti di solidarietà.
Èquesto, infatti, l'ammortizzatore sociale che Ilva e sindacati hanno scelto a marzo, con un accordo al ministero del Welfare, per gestire il delicato momento in cui il ridimensionamento degli ordini si incrocia temporalmente con i lavori di risanamento previsti dall'Autorizzazione integrata ambientale, lavori che appunto prevedono che si fermino gli impianti dell'area a caldo soggetti a rifacimento. E' già accaduto, ai primi di dicembre, per l'altoforno 1 e per un gruppo di batterie delle cokerie. L'altra fermata importante è prevista all'inizio dell'estate 2014 quando sarà spento, anche qui per lavori, il grande altoforno 5. Solo che ora lo stop dell'altoforno 2 cambia un po' il ruolino di marcia. L'Ilva ha detto ai sindacati metalmeccanici, incontrati stamattina, che approfitterà di questa fermata per anticipare i lavori dell'Aia che avrebbe dovuto fare più in là su quest'impianto. L'azienda spera che prima o poi il mercato riparta e si riprenda in modo da avere in quel momento uno stock di altiforni riammodernati e pronti a produrre. Si vedrà.
lo scenario della fabbrica resta comunque denso di punti interrogativi. Ce ne sono almeno tre: che ne sarà del mercato, visto che la fermata annunciata oggi coinvolge una parte non irrilevante dello stabilimento; come e soprattutto con quali mezzi finanziari andranno avanti i costosi lavori di risanamento ambientale ordinati dall'Aia; infine, come evolveranno sia la battaglia giudiziaria contro il sequestro da 8 miliardi, sia il dibattito parlamentare per la conversione in legge del decreto 61, quello approvato il 4 giugno dal Governo che commissaria di fatto l'Ilva affidandola ad Enrico Bondi, già ad dell'azienda..
TARANTO. Domenico Palmiotti - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/DnNme
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