domenica 9 giugno 2013

Ilva: Basta chiacchiere e distintivi. Vogliamo un decreto per gli operai e i cittadini!

Il governo per decreto ci ha imposto, Bondi, l'amministratore delegato scelto da Riva come commissario per l'Ilva, per fare gli interessi di Riva, ristrutturare la fabbrica applicando, secondo gli interessi di Riva, la messa a norma, per restituirla alla famiglia Riva per far fare nuovi profitti con meno lavoratori.
Questa è la sostanza dell'operazione "decreto bis".
I partiti di governo, PD, PdL, Lista civica, i sindacati confederali sostengono questo decreto, dicono bugie ai lavoratori per farlo passare continuando a fare il mestiere che hanno fatto finora: privatizzare i profitti, socializzare le perdite, proseguire nella collusione/collaborazione con padroni e governo.
Lo fanno all'Ilva, ma lo fanno in tutte le fabbriche italiane. Non dipende, come vanno dicendo molti, dal fatto che siamo a Taranto, che vogliono danneggiare i tarantini, ecc., ecc.
Quello che avviene all'Ilva è il frutto della politica e dell'azione nazionale di padroni, governo, Stato dei padroni, partiti parlamentari e sindacati confederali, che fanno un fronte unico antioperaio e antipopolare.

Contro questo fronte, bisogna fare un fronte unico, operai e masse popolari di Taranto, difendendo lavoro in una fabbrica messa a norma realmente e salute in una città bonificata.
Per questo fronte serve un sindacato di classe basato sui cobas perchè gli operai prendano nella proprie mani la lotta da fare in fabbrica per il lavoro, i diritti e la messa a norma. Servono comitati popolari nei quartieri, a partire dai Tamburi, Paolo VI, Statte, ecc.

Serve che operai, lavoratori, familiari e cittadini si uniscano in associazione per costituirsi parte civile collettiva al processo contro padron Riva, per ottenere condanna dei padroni assassini e dei loro complici, e giustizia e risarcimenti per lavoratori, familiari e cittadini, come è avvenuto nel processo Eternit di Torino. Per fare questo ci vogliono gli avvocati che hanno fatto il processo a Torino e le associazioni e partecipazioni simili a quelle che hanno vinto il processo a Torino.
Noi non vogliamo che si costituiscano parte civile, nè che venga accettata, i sindacati confederali, perchè in questo processo dovrebbero essere imputati e non parte offesa; non vogliamo che si costituiscano parte civile, associazioni, traffichini, avvocati che vogliono soldi per loro dal processo e non giustizia e risarcimento per lavoratori, familiari, cittadini.

Ma ora, dopo il decreto, che fare? Innanzitutto non stare a sentire. 
Vendola critica il decreto, ma come tutti gli amministratori locali, Vendola, Florido, Stefano, si dovrebbero vergognare di essere stati collusi con l'azienda finora.
Grillo e i suoi sciagurati presunti deputati, che nessuno ha mai visto all'Ilva, ora, accompagnati da parte dei 'Liberi e pensanti', si vogliono fare pubblicità sulla pelle degli operai e dei cittadini. Vogliono tutti gli operai a casa con il cosiddetto "reddito di cittadinanza". Primo, se gli operai vengono mandati a casa, questa fabbrica non viene assolutamente bonificata e fa la fine di Bagnoli; se vengono mandati a casa, tutti sappiamo che non c'è nessun reddito di cittadinanza ma i soldi della cassintegrazione prima e della mobilità/licenziamento dopo. Ma gli operai vogliono lavorare per una fabbrica messa a norma e non campare di sussidi.
Quello che manca finora è la lotyta vera degli operai che stanno lì ad aspettare continuamente notizie, mentre si produce, ci si infortuna, si rischia di morire, e tutto prosegue come sempre.
Gli operai subiscono una guerra e la perdono senza farla. Si appassionano ai fatterelli, ma manca una vera battaglia generale. Accettano che vengano fatti decreti su decreti - ce ne saranno nei prossimi due mesi almeno altri due: sul piano industriale = ristrutturazione con tagli; sul piano applicazione Aia = facciamo quello che si può fare e non quello che si deve fare, ecc. -, ma non c'è nessun decreto che tuteli lavoro e reddito degli operai, stabilendo chiaramente:

che nessun  operaio deve andare a casa, 
che tutti gli operai devono essere impiegati durante la messa a norma, 
che salari e diritti non si toccano, 
che la prima messa a norma è garantire la sicurezza degli operai (via l'accordo Mof, ecc.), 
che in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può stare e lavorare per tanti anni ma che 20 anni bastano, con estensione, quindi, a tutti dei benefici pensionistici,
che la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, per cui servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuiti, ospedale e strutture demergenza, affidate ad Emergency, per fronteggiare la situazione.

NOI VOGLIAMO UN DECRETO CON QUESTE COSE!

per ottenerle ci vuole il blocco della fabbrica e della città, con buona pace di chi fa tante parole e non ottiene niente per operai e cittadini.
Solo se lottiamo e ci organizziamo in fabbrica e sul territorio, su questa linea e per questi obiettivi.
Il futuro può essere davvero nelle nostre mani, altrimenti sono tutte chiacchiere e distintivi.

AUTORGANIZZIAMOCI CON LO SLAI COBAS per il sindacato di classe - e chi se ne frega se l'azienda non ci riconosce, con la lotta LO FARA'! E non c'è da aspettare elezioni Rsu che non vogliono più fare. La rappresentanza deve essere espressa non gtanto dal voto ma dalle assemblee dei lavoratori.

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