«La conferma che non vi è niente di buono, nelle
dichiarazioni aziendali, la troviamo nel fatto che si dichiarano esuberi
e fermate di impianti, ma di lavori di adeguamento, tranne che
genericamente, non se ne parla proprio». Lo sottolinea in una nota il
coordinamento provinciale dell’Usb (Unione sindacale di base)
riferendosi all’annuncio della direzione dell’Ilva relativo alla
prossima fermata dell’Altoforno 2 e di altri impianti che provocherà, di
conseguenza, un esubero di 800 lavoratori. «Se devono fermare gli
impianti per mancanza di commesse - aggiunge l’Usb – approfittino per
fare i lavori di adeguamento ambientale, e presentino un piano
industriale. Diversamente confermerebbero di non aver mai avuto
intenzione di metter mano al portafoglio e che alla proprietà
interessano solo due cose: la scarcerazione dei Riva e la possibilità di
tirare a campare fino al 2015 senza mettere un euro».
Il sindacato di base fa presente che «lo scenario non è dei migliori,
prima il fermo dell’Afo1, poi delle batterie, ora l'Afo2 e Acciaieria 1,
Colata continua 1 e 5. E tutto avviene con la maggioranza dei
lavoratori del Laf (Laminatoio a freddo) già a casa da mesi, oltre a
quelli del Pla 2 (Produzione Lamiere), del Treno nastri 1,dei
Rivestimenti e dei Tubifici che lavorano a intermittenza. Di strano –
conclude l’Usb – c'è che la dichiarazione di esubero e fermata aziendale
avvenga all’indomani dell’ennesima richiesta di scarcerazione,
rigettata dal gip».
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