Combattere il razzismo tra le file dei lavoratori
La
nostra organizzazione sindacale è impegnata in diverse lotte sui
posti di lavoro in difesa del lavoro, contro la disoccupazione, per
la difesa di servizi sociali... e più in generale contro le
politiche antiproletarie e antipopolari dei governi sostenute dalla
complicità/collusione dei sindacati sempre più filopadronali:
politiche che hanno già strappato e continuano a voler strappare
diritti fondamentali per i lavoratori e masse popolari conquistati in
decenni di lotte della classe operaia contro i padroni.
Ma
lo Slai Cobas per il s.c. è anche impegnato in altre battaglie, e
tra queste, come afferma lo Statuto della nostra O.S. che si
definisce “basata sui principi di libertà eguaglianza, solidarietà
e internazionalismo,
vi
è la lotta per la difesa dei diritti dei migranti, o lavoratori nel
nostro paese o profughi, contro il razzismo di Stato,
il razzismo diffuso dal governo Renzi oggi innanzi tutto, ma anche
dai vari partiti più o meno apertamente fascisti, come la Lega di
Salvini o Fratelli d'Italia, e le forze illegali fasciste come Forza
Nuova o Casapound che cercano di tornare fuori dalle fogne in quanto
legittimate dall'alto dal moderno fascismo che avanza di chi ci
governa.
Questo
razzismo diffuso a profusione non solo con le politiche reazionarie
ma anche attraverso tutti i mezzi di informazione, mischiato anche
spesso ad una profonda ignoranza a livello di massa sulle stesse
cifre messe in giro per esempio che
parlano strumentalmente di “invasione” dei migranti nel nostro
paese,
influisce negativamente su strati della popolazione alimentando un
humus razzista che scade in una guerra tra poveri, che serve allo
stesso governo per distogliere l'attenzione dei lavoratori, operai,
masse popolari “italiani”! dai problemi e attacchi reali che
dobbiamo subire ogni giorno sempre più pesanti alla condizione
generale di vita (vedi il Jobs Act= libertà per i padroni di
licenziare, sancire la precarietà a vita e la disoccupazione
dilagante, la legge che attacca profondamente la scuola pubblica,
l'aumento delle tasse, i tagli alla sanità pubblica...) e indurre a
riversare tutta la rabbia e frustrazione quotidiana su chi viene
fatto passare come un nemico, gli immigrati, che nel nostro paese
“vengono a rubarci il lavoro, le case... per delinquere...”
La
difesa dei diritti dei migranti è un dovere per i proletari, gli
operai, i lavoratori...
oltre che per ovvie ragioni umanitarie (basterebbe che tanti
lavoratori che sono iscritti al nostro sindacato e si professano
“cattolici praticanti” ascoltassero quanto dice dal pulpito
perfino il Papa sugli immigrati) ma soprattutto
per
ragioni più profonde, ragioni di classe: i
lavoratori devono
sapere e prendere coscienza che
i padroni dei paesi imperialisti come il nostro, per
continuare ad arricchirsi facendo più profitti,
usano da sempre gli immigrati, che diventano oggi una parte sempre
più importante della classe operaia, come manodopera a basso costo
e, scatenando la guerra tra poveri, fanno pressione sui salari dei
lavoratori per abbassarli, perchè lo sfruttamento e l'oppressione
della classe dei padroni su cui si basa questo sistema capitalista,
è uno!
I
lavoratori devono vedere
con gli occhi e la mente della classe oppressa che
gli immigrati costituiscono oggi un'importante avanguardia di lotta
contro padroni e governo nel nostro paese, cui dobbiamo guardare come
esempio vivo che può rafforzare le nostre lotte, perchè la
resistenza o le conquiste di una parte incoraggiano e aiutano le
altre parti (vedi le combattive lotte degli operai immigrati della
logistica o le lotte/rivolte dei migranti contro le inumane
condizioni cui sono costretti a vivere nei centri di accoglienza,
veri e propri moderni lager. Lo Slai Cobas s.c. sta lottando anche su
questo piano, per esempio a Taranto organizzando diversi profughi).
Combattere
il razzismo, quindi, non solo contro il governo ma anche tra le file
dei lavoratori è necessario, affinchè si rafforzino le nostre
stesse lotte e non prestando di fatto il fianco alle reazionarie
politiche governative e padronali.
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