lunedì 7 settembre 2015

Inchiesta diretta tra le braccianti.

Nei giorni scorsi sono andata in giro in alcune aziende agricole per verificare di persona le condizioni di lavoro degli operai, per lo più donne. Ho avuto modo di parlare con alcune di esse alla fine della giornata. Prima di confidarsi mi hanno fatto giurare che tutto resterà nell'anonimato, per paura di perdere il lavoro, unica loro risorsa di sostentamento. 

Queste operaie sono donne che nella maggior parte dei casi sono vedove, separate; chi con marito disoccupato, chi in famiglia ha un proprio caro da  curare con terapie e visite specialistiche costosissime. Riguardo al loro stato di salute, ognuna di esse è affetta da patologie, chi soffre di artrosi, chi di vene varicose, chi di ernia, chi di cervicale. 
Le ore di lavoro sono infinite, (dalle 12 ore, ma più frequentemente alle 14 ore), non hanno una vita sociale, la loro vita si svolge: lavoro-letto letto-lavoro, si lavora 7 giorni su 7. Disumano! Non credo ci siano questi tipi di contratto, non mi risulta, se non per le badanti.
Le ferie non esistono, andare in bagno è un lusso, non si deve sostare più di due minuti. Finanza e questura vanno quasi ogni giorno per controlli e le operaie giustamente si sentono indignate perchè sanno benissimo che le aziende non saranno mai colpite in prima persona, ma al massimo pagheranno qualche multa.
In più aziende oltre le condizioni di lavoro alcune operaie devono anche subire molestie verbali e bullismo dalle operaie più anziane. 

Però se dici loro che la strada giusta da intraprendere è la lotta, rispondono: "No, noi dobbiamo ringraziare Dio di essere schiave...".

Concetta

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