FOGGIA – Ci siamo, lavoriamo e viviamo
nelle vostre campagne. Era prima di tutto questo il messaggio che un
centinaio i lavoratori immigrati volevano consegnare alla città con il
corteo che questo pomeriggio ha attraversato le vie del centro. Con loro
i ragazzi del Laboratorio politico sulle migrazioni «Pro/Fuga Foggia
Meticcia», della «Rete Campagne in lotta» e dell’associazione
«Lavoratori e lavoratrici delle campagne».
Un corteo contro il caporalato e il lavoro irregolare
che si è chiuso dinanzi al Palazzo della Prefettura.
«Non meritano 3 euro a cassetta», «Loro
sono regolari», «Non sono stranieri», «Chi lavora merita di essere
pagato», «No alla guerra tra poveri siamo tutti clandestini»: sono state
queste alcune delle frasi scritte in modo semplice nei cartelli. Nessun
rappresentante politico, nessun volto noto delle istituzioni locali fra
loro. Una delegazione di lavoratori immigrati è stata ricevuta dal
prefetto.
Presentate le nuove misure proposte dall'esecutivo contro il caporalato.
A
presentarle sono stati il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il
ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
"Un segnale forte"
"Abbiamo previsto - ha spiegato Andrea Orlando - di segnare la confisca
per sproporzione per chi utilizza manodopera reclutata attraverso il
caporalato. È un segnale forte, che mira anche a punire lo sfruttamento
delle persone, le forme di concorrenza sleale e le forme di
arricchimento illecito".
Confisca possibile
Il pacchetto di nuove misure contro il caporalato, ha detto il ministro
della Giustizia, prevede l'introduzione del reato di intermediazione
illecita tra i reati per i quali può scattare la confisca estesa o
allargata. Una misura patrimoniale "per colpire le grande ricchezze
accumulate illecitamente dalla criminalità organizzata".
Responsabilità in solido e risarcimento delle vittime. Il governo, ha spiegato Orlando, ha deciso poi di introdurre anche la
responsabilità in solido per il caporalato perché "lo sfruttamento dei
lavoratori produce quasi sempre vantaggio per le aziende, che spesso
sono costituite in forma societaria o associativa". Viene colpito quindi
"anche chi ha tratto vantaggio in modo indiretto dal lavoro di quella
manodopera sfruttata". Viene inoltre introdotta, ha sottolineato il
ministro della Giustizia, "una disciplina generale per il risarcimento
delle vittime.
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