Una compagna scrive: "In virtù della costruzione della manifestazione del 20 ottobre, e dato che su questo territorio sono presenti altre realtà, altre lotte, proporrei di esserci e portare le questioni (migranti, braccianti, soprattutto ILVA), perchè partecipino anch'essi alla manifestazione".
Quanto scrive la compagna sembra indubbiamente logico e giusto. MA OCCORRE FARE CHIAREZZA.
Noi quotidianamente, sia come Slai cobas per il sindacato di classe dirigendo e organizzando le lotte dei disoccupati, dei lavoratori, dalla Pasquinelli, al cimitero, agli appalti comunali a Taranto, Massafra, ecc, dagli operai della nostra città: Ilva, Cementir, appalto Alenia e altre, alle lotte degli immigrati, le
lotte delle donne, ai processi Ilva e contro la repressione delle lotte per il lavoro; sia come proletari comunisti sviluppando la denuncia
e l’azione politica contro il Governo Renzi, contro le politiche di guerra e razziste, la mobilitazione internazionalista per l’India, Turchia e nei
limiti del possibile Palestina, ecc.
In queste lotte e iniziative, nonostante sempre facciamo appello ad altre realtà di movimento ad unirci, a sostenere i lavoratori, i disoccupati, questo non avviene. E l'esempio è il processo Ilva, in cui nonostante le nostre proposte a costruire mobilitazioni e la necessità di farne un terreno della guerra di classe (altrimenti la fine è nota), è stato finora lasciato in pace, preferendo fare un corteo autoconsolatorio una tantum in città, invece che una lotta sul campo.
Questo si chiama opportunismo.
Naturalmente quando altre realtà fanno iniziative utili noi le appoggiamo, vi partecipiamo. Mentre alcuni compagni o forze del movimento sono settari, presuntuosi e quindi non vengono, non tanto alle "nostre"
iniziative, ma, cosa più importante, alle lotte delle masse e quindi questo li pone
dall’altra parte rispetto alle masse.
Noi andiamo a loro iniziative o ne cerchiamo
l’unità, ma troviamo un muro di indifferenza o, guando sono incalzati, di ipocrisia.
Perchè questo cambi sarebbe necessario che questi compagni si facessero l’autocritica nella pratica cominciando umilmente a partecipare
alle lotte dei lavoratori, precari, immigrati, operai. Noi non possiamo nè vogliamo continuare a fare appelli a vuoto; non abbiamo tempo da sprecare.
Ma vogliamo eccome, invece, "perdere" tanto tempo con tutti i compagni, i giovani, le donne che vogliono realmente opporsi in questa città alle varie politiche di attacco dei diritti, di peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita, di distruzione, "sporcandosi le mani" ogni giorno.
C'è chiaramente con alcuni di questi "compagni" una differenza di concezione, di prassi quotidiana.
Una parte dell'area considerata di movimento ritiene esaurita la sua attività in Facebook. Questo riguarda anche la partecipazione alle manifestazioni nazionali importanti. Dove stava l'aria di compagni di Taranto alle manifestazioni a Roma contro il governo Renzi? O a Milano il 1° Maggio?
Diverso
è il problema dei Liberi e pensanti e dell'Usb che sono realtà vere della
città e della fabbrica, ma verso i quali noi siamo in disaccordo - come in tanti articoli abbiamo spiegato.
Noi
lottiamo per la rivoluzione proletaria, socialista e comunista.
E’ una strada difficile e lunga che
bisogna percorrere con le masse. Non abbiamo tempo, per i salottini di "compagni".
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