Oggi sulla GdM sta un'intervista alla Fernandez, presidente della Associazione Salam che gestisce il Bel Sit.
CHI INGANNA I MIGRANTI?
La Fernandez riferisce che solo a 4 migranti dovrebbero poter avere il documento d'identità perchè "dalla Prefettura io ho avuto il via libera al rilascio del documento solo per 4 profughi riconosciuti profughi". Per l'ennesima volta invitiamo a leggere il TU
sulla immigrazione, proprio sul certificato di residenza e diritto alla
carta di identità anche per chi ha in corso audizione della commissione,
ma anche a chi avendo avuto dalla commissione parere negativo, ha fatto
ricorso . E quindi in questi casi ha diritto al rinnovo del permesso di
soggiorno.
E' grave invece, se fosse vero, che la Prefettura, stando alle dichiarazioni della Fernandez, avrebbe dato il via libera solo al rilascio del documento per 4 profughi" (GdM di oggi pag. V), lì dove la Prefettura dovrebbe fare da garante della legge e controllarne il rispetto.
Ma diciamo i fatti come stanno al Bel Sit.
Dei 138 immigrati del Bel sit, circa 60 hanno il permesso di soggiorno
valido o, la maggiorparte, rinnovato per altri 6 mesi.
Quindi come dice la legge, dopo i primi sei mesi, questi possono
lavorare, e il documento di identità serve per potersi iscrivere al
Collocamento e a forme di impiego, come "garanzia giovani" - senza non
lo potrebbero fare.
Molti dei migranti non sono ancora stati chiamati e sentiti dalla Commissione
territoriale, quindi non hanno avuto parere "negativo"; quindi non è vero come dice la Fernandez che "agli altri l'autorizzazione è stata rifiutata". E in corso
d'opera questi migranti possono essere iscritti all'anagrafe.
Altri che hanno avuto il parere negativo della commissione, per legge
possono fare ed è in atto ricorso al giudice; il ricorso non solo
sospende l'espulsione, ma permette il rinnovo del permesso (che
ripetiamo, dopo 6 mesi consente di lavorare) e di poter
iscriversi all'anagrafe.
C'è da dire, che da notizie dei legali che fanno questi ricorsi, finora
a Taranto la situazione non è negativa; molti ricorsi vengono vinti,
anche fatti dai migranti provenienti da paesi in cui non c'è la guerra
(perchè anche su questa questione dei paesi vi è una voluta confusione).
Solo 4 migranti hanno avuto sentenza negativa dal Tribunale, ma sono stati
mandati via già da diversi mesi dalla Salam.
Altri ancora, circa una quarantina, benchè molti di loro sta da più di
un anno al Bel Sit, hanno il permesso di soggiorno scaduto ma in via di rinnovo. I migranti
sanno che è stata fatta la domanda di rinnovo, sono andati in Questura
per questo, ma non hanno alcuna ricevuta in mano che attesti questo;
perchè ogni cosa passa direttamente dal rapporto
questura-Salam-questura, lasciando i migranti senza informazione legale,
senza documenti.
Di questo tutti i migranti si lamentano tanto. L'associazione Salam non
comunica loro i diritti, le scadenze, non vengono seguiti nelle
questioni legali, facendo ad alcuni di loro rischiare di perdere i
diritti. Tant'è che ora noi dello Slai cobas ci stiamo occupando anche
di questo aspetto legale.
La Salam volutamente, nonostante varie richieste, li priva
dell'assistenza legale.
Questo fatto, insieme a tanti altri, deve portare la Prefettura a
revocare la convezione alla Salam.
L'assistenza legale è infatti un punto importante previsto dalla convenzione,
dal capitolato e venirne meno è gravissimo, potrebbe voler dire far
espellere un migrante e farlo tornare nel suo paese in cui rischia di
morire.
E' di questo quindi che si sta parlando: in alcuni casi di vita o di
morte! E la Sig.ra Fernandez, il Comune e la Prefettura di questo sono
responsabili!
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