Si è tenuto ieri mattina un incontro presso la direzione dell'Amiu tra l'O.S. Slai Cobas con i rispettivi rappresentanti e due delegati dei lavoratori della Pasquinelli con la presenza dell'Ass. Francesco Cosa, l'attuale Pres. in carica De Benedetto e l'ing. Natuzzi.
Questa riunione è stata fatta per chiarire alcuni punti. Innanzitutto la prospettiva lavorativa degli operai attualmente impiegati nella filiera della raccolta differenziata e più precisamente nella selezione del materiale (multimalteriale) in vista della scadenza del contratto d'appalto (4 Novembre) e della fermata dell'impianto, ora prevista a quanto pare per gennaio prossimo; così come per esporre problematiche relative alla salute e sicurezza dei lavoratori stessi come per esempio e non ultimo il grosso problema dell'amianto (vedi ultime notizie nel blog) che sempre più spesso e in quantità sempre maggiori viene a contatto con i lavoratori. C'è poi la problematica riguardante lo spogliatio/doccia delle lavoratrici, il quale risulta troppo piccolo per ospitare le lavoratrici dell'Ancora e in aggiunta le lavoratrici dell'Amiu, nonchè è dotato di una sola doccia e un wc - su questo la Pres. De Benedetto si è interessata subito contattando il responsabile del sito Pasquinelli l'Ing. Scaiella per poter individuare un area dove collocare un container più grande per le lavoratrici, la chiamata c'è stata ora attendiamo sviluppi in merito.
Ma tornando al futuro degli operai in vista della scadenza dell'appalto e della fermata che a quanto pare dovrebbe durare 6 mesi, l'Ass. Cosa ha confermato che per quel che riguarda la scadenza dell'appalto ci sarà una proroga del contratto, per la fermata dell'impianto ha avanzato, diciamo, una proposta a dir poco "indecente" la quale prevede che nel periodo di chiusura dell'impianto il materiale verrebbe "dirottato" verso un altra ditta fino ad impianto ultimato, e fin qui nulla da dire. Ma il discorso viene meno nel momento in cui l'assessore affronta la collocazione dei 23 operai impiegati alla Pasquinelli e che, sempre a parere dell'assessore, verrebbero così collocati: alcuni (una decina) andrebbero a lavorare in aggiunta all'impianto "in affitto" e i restanti verrebbero collocati in altre zone a fare lavoretti che nulla c'entrano con quello che attualmente svolgono, o addirittura inclusi nei progetti regionali di "lavoro minimo di cittadinanza" (che riguarda i lavoratori cassintegrati, in mobilità, coloro che percepiscono disoccupazione).
Naturalmente la proposta è stata respinta perchè inaccettabile! Gli operai non si fidano, non vogliono essere impiegati in mansioni alternative che non riguarderebbero il lavoro da loro attualmente svolto e per cui sono stai formati e per cui hanno lottato e continuano a lottare, col grosso rischio di non tornare più a fare la selezione della differenziata e ad avere un futuro, bene che vada, di occupazioni precarie.
Tenendo poi conto che, come dice l'ass. Cosa e la Pres. De Benedetto, a gennaio dovrà partire la raccolta differenziata anche a Paolo VI e di conseguenza si vedrà un notevole aumento di materiale, non si spiega come mai non dovrebbero essere impiegate tutti i lavoratori operanti alla selezione della Pasquinelli nella ditta subentrante.
Quella che per l'assessore Cosa è una proposta di "garanzia",
per gli operai invece rappresenta un brutto segnale, un attacco alla già
precaria situazione lavorativa con il solo scopo di tagliare il costo del lavoro, dimezzando gli
operai, licenziando insomma.
Pertanto i lavoratori Slai Cobas hanno opposto alla proposta dell'Assessore cosa un netto NO!
E hanno chiesto che sia messa nel capitolato d'appalto una clausola sociale che tuteli e salvaguardi tutti gli attuali posti di lavoro.
Per quanto riguarda il grave problema dell'amianto che rappresenta un gravissimo attacco alla salute, i lavoratori Slai Cobas hanno detto che non ci vuole una laurea per capire che una mascherina, con o senza filtri che sia, non basta certo a salvaguardare la salute degli operai ma ci vogliono ben altre attrezzature, ma soprattutto come abbiamo detto più volte, il problema è a monte, quell'amianto non deve proprio arrivare all'impianto Pasquinelli!
Il problema è che si continua a non fare una seria raccolta differenziata, ma per farla ci vuole un progetto serio PORTA A PORTA, che veda impiegati le centinaia di disoccupati che sono a Taranto, i quali non tutti si sottomettono al "buon cuore" delle nostre istituzioni, Comune in primis, ma lottano (vedi i Disoccupati Organizzati)!
Ma su questo, Amiu e Comune continuano a fare "orecchi da mercante", anche a Paolo VI faranno la stessa raccolta differenziata male, che poi viene scaricata insieme a tutta la raccolta non differenziata, con spreco di soldi, alcun rientro economico per lo stesso Comune, e rischi per la salute dei lavoratori e degli stessi cittadini, impedendo caparbiamente che la raccolta differenziata sia invece una risorsa ambientale, economica e occupazionale
Per concludere, quindi, le risposte date nell'incontro sono state in generale negative.
Sul fronte difesa del lavoro, diciamo sin da ora che qualora si prospetti una situazione di pericolo per ogni singolo posto di lavoro, gli operi non esiteranno un attimo ad intraprendere legittime forme di protesta e di lotta!
F.B
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